Una dolcissima macedonia
Bonjour, garçons! Anvedi gli Ingiocabili? Non hanno proprio giocato, eh! Asfaltati! Sìììììì!!!!!! Tripudio! Delirio! Apoteosi! Catarsi! Ritiro tutti i “ Mai ‘na gioia”, disseminati nei miei pezzi da parecchissimo tempo. Certo, con il Milan “ Mai ‘na gioia”. Ma ci pensano gli Orrendi a inebriarmi. Sono entrati nella Storia. A modo loro. Dalla porta di servizio. Mai si era vista una finale di Champions con un un simile divario di gol. Che fantastica serata quella del 31 Maggio 2025! Dal triplete allo zerete il passo è breve. Brevissimo! Io, che ero abituata a deglutire macedonie amarissime, mi sono gustata una macedonia dolcissima, con tanto di 5 succulente pere. Troppa grazia, S. Antonio! A livello di verbi, dovendomi sorbire la mia dirigenza, mi sono sempre concentrata sui participi presenti. Sul participio presente di deficere, per esempio. Oppure ho contestato il fatto che dirigente sia un participio presente. No, è un idiota imperfetto, dicevo. Insomma, cercando di ridere per non piangere, mi sono dilettata in facezie. Be’, con l’onestà intellettuale che mi contraddistingue, devo riconoscere che anche i participi passati hanno un loro perché. E pure un per come. Ecco, intercesso mi piace un sacco. Nella sua asciutta, tagliente semplicità abbina due concetti che si integrano alla perfezione. Fanno un pendant perfetto. O no?
Eh, sì, una macedonia davvero dolcissima. Meravigliosa. Effetti collaterali spiacevoli? Uno c’è. Ho fatto un’incauta promessa. Se il Paris…. compro la maglia di Zizzo. Sì, sono disposta a sottopormi a questo tremendo sacrificio. Ogni promessa è debito. Io detesto Zizzo con tutta me stessa. Ho proprio un’idiosincrasia per lui. Ma non posso rimangiarmi la parola data. Andrò alla ricerca di una maglia, ovviamente tarocca in sintonia con il personaggio. Me la farò incartare, per evitare di prenderla in mano, e poi cercherò di sbolognarla, regalandola a qualche eventuale estimatore. Tutto questo, però, scompare di fronte alla gioiosa prospettiva di essere libera di guardare la Tv. Sì, perché, se avessero vinto, ci sarebbero stati epinici, peana a reti unificate. Per non correre il rischio di incappare nei soliti giullari nerazzurri e nelle scene di una Milano esultante a far da contorno al passaggio trionfale del pullman dei giocatori, avrei tenuto spento il televisore. Pericolo scampato alla grande! Alcune notti sono particolari. Mi regalano brividi. Di solito , purtroppo, è febbre. Ma stavolta sono stati brividi di gioia. Che spettacolo le facce livide e funeree di Marotta, Gravina e Ceferin in tribuna! Spiaze per i tre compari. E lo spettacolo in campo lo ha dato pure un grande PSG. Una superiorità tecnica e tattica imbarazzante. I Francesi hanno impartito una lezione di calcio agli arroganti che si ritenevano ingiocabili. Mamma mia, che asfaltata! Mi ha commosso la dedica di Luis Enrique alla sua piccola Xana. Sei un grande tecnico, Luis, e un grande uomo. Io ti mando un forte abbraccio.
Lasciatemi gustare in pace , per un pochino, la mia dolcissima macedonia. Come si fa a non godere per la disfatta degli Orrendi? Ci sono stati momenti in cui temevo il triplete. Poi il doblete. Ma la Champions, comunque, era l’obiettivo più importante. Il più prestigioso. Vederglielo fallire mi ha regalato un’emozione unica. So bene che questo non incide sul fatto che la nostra stagione sia stata disastrosa. Vedere loro in trionfo, però, avrebbe sparso sale sulle mie ferite brucianti. Così c’è stato un pochino di balsamo? Sì. Ma mi rendo perfettamente conto di quanto sia grave la nostra situazione. Di quanto siano indegne le mani in cui siamo caduti. Io vorrei che la contestazione continuasse senza sosta. Che chi ci ha ridotto così venisse continuamente ricoperto di insulti. Voglio questa gentaglia fuori dalle scatole! Pure i tifosi del Tolosa, un piccolo club dalle piccole ambizioni, si sono ribellati contro lo scempio della proprietà targata RedBird. Furlani e i suoi compagni di merende mi repellono. Quanto ti detesto, piccolo Napoleone di ‘sta ceppa. Cosa penso di Allegri e Tare? E’ presto detto. Io non ne posso più di allenatori giochisti che lasciano praterie, scorrazzando nelle quali chiunque ci trafigge. Mi infastidiscono quelli che “ Dobbiamo fare un gol in più degli avversari”. Voglio che la squadra sia equilibrata. Pretendo che si presti attenzione alla fase difensiva. Non sono un’esteta. Credo che la linea più bella per congiungere due punti sia il segmento. Non l’arabesco. La bellezza per me sta nell’essenziale. Ritengo che l’arte sia il minimalismo delle emozioni allo stato puro. Del bel gioco mi interessa il giusto. Giocando bene, di solito si vince. Io voglio vincere! Quindi preferisco Allegri ai vari De Zerbi, Farioli, Italiano e compagnia cantante. Tare? Almeno lui è un DS. Indubbiamente Max e Igli di calcio ne masticano di più degli incompetenti che scaldano le poltrone in via Aldo Rossi. Se, come biglietto da visita, però, mi presentano le cessioni di Tiji e Theo, mi cadono le braccia.
Insomma, che speranze posso mai avere, se al comando rimane tronfio quell’incapace di Furlani? Nessuna. Mi mangerò il fegato continuando a vedere lui, Scaroni, Ibra, Moncada. E anche Kirovski. Io non venderei mai Reijnders. E neppure Theo. Piuttosto cederei Pulisic, che pure non disprezzo di certo. Insomma, vorrei dare equilibrio alla squadra, per evitare di dover inghiottire macedonie amare fatte da tante pere. Costruirei un centrocampo robusto, per sgravare da compiti difensivi Leao e lasciare Tiji più libero e fresco per le sue incursioni offensive. Siccome penso questo, so che faranno l’opposto, perché è sempre andata così. Mai una volta che vadano in sintonia con i miei desideri. E temo che, mentre mi gusto la mia dolcissima macedonia made in France, quelli si diano da fare per vendere anche Rafa e Mike. Fatti più in là, Laocoonte, che arrivo io. Timeo Furly et dona ferentes. Una proprietà che non licenzia dirigenti che hanno creato un disastro sportivo, dovrebbe acquistare una fabbrica di scatole di sardine. Non un club di calcio. Mi arrabbio anche perché non gli riconosco neppure l’abilità, la furbizia nel fare i conti. Vabbè, un anno potrai salvare il bilancio, vendendo un paio di giocatori. Ma, così facendo, depauperi il patrimonio tecnico e il valore economico della rosa. In questo modo non raggiungi apprezzabili risultati sportivi e non guadagni i soldi che i risultati portano. A me starebbe pure bene essere nelle mani di speculatori. Ma li vorrei intelligenti. Non imbecilli come i nostri. Basta così, dai. Non voglio farmi andare di traverso la mia dolcissima macedonia. Un’ultima cosa mi preme dire. Je suis Paolo Maldini. Je suis Zvonomir Boban.
Chiara