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EFC | Mercoledi la ripresa. Da Bolzano si spera sia arrivato lo “sliding doors”

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Riprenderà mercoledì il lavoro degli azzurri, complice la sosta del campionato per gli impegni delle nazionali. Saranno quindi diversi i giorni a disposizione di mister Guido Pagliuca e del suo staff per intervenire su quei correttivi che la squadra ancora necessita. Un periodo importante, anche in ottica di recupero definitivo e completo di tutti gli effettivi. All’appello mancano ancora Degli Innocenti e Haas, con lo svizzero che, pur essendo tornato tra i convocati, non ha ancora ritrovato minutaggio. Questo tempo di pausa sarà utile anche per fare un bilancio su un avvio di campionato inevitabilmente condizionato da un mercato lungo, che ha definito la rosa soltanto negli ultimi giorni. Una situazione che ha costretto il tecnico a lavorare per buona parte del ritiro con un gruppo che poi non sarebbe stato quello definitivo. Sarà anche il momento per riflettere su quanto ancora va sistemato, su quei meccanismi che generano difficoltà evidenti, come si è visto anche nella partita di ieri a Bolzano. Una gara difficile da leggere con un giudizio unico e lineare, perché ha raccontato volti diversi: momenti davvero negativi alternati ad altri che fanno ben sperare. Ma, e qui occorre essere onesti, alla squadra si chiedeva soprattutto una cosa: tornare alla vittoria. E così è stato. Poco importava, alla vigilia, il modo in cui sarebbe arrivata. Analizzando la partita, è chiaro che alcune situazioni abbiano girato a nostro favore, ma il modo conta relativamente: i tre punti erano fondamentali, da ogni punto di vista. Servivano per entrare nella sosta con leggerezza, senza trascinarsi dietro ulteriori discussioni o pensieri negativi. Come recita uno dei tanti adagi del calcio, “vincere aiuta a vincere”. E il modo in cui l’Empoli ha cercato e voluto questa vittoria è un aspetto che deve essere sottolineato tra i segnali positivi. La squadra ha lottato fino all’ultimo pallone, trovando il gol decisivo al minuto 97. Segno che, in quel momento, c’erano testa e gambe: lucidità e determinazione, qualità che spesso fanno la differenza. Il secondo tempo, pur giocato in superiorità numerica, ha mostrato una struttura solida e una buona qualità complessiva. Avere in campo giocatori come Pellegri – al momento forse solo al 30-40% delle sue potenzialità – e un Nasti all’esordio con la maglia azzurra rappresenta (assieme a qualche altro singolo) un lusso per la categoria. Se messi nelle migliori condizioni, questi elementi possono alzare il livello complessivo della squadra. È proprio da quel secondo tempo che l’Empoli deve ripartire: dall’atteggiamento, dalla volontà, dalla lucidità e dalla concretezza mostrate. Naturalmente, non bisogna illudersi. Il vantaggio numerico per tutto il secondo tempo è un fattore che ha pesato, e sarebbe un errore non considerarlo. La vittoria, pur preziosa, non cancella tutti i problemi, ma può essere la base da cui ricominciare a costruire.

