Il Festival di Napoli: origini e storia della kermesse musicale napoletana
Il Festival di Napoli: origini e storia della kermesse musicale napoletana, nel post a cura di Napoli Fans
Una delle kermesse musicali più importanti in Italia e anche oltre confine aveva luogo proprio in quel di Napoli: stiamo parlando del famosissimo Festival di Napoli, che negli anni ha lanciato artisti di fama nazionale e internazionale. Infatti, questo festival dedicato alla canzone napoletana, nel corso dei decenni è stato il punto di riferimento per cantanti e musicisti. Dal secondo dopoguerra in poi, questa kermesse ha rappresentato un vero e proprio palcoscenico nazionale — e in certi anni anche internazionale — per la diffusione e la valorizzazione della tradizione musicale partenopea.
Ancora oggi, il Festival di Napoli evoca ricordi, emozioni e soprattutto canzoni che sono entrate nel patrimonio culturale italiano. Ma da dove nasce questo evento? E com’è cambiato nel tempo? Scopriamolo in questo nuovo approfondimento a cura di Napoli Fans: bentornati sul nostro portale!
Le origini: Napoli risponde a Sanremo
Il Festival di Napoli nasce ufficialmente nel 1952, sulla scia del successo del Festival di Sanremo, che aveva preso piede due anni prima. L’idea era quella di offrire un palcoscenico altrettanto importante, ma completamente dedicato alla canzone napoletana classica e contemporanea.
La prima edizione fu trasmessa dalla RAI e si svolse al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare, uno dei luoghi simbolo della Napoli del dopoguerra.
L’obiettivo era chiaro: rivalutare la lingua napoletana, valorizzare gli artisti locali e offrire alla canzone partenopea una vetrina degna della sua storia.
I primi anni furono un successo immediato, con un pubblico entusiasta e brani che scalavano rapidamente le classifiche di vendita.
Il Festival diventò in poco tempo un appuntamento fisso della programmazione televisiva nazionale.
I grandi nomi della musica italiana
Nel corso delle sue edizioni, il Festival di Napoli ha visto salire sul palco alcuni dei più grandi interpreti della musica italiana, molti dei quali divennero poi artisti di fama internazionale.
Tra i nomi più celebri troviamo:
- Sergio Bruni, la “voce ‘e Napule”, autentico simbolo della canzone napoletana
- Aurelio Fierro, vincitore nel 1957 con “Lazzarella”, brano diventato cult
- Mario Trevi, noto per le sue interpretazioni intense e teatrali
- Nunzio Gallo, Gianni Nazzaro, Mirna Doris, Maria Paris
- E perfino artisti del calibro di Peppino di Capri e Mario Merola parteciparono in quegli anni a questa kermesse
- Cantanti italiani, provenienti dal Festival di Sanremo, si esibirono anche al Festival di Napoli. Alcuni nomi d’eccezione sono Domenico Modugno, Claudio Villa, Nilla Pizzi, Fred Buongusto, Tony Dallara, Giorgio Gaber, Ornella Vanoni.
Molti di questi cantanti hanno iniziato la loro carriera proprio al Festival di Napoli, usando questa piattaforma per farsi conoscere in tutta Italia e, in alcuni casi, anche all’estero.
Lo spettacolo vide, come presentatori, personaggi di illustre spessore della televisione italiana di quegli anni, come Nunzio Filogamo, Enzo Tortora, Corrado, Pippo Baudo, Mike Bongiorno e Daniele Piombi.
La canzone napoletana si rinnova
Uno degli aspetti più affascinanti del Festival di Napoli è che ha saputo mettere in dialogo la tradizione con l’innovazione. Accanto ai brani classici in stile “post-bellico”, sono nate anche nuove correnti della canzone napoletana, con arrangiamenti moderni e testi più leggeri o romantici.
Negli anni Sessanta, per esempio, la canzone divenne più ritmata, aperta al twist e al rock ‘n’ roll, senza però perdere l’anima poetica e malinconica tipica della musica napoletana.
