Max se la vuole giocare, tra una telenovela e un romanzo
Rieccoci. E’ finito anche luglio. Mancano 23 giorni all’inizio del campionato 2025/26. Il Milan chiude il suo tour per l’asia con un sonoro 9-0 contro i bravi ragazzi di scuola del Perth Glory. Gli australiani si sono resi partecipi di una sagra del gol che ha dato un contentino a tutti gli uomini in campo. sono andati a segno Terracciano, Okafor (doppietta), il baby Comotto su calcio di rigore, Chukwueze, Leao (doppietta), Ricci e Musah. Poca cosa gli avversari. Intanto, però, il Milan di Allegri sta provando a ripartire dalla prima cosa fondamentale: il lavoro sul campo. Seppur le amichevoli estive, e annessi risultati, contino quanto una forchetta per il brodo, vale la pena notare una linea di lavoro già ben tracciata dal nuovo mister. Prevedibilmente, ma anche fortunatamente, la squadra di Allegri sembra avere, o perlomeno perseguire, una maggiore densità nella fase di transizione da attacco a difesa.
E’ il primo punto su cui si è costruito il nuovo piano tattico e, la maggiore caratteristica su cui si sta cercando di lavorare. Allegri ha tolto i veli alla sua squadra e ha ‘sfoggiato’ un 3-5-2 contro il Liverpool e l’Arsenal, per poi rimodularlo in un 4-3-3 contro gli australiani del Perth Glory. I primi segnali, dal punto di vista dell’occupazione del campo, sono positivi. Il baricentro è decisamente molto più basso e la pressione decisamente… ‘gestionale’. Più in attesa e meno fuori posizione. In questo senso ha dato buone sensazioni il ritorno di Alexis Saelemaekers, ottimo collante tra reparti ed elemento che può rendersi molto utile nel calcio di Massimiliano Allegri. Si è dato un certo tono anche il buon Noah Okafor che, stando a quanto si dice, resta comunque in uscita e non rientra nei piani futuri del club. Ha avuto il suo esordio anche il nuovo arrivato ecuadoriano Pervis Estupiñan. Non dei grandissimi spunti ma direi che c’è decisamente da rimandare i giudizi. La solidità c’è – e sarebbe stato deprimente il contrario – e qualche individualità può fare la differenza. Leao ha mostrato una buona forma e, ‘l’accentramento’ richiesto dal tecnico Allegri, sembra possa dare buone speranze. Insomma, tutto bello, ma l’abbiamo già detto prima: sono solo amichevoli. Così come abbiamo detto che mancano 23 giorni all’inizio del campionato, quando il Milan aprirà le danze contro la neopromossa Cremonese tra le mura di San Siro. Difficile immaginare che Milan sarà quel giorno, nella prestazione e, anche e soprattutto, negli interpreti.
La coppia Pulisic-Leao potrebbe diventare un tandem vincente, posto che Allegri decida di mantenere questo modulo e, in tal caso, tagliare le gambe a Gimenez e chiudere le porte ad un eventuale nuovo centravanti. Idea suggestiva ma pericolosa: Leao può interpretare un ruolo più offensivo e vicino alla porta avversaria, ma quanto può reggere il peso di certe difese robuste e fisiche della Serie A? Non solo tra le big. Anzi, forse peggio quelle delle cosiddette medio-piccole. E’ vero che il Milan ha una sola competizione, ma è altrettanto vero che l’assenza di un centravanti fisico di spessore e palleggio può far pagare dazio nel lungo periodo. Il Diavolo dovrà arrivare al primo appuntamento dell’imminente nuova stagione, neanche a dirlo, conscio che non potrà mostrarsi troppo attendista con una squadra come la Cremonese che, certamente, vorrà giocarsela con un atteggiamento determinato ma prudente. Si rischia di rivedere certi film di partite bloccate e prive di guizzi. Nelle prossime settimane, dunque, sarà fondamentale trovare anche ottime idee per verticalizzare con rapidità dopo una buona gestione del possesso prolungato. Se 3-5-2 sarà, le ali diventeranno fondamentali per garantire duelli ‘paritari’ e spazi ben protetti da giocatori. Qualche speranza dal campo, insomma, contorrnata invece dal solito cinema thrilling dei vertici. Dopo esserci sciroppati le lagne del Brugge per Charles De Ketelaere, ci siamo ricascati e ci troviamo co-protagonisti di questa deprimente questione con i belgi. L’oggetto del litigio è il centrocampista svizzero Ardon Jashari. Dopo una serie di rilanci e rifiuti, ora si è arrivati allo stallo. Con l’ultima offerta presentata dal Milan intorno ai 38 milioni di euro (base fissa+bonus), contro i 40 richiesti fin dalla prima ora.
Nessun rifiuto ufficiale, ma il solito teatro già visto arricchito da episodi totalmente innovativi come la presentazione del listino prezzi da parte del capitano della squadra, o la comunicazione societaria affidata a strani personaggi social. Insomma, il solito minestrone. Vedremo se si sblocca o se andrà in fumo. In questa ‘querelle’ ha voluta lasciare la propria personalissima, ma sempre significativa impronta, il presidente Paolo Scaroni che, in un clima già abbastanza teso, se n’è uscito dicendo che il club non ha intenzione di spendere troppo per il centrocampista del Brugge. Ottima mossa per convincerli. Vabbè, al di là delle solite discutibili gesta della nostra dirigenza, c’è anche da dire che è seccante perdere questo tempo con società di personaggioni come il Brugge. Magari Jashari sarà il nuovo Zidane e vincerà tutto e ci terremo il rimpianto ma, per favore, basta perdere tempo con questi soggetti strani. Che se poi riusciremo a prenderlo, ovviamente, per quelle cifre e con quelle vicende tortuose, la pressione sarebbe già forte e pericolosa. Insomma, vediamo questo avvicinamento al campionato, e questo rush finale di mercato.