Armando Gill: storia del famoso artista napoletano di inizio ‘900
Armando Gill: storia del famoso artista napoletano di inizio ‘900, nel post a cura di Napoli Fans
Tra i protagonisti della Napoli artistica del primo Novecento, spicca la figura di Armando Gill, nome d’arte di Michele Testa. Cantautore, poeta, attore e pioniere dell’intrattenimento musicale, è considerato uno dei padri del moderno cantautorato italiano. La sua carriera, lunga e brillante, ha lasciato un segno profondo nella tradizione musicale e culturale della città partenopea.
In questo post a cura di Napoli Fans esploreremo la vita, l’opera e l’influenza di Armando Gill, riscoprendo un artista che ha saputo fondere con ironia e talento la tradizione napoletana con le nuove forme dello spettacolo del suo tempo. Bentornati sul nostro portale!
Chi era Armando Gill
Armando Gill, al secolo Michele Testa, nasce a Napoli il 23 luglio 1877, in una famiglia piccolo borghese. Dopo aver completato gli studi e intrapreso la facoltà di giurisprudenza, abbandona presto la carriera accademica per seguire la sua vera passione: la musica e il teatro. Diviene così poeta, autore teatrale e soprattutto interprete di canzoni brillanti e sentimentali, in un’epoca in cui la canzone napoletana stava vivendo una profonda trasformazione.
Il suo pseudonimo, “Armando Gill”, è scelto ispirandosi allo spadaccino Martino Gill, vissuto all’epoca di re Filippo II.
L’invenzione del cantautore
Una delle peculiarità più interessanti di Armando Gill è che si ritiene sia tra i primi artisti italiani a cantare canzoni da lui stesso scritte, sia nel testo che nella musica. All’epoca, la figura del cantante-autore era rarissima, e Gill può essere considerato a buon diritto uno dei primi cantautori italiani.
Le sue esibizioni sono un mix di ironia, poesia e malinconia. Sul palco, interloquisce direttamente con il pubblico, si accompagna con la chitarra e recita versi poetici, creando una connessione emotiva che sarebbe poi diventata lo standard nel mondo della musica leggera. Le sue canzoni sono versetti recitati e accompagnati dalla musica.
Il successo di “Come pioveva”
Con lo pseudonimo di Gill, l’artista napoletano scrive la sua prima canzone nel 1896, dal titolo Fenesta ‘nchiusa, a cui segue anche ‘O surdato nel 1899, entrambe musicate dal maestro Vincenzo De Crescenzo ed edite da Santojanni e Bideri.
Il suo brano più famoso resta senza dubbio “Come pioveva”, scritto nel 1918. La canzone, malinconica e struggente, diviene un classico, amata dal pubblico per la sua atmosfera romantica e universale.
Questa canzone ha ispirato Ettore Scola nella scelta del titolo di uno dei suoi film più famosi, ossia “C’eravamo tanto amati”.
A questa segue anche un altro successo dal titolo ‘O zampugnaro nnammurato. Altri titoli famosi sono anche Nun so’ geluso, ‘E quatto ‘e maggio, Bella ca bella si’ e Palomma.
Armando Gill e il Cafè Chantant
Negli anni ’10 e ’20 del ‘900, Armando Gill è una presenza fissa nei più importanti Cafè Chantant di Napoli, Roma e Milano. In particolare, il Salone Margherita di Napoli fu il luogo dove consolidò la sua popolarità, esibendosi per un pubblico variegato, composto da borghesi, artisti, intellettuali e personaggi della buona società.
Con il suo stile elegante, l’umorismo fine e le melodie orecchiabili, Gill conquista le platee con naturalezza, portando la canzone d’autore nei locali dove prima dominavano solo la lirica e l’operetta.
L’ironia napoletana nei suoi testi
Uno degli elementi distintivi dell’opera di Armando Gill è la capacità di unire romanticismo e ironia, tipico tratto dello spirito napoletano. Le sue canzoni affrontano temi quotidiani, amori perduti, gelosie, speranze, sogni e disillusioni con uno sguardo sempre umano, accessibile ma mai banale.
Nei suoi testi si avverte l’eco della tradizione poetica napoletana, ma anche un linguaggio moderno, leggero e brillante, capace di divertire e commuovere allo stesso tempo.
Gli anni del declino e la riscoperta
Dopo il grande successo tra gli anni Venti e Trenta, l’avvento della radio e del cinema sonoro cambia il panorama musicale. Gill, artista della parola e della presenza scenica, fatica ad adattarsi ai nuovi media. Continua a scrivere e ad esibirsi, ma per un pubblico più ristretto e affezionato.
A circa 50 anni sposa Irma Fricchione, una giovane spettatrice conosciuta proprio durante il suo spettacolo e conquistata con una dichiarazione d’amore dal palco, improvvisata proprio per lei. Si ritira nel 1943.
Muore a Napoli il 1° gennaio 1945, nel silenzio di una città segnata dalla guerra. Per anni il suo nome è stato messo da parte, oscurato dai nuovi protagonisti della musica italiana del dopoguerra.
Negli ultimi decenni, però, la figura di Armando Gill è stata giustamente riscoperta, soprattutto dagli studiosi della canzone napoletana e dai cultori del cantautorato italiano.
Oggi viene considerato un pioniere, un innovatore, un artista completo che ha anticipato di decenni un modo di fare musica e spettacolo ancora attualissimo.
Curiosità su Armando Gill
- Firmava molte delle sue opere con il doppio pseudonimo di autore e cantante, creando una sorta di “doppia identità artistica”.
- Fu anche autore di scenette teatrali, testi umoristici e brevi racconti, pubblicati su riviste e giornali napoletani.
- “Come pioveva” venne incisa in decine di versioni, inclusa una registrazione su disco 78 giri molto ricercata dai collezionisti.
- Dal 2008 l’amministrazione comunale di Grottolella (AV), paese natio della moglie Assunta Irma Fricchione, ha istituito il Premio Artistico Musicale e Culturale dedicato ad Armando Gill.
Conclusioni
Armando Gill è una figura centrale nella storia della musica napoletana e italiana, troppo spesso dimenticata ma ancora straordinariamente attuale.
Il suo talento multiforme, il suo stile raffinato e la sua capacità di emozionare con semplicità lo rendono un artista da riscoprire e celebrare ancora oggi.
Se ami la cultura partenopea, la musica d’autore e la poesia del quotidiano, non puoi non conoscere Armando Gill.
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