Il peggior AD
Giorgio Aronne Furlani.
Potrei concludere qui il post e ci sarebbe poco da obiettare perché dati alla mano la sua gestione è un disastro sotto ogni punto di vista.
Andiamo con ordine, ossia dalla sua nomina ad amministratore delegato al posto di Ivan Gazidis.
Siamo a dicembre 2022 e lì per lì non si ha contezza della reale portata della catastrofe, si pensa a una sorta di traghettatore in attesa dell’estate. Quel che però sembra profilarsi in breve tempo è l’invidia, l’insofferenza nei confronti di una leggenda del Milan come Paolo Maldini, perché i riflettori nel bene e nel male sono i suoi. Chiunque al suo fianco vive al massimo di luce riflessa, è pacifico, figurarsi un portfolio manager ossia il nulla nel mondo del calcio. A nessuno della parte sportiva pesa la figura dell’ex terzino rossonero perché non c’è alcun motivo logico perché ciò possa pesarti: quello è Maldini. Fine. Lui no, lui non vuole uno spazio, lui sembra volere tutto il cucuzzaro: luci, ribalta ma soprattutto idolatria. Furly sembra mal sopportare il benché minimo “ma” figurarsi un uomo che rappresenta una leggenda vivente nel mondo del calcio riuscito per giunta a vincere da underdog uno scudetto da dirigente. Troppo per chi in fondo al massimo ha gestito un gruppo di quattro persone (Cardinale docet).
Per alcuni questo suo modo di porsi nella società (non solo il Milan) può tradursi nella più classica sindrome di Napoleone, per altri semplicemente non è in grado di gestire il confronto reagendo in modo infantile, per altri ancora è semplicemente inadatto al ruolo, per altri ancora è la versione in carne e ossa di Sheldon Plankton.
Fatto sta che a giugno 2023 Maldini e Massara vengono defenestrati e, rullo di tamburi, leggenda narra che mentre passeggiava fuori da Casa Milan da quella stessa finestra gli cadde in testa un tappeto o forse una tovaglia dando vita alla grande fiction milanista: Giorgio Maronne, l’uomo a cui appiopparono il Milan senza il benché minimo perché.
Pare che gli scriba bazzicanti intorno a Casa Milan dal tempo della sua fondazione, si ritrovarono inginocchiati difronte a Giorgio Maronne quasi per una forza divina (o forse per stare alla stessa altezza chi lo sa) venendo illuminati dal bagliore accecante dei suoi occhiali da sola.
Sempre secondo la leggenda, gli scriba intenti a baciargli mani, piedi e non solo gli ricordarono come nel mezzo del deserto di Atacatevearcazzo riuscì a trovare un televisore abbandonato e attaccando la spina nella sabbia vide la finale di champions sorseggiando champagne fuoriuscito dalle pietre e facendo deviare il pallone da Inzaghi con uno starnuto santo! Giorgio Maronne a quel punto abbassò il telefono e chiamò qualche rotocalcio rosa gridando Pare che sono penepotenziario, pare che sono milanistria, pare che sono santo! e da quel giorno nacque la leggenda di Padre Maronne, l’uomo a cui appiopparono la demolizione del Milan.
Padre Maronne preso da deliri di onnipotenza disse ai suoi discepolli il giocatore sbarbato acquistato per 50 milioni con il contratto scagliato può valere zero dopo un anno, ma il giocatore sbadigliato con il contratto ingiusto potrebbe comunque valere 30 milioni e fu lì che qualcuno incominciò a pensare “ma vuoi vedere che questo non è santo, ma un impostore? Come si fa a dire una cavolata del genere credendoci?”. Così leggenda narra che un discepollo alla sua presenza affermò Santità! Santità! Santonio con te verrebbe per 6 milioni, vado a prenderlo! ma alzando il dito per farsi vedere Padre Maronne esclamò e se poi te ne penti? E fu così che arrivò Paullo Forsechiama.
Sperando di avervi strappato un sorriso nel circo in cui stiamo vivendo da due anni a questa parte, si può dedurre che quel famoso “non sa lavorare in gruppo” in realtà sembrerebbe la proiezione di un proprio difetto, le ambizioni fortificate uno specchietto per allodole se non megalomania, essere l’uomo dei conti quando le cose vanno male e il deus ex machina quando vanno bene ricorda un po’ l’effetto dunning-kruger. “Riorganizzare” l’area sportiva intorno a Pioli e Moncada come uomini chiave e con i famosi dati al centro per poi cacciare Pioli e lasciare sempre vacante la figura del ds sembra rispecchiare in pieno l’effetto dunning-kruger.