Non possiamo certamente far finta di non aver visto il primo tempo della partita di Bolzano. La vittoria, per quanto importante e arrivata con un impeto d’orgoglio, non può cancellarlo così, di colpo. Quella a cui abbiamo assistito è stata probabilmente una delle frazioni più brutte giocate dall’Empoli nella sua storia recente: una squadra incapace di fare qualunque cosa, che ha chiuso i primi 45 minuti sotto di un solo gol soltanto grazie alla superiorità numerica maturata dopo appena cinque minuti, per l’espulsione di Kofler su Shpendi. Un’espulsione sacrosanta, va detto, frutto di una bella giocata e non certo di un regalo arbitrale. Ma da quel momento in poi, quando ci si sarebbe aspettati un Empoli capace di prendere in mano la partita, si è invece spenta completamente la luce. Senza mai riaccendersi, nemmeno a tratti. Diventa difficile entrare nel merito di ciò che si è visto, tanto è stato l’imbarazzo: una squadra che, per lunghi tratti, è sembrata giocare con due uomini in meno, anziché con uno in più. La fase difensiva è stata approssimativa — e definirla così è già un complimento — mentre dal punto di vista della volontà e dell’abnegazione si è visto ben poco. Errori in serie, confusione e, soprattutto, paura. Quella paura che lo stesso Guido Pagliuca ha poi ammesso, e che si è insinuata nella testa dei giocatori. Ma una squadra consapevole del proprio valore, che sa di avere qualità e potenzialità, non può permettersi di farsi schiacciare dal timore di non sapere come vincere. Deve invece trarne forza, deve reagire con orgoglio. Fortunatamente, l’essere andati all’intervallo sotto di un solo gol è stata, alla fine, una sorta di salvezza. Perché poi, nella ripresa, con due reti, la squadra ha ribaltato il risultato e portato a casa la vittoria. Ora, da questo primo tempo disastroso e da quel secondo tempo di riscatto, devono nascere le giuste riflessioni. Queste due facce della stessa partita devono essere la base di lavoro durante la sosta, il materiale su cui intervenire per “girare quei tre o quattro bulloni” che possono mettere davvero in pista la macchina giusta per affrontare il campionato. Come abbiamo già detto, l’obiettivo di questa squadra non è vincere la Serie B. Ma è altrettanto chiaro che i valori dell’Empoli non sono certo da quindicesimo posto. A questa squadra si chiede di esprimere un calcio simile a quello visto nel secondo tempo di Bolzano: concreto, coraggioso, determinato. Non vogliamo scomodare paragoni ingombranti, ma nella memoria di tutti resta quella famosa partita di Lanciano, dopo i playout, con l’Empoli di Maurizio Sarri. Ricordiamo bene quella svolta, quel “click” mentale che cambiò il corso della stagione. Ecco, la similitudine deve stare proprio lì: nel cambio di mentalità. Perché è questo il momento in cui serve quello scatto, quella consapevolezza che questa squadra può davvero fare di più. Che può offrire un calcio migliore, più maturo, se messa nelle giuste condizioni. Il secondo tempo di Bolzano deve diventare un punto di ripartenza, non un episodio isolato. Da qui può nascere la vera crescita di questo Empoli.

Guardando alle prove dei singoli, è evidente che la differenza, a Bolzano, l’hanno fatta soprattutto i subentrati nel secondo tempo. Va detto ancora una volta: la squadra aveva un uomo in più e di fronte un avversario con 45 minuti di stanchezza nelle gambe. Ma resta il fatto che i cambi effettuati all’intervallo sono stati azzeccati e funzionali, capaci di incidere in modo determinante sull’andamento della gara. A partire da Yepes, autore di una prestazione di grande spessore: ha portato fosforo, equilibrio e idee in mezzo al campo, probabilmente offrendo la sua miglior prova stagionale. Ma anche Ilie, subentrato con personalità, ha mostrato un evidente passo avanti: il fantasista romeno, fin qui non del tutto convincente rispetto alle attese estive, ha finalmente dato segnali positivi. E poi ci sono Pellegri e Nasti: due giocatori di livello superiore per la categoria, che pur non essendo ancora al massimo della condizione, hanno fatto intravedere tutto il peso qualitativo e quantitativo che possono garantire a questa squadra. Di contro, però, va sottolineato che diversi titolari dal primo minuto hanno offerto prove poco convincenti. La formazione iniziale, identica a quella schierata contro il Monza, non ha dato risposte positive. Fanno eccezione il solito Fulignati, sempre sicuro tra i pali, Shpendi, autore di una prova generosa (espulsione avversaria e gol), e Ceesay, che in fase offensiva ha disputato una partita molto interessante e piena di spunti. Per il resto, la squadra è sembrata andare a tentoni. Moruzzi è stato probabilmente il peggiore in campo: un ragazzo che, al momento, non sembra ancora pronto per fare il titolare in questa categoria. Guarino ha commesso i soliti errori di posizione e lettura, mentre in mezzo al campo si è faticato parecchio a trovare ritmo e geometrie. Qualcuno, come Ghion, nella ripresa è riuscito a rialzare il proprio livello grazie alla spinta emotiva del momento, ma nel complesso la mediana è apparsa in sofferenza. In difesa, il migliore è stato senza dubbio Lovato, sempre solido e sicuro nei propri interventi. Meno positiva la prestazione di Obaretin, spesso in difficoltà nelle letture difensive, ma bravo e lucido nell’azione che ha portato al gol della vittoria. Il tecnico Pagliuca, ieri assente in panchina per squalifica e sostituito da Tarantino, ha probabilmente sbagliato l’approccio alla gara e la formazione iniziale. Lo diciamo con chiarezza: se quel primo tempo, con quell’assetto, fosse stato giocato in undici contro undici, il rischio che le cose potessero mettersi molto peggio sarebbe stato concreto. Lo staff tecnico, però, è stato abile a leggere la partita in corsa, correggendo la squadra e sfruttando nel modo giusto la superiorità numerica, cosa che nei primi 45 minuti non si era mai vista. Forse sarebbe bastato un cambio più offensivo già in avvio per evitare tante difficoltà. Alla fine, i subentrati hanno saputo dare quello che serviva, trasformando un pomeriggio che fino al minuto 96 sembrava destinato a lasciare soltanto amarezza, in una vittoria di grande valore emotivo. Ora non resta che augurarsi che quel minuto 97 di Bolzano diventi davvero un simbolo, il punto da cui ripartire per dare una svolta a questa stagione.