Brani come “Marechiaro marechiaro” e “Guaglione” sono solo alcune delle canzoni che hanno avuto spazio nel festival o nel suo clima musicale. Accanto a queste indimenticabile Tu si ‘na cosa grande, che vinse l’edizione 1964 e interpretata da Modugno e la Vanoni.
La crisi e la sospensione
Nonostante la sua popolarità, il Festival di Napoli subì una brusca frenata nel 1970. I motivi furono diversi: da un lato, i cambiamenti nel panorama musicale italiano, sempre più orientato verso il pop e il rock; dall’altro, il disinteresse crescente da parte dei media e della RAI, che aveva smesso di considerarlo centrale nella propria programmazione.
Nel 1971 il Festival fu ufficialmente sospeso, lasciando un vuoto importante nella scena musicale napoletana.
Per anni, la canzone napoletana ha continuato a vivere, ma senza quel palco prestigioso che ne aveva fatto una protagonista a livello nazionale.
I tentativi di rilancio dagli anni ’80 in poi
A partire dagli anni ’80 ci furono diversi tentativi di rilanciare il Festival di Napoli. Si tenne, ad esempio, l’edizione 1981, che vide la vittoria di Mario Da vinci con ‘A mamma. Ma nuovamente venne sospeso l’anno successivo.
Nel 1998 la RAI riportò il Festival in prima serata su RAI 2, con la conduzione di Mike Bongiorno. In quella edizione, parteciparono nuovi interpreti della scena napoletana contemporanea. L’obiettivo era rinnovare l’immagine del Festival senza tradire la sua anima tradizionale, cercando di attrarre anche un pubblico giovane. Ma il successo fu parziale e il Festival faticò a ritrovare lo stesso seguito di un tempo. Nel 2004 venne nuovamente sospeso.
Nel 2015, il Festival di Napoli venne nuovamente rilanciato al Teatro Politeama e ribattezzato “Festival di Napoli New Generation”, proprio per dare nuova linfa alla manifestazione canora, con l’intento di lanciare nuovi talenti musicali.
L’eredità del Festival di Napoli
Anche se oggi non è più un evento nazionale come in passato, il Festival di Napoli ha lasciato un’eredità culturale immensa. Ha contribuito in modo decisivo alla salvaguardia della lingua e della musica napoletana, facendo conoscere al grande pubblico canzoni che ancora oggi fanno parte del repertorio classico.
Molte delle canzoni nate sul palco del Festival sono ancora cantate nelle piazze, nei ristoranti, nei teatri e perfino nei talent show televisivi. E molti artisti moderni continuano a ispirarsi al suo stile musicale, portando avanti una tradizione che è parte dell’identità di Napoli.
Curiosità sul Festival
- Il Festival di Napoli è considerato da molti il “gemello partenopeo” del Festival di Sanremo, ma con una vocazione più popolare e legata alla cultura territoriale.
- Durante gli anni d’oro, le case discografiche facevano a gara per far partecipare i propri cantanti: chi vinceva il Festival aveva un boom di vendite assicurato.
- Alcuni brani lanciati al Festival sono diventati celebri anche all’estero, soprattutto tra le comunità di italiani in America e in Sud America.
- “Lazzarella” è uno dei brani più iconici del Festival, ripreso anche da artisti nazionali e internazionali, reinterpretato in chiave moderna.
Conclusioni
Il Festival di Napoli è stato il cuore artistico della città per decenni. Ha rappresentato un punto di riferimento per la cultura partenopea, offrendo uno spazio di visibilità nazionale a una tradizione musicale straordinaria.
Oggi più che mai, in un’epoca in cui la memoria culturale rischia di essere schiacciata dalla velocità dei social e del mercato, riscoprire il Festival di Napoli significa ricollegarsi a una delle espressioni più autentiche dell’anima napoletana.
La sua musica, le sue voci e le sue emozioni sono ancora lì, pronte a farsi ascoltare da chi ha voglia di tornare a “sentire” Napoli con il cuore.
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