Come dimenticarsi poi quanto accaduto con le indiscrezioni sull’arrivo di Ibra: a domanda posta in mezzo alla gente il buon Padre Maronne si affrettò a prendere un bambino per fare una foto santa pur di non rispondere e poco dopo uscì una bella foto santissima di Padre Maronne e il porporato per ribadire la loro unione santa!
Fatto sta che dunning-kruger sì, dunning-kruger no, anche dimenticandosi dello scudetto il Milan pre-impero bocconiano veniva da qualificazioni champions e le semifinali di quella stessa coppa. Il Milan bocconiano è arrivato ottavo fuori da tutto. Il Milan bocconiano è riuscito a non qualificarsi direttamente agli ottavi perdendo contro la dinamo zagabria allenata da Cannavaro. Il Milan bocconiano è riuscito a perdere lo spareggio con le riserve o quasi del feyenoord.
Quindi sui risultati sportivi un disastro, però come uomini dei conti…non uguale ma quasi.
Vediamo un po’, la buona prassi di chi dovrebbe tenere in ordine i conti in un’attività come il calcio passerebbe dal cercare di ridurre costi non strategici per reinvestirli nella squadra, nelle prestazioni sportive, perché sono queste che generano introiti a meno che non si creino competizioni chiuse o quasi da cui intascare i soldi pur facendo schifo (hai detto superlega?).
Bene, Furlani diventa amministratore delegato nel dicembre 2022 e da lì in poi alcuni costi come quelli per i servizi incominciano a crescere in maniera vertiginosa. A logica non sono spese strategiche per i risultati e soprattutto erano plafonate da anni: in soli tre bilanci passano da 51 mln a 91 mln e prendendo la voce “generale” (merci, materie prime, servizi e godimento beni di terzi) si passa da 65 mln a 125 mln. Siamo vicini a un raddoppio dei costi. Un lavorone dell’uomo santo dei conti.
Nel frattempo il costo delle rosa seppur in aumento a 206 mln (stipendi+ammortamenti) è inferiore al bilancio 19/20.
Va anche aggiunto che l’Amministratore Delegittimato ha potuto contare sulla congiuntura favorevole data dai risultati sportivi ereditati (scudetto e qualificazione continuativa alla champions) in grado di attrarre sponsor e di spuntare determinati compensi quasi automaticamente. Insomma niente per cui servisse chissà quale impresa. Ora, se quei costi per servizi e la voce “generale” fossero dovute a spese difficilmente scalfibili ci troveremmo con un salasso pari a 60 mln annui non presente prima della sua gestione, per intenderci l’equivalente della cessione di Tonali. Diciamo che con l’avvento dell’era bocconiana ogni anno si devono recuperare 60 mln di spese che prima non c’erano (hai detto rejinders?). Sarà tutta colpa sua? Non mi pronuncio, ma per quanto mi riguarda nemmeno come uomo dei conti della spesa in famiglia lo vorrei se questi sono i risultati.
Potrei continuare per parecchio tempo portando motivazioni a suffragio del titolo del post, ma mi limito a qualche punto.
E’ un AD delegittimato da tifosi e squadra che ha confuso l’autorità con l’autorevolezza. L’autorità è ciò che tu imponi sulla base di una scala gerarchica, l’autorevolezza è il rispetto dato dalle capacità che gli altri ti riconoscono. Ebbene per la prima ci sono bizzeffe di esempi a tratti anche imbarazzanti, la seconda traspare dalla sua credibilità ormai al lumicino tanto che le sue parole vengono giudicate al massimo come un sussurro di vento da tifosi, squadra e addetti ai lavori. Basti pensare a quanti ds ci hanno schifato e chissà quanti giocatori giustamente ormai ci schifano.
Allora concludo con la domanda che taglia la testa al toro:
se domani Furlani venisse congedato dal Milan, quale società sportiva gli farebbe amministrare il proprio club?
La risposta già la conoscete, nessuna.
Seal
P.S: negli ultimi tempi alcuni frequentatori della sala stampa si stanno scagliando contro Furlani e soci tramite social network. Chissà se questi moderni eroi digitali dalla mutanda sgommata riusciranno a porre gli stessi interrogativi e le stesse considerazioni in presenza dei diretti interessati o se come al solito perderanno le corde vocali. Anche qui la risposta già la conoscete.