Calcio: Inter, battuto il River Plate al Mondiale per Club. E ora gli ottavi
L’Inter sconfigge a Seattle il River Plate nella notte del Mondiale per Club. Nella seconda volta del celeberrimo club di Buenos Aires contro una squadra italiana in competizioni ufficiali (l’altra fu la Coppa Intercontinentale 1996, persa contro la Juventus), i nerazzurri riescono a prevalere per 2-0 negli ultimi venti minuti. I milanesi andranno ora a giocarsela con i brasiliani del Fluminense negli ottavi di finale; l’altra squadra a passare dal girone E è il Monterrey messicano, vittorioso per 4-0 sugli Urawa Red Diamonds, mentre il River si ferma qui.
I primi minuti sono per buona misura del River Plate, che tende ad avere una certa pericolosità con Mastantuono. Si va avanti così fino alla metà della prima frazione, poi al 23′ ci prova Dimarco per Lautaro, ma i biancorossi sono pronti. Pio Esposito al 26′ finalizza una bella azione con un tiro che Martinez Quarta devia in angolo. Per l’Inter un parziale che riesce a essere più equilibrato da qui in poi, sebbene a un certo momento Montiel colpisca di testa senza esito nel finale.
Si riparte e dopo 5′ il River ne ha un’altra di chance, stavolta con Martinez Quarta servito da Mastantuono su punizione: la difesa nerazzurra allontana. Un minuto dopo c’è il palo di Lautaro, che calcia a incrociare e centra in pieno il legno. L’Inter ora è più convinta: ci prova Mkhitaryan, poi Dimarco, poi ancora Lautaro. Niente da fare. anche il River fa i suoi tentativi, molti dei quali finiscono tra le mani di Sommer.
Al 66′ espulso Martinez Quarta senza nemmeno passare dal giallo per atterramento su Mkhitaryan dopo aver perso palla. Al 72′ gol dell’Inter: Pio Esposito chiude una lunga azione ricevendo da Sucic e concludendo con il destro per l’1-0. Fioccano gialli e sostituzioni (tra cui quella che vede in campo de Vrij per un dolorante Darmian), ma è l’Inter che ha il controllo di tutto. Naturale conseguenza è il 2-0, con Bastoni che ne salta due e tira dal limite senza che nessuno possa opporsi. Di fatto finisce qui.