Coppa Italia: è festa rossoblù
È iniziata con veemenza, la finale tra Milan e Bologna in un Olimpico vestito a festa. Prima Leao con dribbling e cross non sfruttato e poi Orsolini fermato da Maignan in modo pulito lanciato in porta. Due lampi che hanno acceso subito una sfida che ha visto poi inserirsi anche Castro e Jovic, che hanno chiamato in causa Maignan e Skorupski con conclusioni da vicino. Il tutto in dieci minuti di fuoco.
Dopo lo scatto da ambo le parti, l’intensità è andata scemando, con le due rivali a cercare di usare le loro armi migliori: i felsinei il palleggio e i lombardi le ripartenze. Al 38esimo un possibile fallo di Pavlovic su Holm, comunque fuori area, non veniva valutato come tale, facendo infervorare gli animi di Italiano e compagnia.
Le occasioni vere e proprie scarseggiavano a metà di un primo tempo che si accendeva dopo il giallo a Tomori per fallo su Ndoye. Poco prima dell’intervallo, dopo un colpo di testa di Holm salvato da Maignan Ferguson bloccava un contropiede di Leao con un intervento deciso che valeva la giusta ammonizione. I rossoneri, però, protestavano chiedendo il rosso anche per una gomitata di Beukema su Gabbia, senza smettere di lamentarsi neanche dopo il fischio che sanciva l’intervallo.
A inizio secondo tempo Leao seminava di nuovo il panico nella difesa bolognese, prima di essere fermato in corner. Lui e Ndoye ci provavano più degli altri sulle rispettive fasce sinistre. Non a caso, a sbloccare il risultato era proprio l’ala svizzera, che al 53esimo sfruttava una bella iniziativa verticale sulla quale Orsolini veniva anticipato da Theo, sul cui rimpallo arrivava l’11 bolognese, che fucilava Maignan.
La risposta milanista non era delle più eclatanti, e l’iniziativa più tambureggiante veniva espressa da un coast to coast di Fofana in seguito al quale lo scarico su Jovic non veniva concretizzato dal serbo. Conceicao realizzava il suo classico triplo cambio compulsivo inserendo Gimenez, Walker e Joao Felix per Jovic, Tomori e Jimenez. Ma il più in palla dei rossoneri era il solito Pulisic, che inanellava incursioni palla al piede e faceva anche ammonire Lucumí. Italiano rispondeva inserendo l’ex Pobega per Fabbian con l’obiettivo di rendere più folto il centrocampo.
L’evidente forcing finale del Milan era privo di idee precise, mentre il pressing preventivo del Bologna spiccava per il suo senso e il suo dinamismo. Il tutto con l’arbitro Mariani che perdeva pian piano il polso dell’incontro, non fischiando alcuni falli abbastanza evidenti.
Abraham e Chukwueze si aggregavano alla truppa d’assalto rossonera, mentre Beukema riceveva un colpo durissimo ed era costretto a finire la partita con una vistosa fasciatura alla testa e dopo aver perso molto sangue. Ma da parte rossonera c’erano solo cross su cross. I rossoblu resistevano e dopo 51 anni vincevano la Coppa Italiano. Un trionfo targato Vincenzo Italiano, che alla sua quarta finale finalmente usciva vincitore.
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