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Calcio, 250 aggressioni contro gli arbitri in questa stagione: il decreto Abodi è un chiaro “ora basta”

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Arbitri nel mirino, aggressioni sempre più frequenti: il governo, accogliendo anche le istanze dell’Associazione nazionale arbitri (Aia), ha detto basta con il decreto presentato dal ministro Andrea Abodi che equipara i direttori di gara ai pubblici ufficiali. La misura arriva dopo una stagione che ha fatto emergere i contorni di una vera e propria emergenza sociale, specie nel calcio dilettantistico, quello di provincia, dove ad arbitrare ci sono spesso giovani alle prime armi. Sputi, schiaffi, minacce, morsi: il bilancio è stato particolarmente allarmante. Da inizio stagione sono stati 250 i casi di violenza, 371 giorni di prognosi.

L’allarme dell’Associazione italiana arbitri

L’Aia aveva denunciato «l’evidente necessità di aggiornare l’impianto normativo penale in maniera unitaria ed unanime, contro il gravissimo fenomeno della violenza nei confronti dei direttori di gara, costituente ormai una vera e propria emergenza italiana». La richiesta, avanzata dal presidente dell’Associazione, Antonio Zappi, era di «riconoscere ai massimi livelli la diffusa gravità di centinaia di crimini perpetrati nei confronti degli arbitri alla stregua di quelli commessi verso i medici nei Pronto Soccorso e dei docenti scolastici prima che sia troppo tardi, perché non vorrei diventare il primo Presidente dell’Aia a dover piangere sulla tomba di un proprio associato».

La risposta del governo contro i «vergognosi episodi» di violenza sugli arbitri

Una decina di giorni fa Zappi era stato ricevuto a Palazzo Chigi e al ministero della Giustizia. Nel corso degli incontri è stato affrontato il tema di un maggior coordinamento tecnico-giuridico a livello interministeriale e sono state valutate alcune questioni tecniche utili alla specifica definizione del perimetro di applicazione della nuova normativa in fase di emanazione.

Il riscontro concreto da parte del governo non ha tardato ad arrivare: nel Capo 3 del decreto, che reca “Disposizioni urgenti per l’organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché’ ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport”, si legge che «per rispondere alle esigenze dei vergognosi episodi che vedono troppo spesso i direttori di gara subire ignobili aggressioni durante lo svolgimento delle manifestazioni sportive, si vuole estendere agli arbitri lo stesso livello di protezione che il diritto penale assicura agli agenti di polizia, inserendo, quindi, all’interno del Codice penale l’impianto sanzionatorio già previsto dalla legge 401 del 1989». «Sto provando una grande gioia ed emozione per l’approvazione di questa legge storica», è stato il commento di Zappi.

Lo scioccante caso di Arezzo

Uno degli ultimi casi di aggressione verso un arbitro si è verificato ad Arezzo, dove il genitore di un calciatore di 12 anni si è introdotto nello spogliatoio arbitrale durante la premiazione e ha colpito il direttore di gara, un 18enne, provocandogli ferite che hanno richiesto il trasporto al pronto soccorso dell’ospedale. Il risultato? Una prognosi di 40 giorni causata da una serie di calci, pugni e, addirittura, da un morso e una sedia spaccatagli addosso. «Un episodio gravissimo, tanto più grave in quanto avvenuto in un torneo di ragazzi di 12 e 13 anni», aveva sottolineato Zuppi, ribadendo l’appoggio dell’Aia a una modifica del Codice penale.

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