LA CRONACA: Gli azzurri entrano in campo con lo stesso undici di quattro giorni prima, nessuna variazione. Al 3’ affonda dalla sinistra l’Empoli: Ceesay sterza e calcia da dentro l’area, ma Davi respinge. Al 5’ Shpendi si invola solo per vie centrali, entra in contatto con Kofler e finisce a terra: rosso diretto e sacrosanto per il centrale biancorosso per intervento falloso da ultimo uomo. Punizione di Saporiti, palla fuori dallo specchio della porta di non molto. Al 11’ palla in verticale in area per Merkaj, chiuso da Obaretin, che ripara in angolo; dalla bandierina di sinistra Mallamo piazza la palla sotto porta, dove Molina, da due passi, impatta con la coscia e Fulignati blocca. Al 18’ Tronchin serve al limite Simone Davi, che prova il mancino rasoterra: palla centrale tra le braccia di Fulignati. Al 23’ combinazione Pecorino-Merkaj nei pressi del vertice destro della nostra area, mancino del numero 33, respinta in tuffo di Fulignati. Occasionissima per i padroni di casa al 38’: combinazione Simone Davi – Merkaj – Pecorino, conclusione di destro in area di quest’ultimo, con la palla che si stampa sull’incrocio dei pali alla sinistra di Fulignati. Al 40’ Ceesay calcia dalla sinistra sull’esterno della rete. Al 41’ ci prova Coulibaly da una ventina di metri: conclusione al volo, Fulignati si distende e respinge. È il preludio del gol per un SudTirol che, dopo l’inferiorità numerica, esercita un chiaro dominio territoriale. Corre il 42’, quando Merkaj lavora un pallone in area: palla a Coulibaly, che confeziona l’assist corto per Pecorino, pronto alla deviazione ravvicinata a rete con il mancino per il meritato vantaggio. Triplo cambio operato da Pagliuca e Tarantino ad inizio ripresa con in campo Pellegri, Yepes ed Ilie. Al 47’ azzurri subito pericolosi; corner di Ilie, testa di Yepes, palla sopra la traversa. Al 60’ arrivata il pareggio dei nostri: Ilie confeziona un assist smarcante in area per Shpendi che, grazie ad un ottimo movimento, insacca rasoterra. La pressione azzurra aumenta di minuto in minuto, cosi come la fiducia. Al 65’ provvidenziale salvataggio sulla linea di Pietrangeli su conclusione di piatto di Guarino. Il SudTirol prova qualche ripartenza ma l’Empoli diventa un muro dietro.  Al minuto 77 bella punizione di destro di Pellegri, respinge Adamonis, riprende con il mancino Carboni, che non inquadra clamorosamente la porta. Tiro dal limite di Ghion un minuto dopo, respinge Adamonis con i pugni. L’Empoli sa che un punto, con l’uomo in più, e con quel primo tempo sarebbe davvero poco e vuole il sorpasso. Al minuto 89 cross dalla destra di Ceesay, sotto porta tocca alto Yepes. Al 92’  Adamonis respinge il tiro di Nasti. Sembra che non voglia entrare ma Al 7’ di recupero Obaretin mette in area, liscia Yepes e Nasti trova il pertugio per insaccare all’angolino: 1-2 e pomeriggio che cambia colore per tutta l’Empoli sportiva. Tornano i tre punti dopo cinque gare.

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