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EFC | Martedi la ripresa. Con il Parma un successo che potrebbe voler dire serie A

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Riprenderà martedi il lavoro degli azzurri, saranno quindi due i giorni di riposto concessi alla squadra. Dalla settimana prossima si inizierà a preparare il lavoro in vista della sfida di Monza, una partita in cui (in questo caso si deve ragionare al contrario) abbiamo tutto da perdere. Si, perchè la partita contro i brianzoli – già aritmeticamente retrocessi – potrebbe essere di quelle da non meritare nemmeno una quota alla Snai. Sappiamo, per esperienze vissute, quanto questo possa essere pericoloso se tutti i dettagli non vengono messi in pratica con il massimo dell’attenzione. Una partita importantissima quella di Monza, alla quale arriviamo forti dei tre punti presi ieri sera contro il Parma. Tra oggi e domani, con le gare di Lecce e Venezia, capiremo ancor meglio quanti questi tre punti saranno preziosi visto che, virtualmente, adesso siamo pure fuori dalle tre ultime posizioni. Quella con il Parma è una vittoria che fa a chiudere un ciclo lunghissimo di gare senza successi, ben venti. Si era detto alla vigilia che avremmo guardato soltanto al risultato, tutti gli altri discorsi gli avrebbe portati via il vento. Il risultato è arrivato, non privo di patimenti, ed è arrivato figlio anche di una prestazione importante fatta di volontà e cuore. Quello che resta impresso negli occhi, e nell’anima, è l’approccio alla gara degli azzurri. C’è un passaggio di Christian Chivu, nel dopo gara che è emblematico da questo punto di vista: “noi (il Parma, ndr.) sembravamo dei bambini che giocavano contro degli adulti”. L’Empoli è entrato in campo con quel fuoco negli occhi che non si sempre si era visto nell’ultimo periodo, dato questo che stava divenendo la vera preoccupazione per il finale. Un fuoco che si è trasformato nel gol del vantaggio dopo poco più di dieci minuti e che ha portato poi i ducali a restare in dieci uomini. E’ stata una partita monotematica, con i nostri che hanno avuto anche più di una occasione per centrare un meritato raddoppio. Però se non soffriamo non siamo contenti. L’unica vera palla un po’ più pericolosa messa dal Parma nelle nostra area, con ovviamente l’uomo in più per noi, si trasforma nel gol del pareggio. Un gol che arriva per il bello stacco aereo di Djuric ma anche per una non certo precisione di Vasquez nella lettura di quel pallone che gli rimbalza davanti. Da lì, arrivano forse i dieci minuti un pochino più complicati della gara. Poi però arriva l’invenzione umana, quella che va ovviamente oltre ogni schema tattico e che si differenzia unicamente per la singola qualità del giocatore. Anjorin, entrato un quarto d’ora prima, pesca il classico coniglio dal cilindro, andando a segnare un gol da stropicciarsi gli occhi a lungo. E qui si ritorna anche a quel dato che, alibi o meno, abbiamo dovuto raccontare per lungo tempo: le assenze. Bravi tutti ieri, nessuno escluso. Ma le qualità di alcuni singoli giocatori sono inequivocabili, e perdere gente come Fazzini ed Anjorin per lungo tempo si è visto quel che ha significato. Lo vediamo soprattutto adesso che ci sono, e senza i quali – ovviamente non ci sarà mai la riprova – forse non sarebbero arrivati i punti con Venezia e Parma. Parlando di singoli c’è soltanto Vasquez che merita di finire dietro la lavagna. Una partita praticamente inoperosa quella del portiere colombiano che, purtroppo, sbaglia nell’unica occasione in cui doveva essere determinante. I già citati Anjorin e Fazzini sono sublimi, con quest’ultimo che sta trovando quella forma che da tutto l’anno rincorre e rincorriamo. Oltre al bel gol che “stappa” la partita, sono diverse le giocate illuminanti del ragazzo che adesso merita ampiamente quel 10 sulle spalle. Dietro sono molto bravi, mancano soltanto i centimetri fisici per arginare ancora meglio Djuric, ma davvero il terzetto difensivo esce tra gli applausi. Marianucci, preferito a Goglichidze in partenza, dimostra sempre più grande maturità, Viti soffre solo un po’ l’altezza e la fisicità di Djuric, Ismajli è ormai monumentale. Ma, come detto, bene davvero tutti, da Grassi ad Henderson, da Pezzella a Gyasi. Anche Esposito che, sicuramene non è mai pericoloso sotto porta, gioca una partita davvero preziosa per i suoi movimenti ed i suoi tagli. Chi entra dalla panchina lo fa molto bene, con menzione aggiuntiva per Konate che confeziona il pallone che poi Anjorin fa diventare di platino. E questa gara porta con se la bontà della gestione tecnica di D’Aversa, che nel corso di questo difficilissimo girone di ritorno ha dovuto fare sempre di necessità, virtù. Ieri non è stato praticamente sbagliato niente, dall’approccio alla gestione in corsa. Se l’Empoli dovesse arrivare dove speriamo, va ricordato che i meriti di questo allenatore sono davvero importanti. Come detto, dovevamo vincere ed abbiamo vinto! Tornando a far godere il Castellani dopo sei mesi! Adesso non possiamo fare altro che metterci seduti ed attendere Verona-Lecce di questo pomeriggio e Venezia-Fiorentina di domani. Queste due sfide ci daranno in maniera ancora più evidente la proporzione della vittoria arrivata ieri. Però, adesso, la luce in fondo al tunnel la iniziamo a vedere!

D’Aversa va avanti con il 3-4-2-1 ma sceglie Marianucci per Goglichidze e riporta Cacace sulla trequarti. L’Empoli parte subito forte cercando di imporre il proprio ritmo alla gara, con Cacace che si fa vedere dopo 7′ mettendo fuori un colpo di testa. Dopo pochi minuti, da un corner calciato da Henderson, la palla arriva a Fazzini che non ci pensa due volte sparando sotto la traversa e mandando in visibilio lo stadio. E’ il minuto 11 della gara e l’Empoli va in vantaggio. Il Parma si vede timidamente al 20′ quando Pellegrino di testa mette la palla fuori alla destra d Vasquez. Dopo due minuti Valenti commette un fallo su Henderson e viene ammonito, giallo importante perchè dopo solo dieci minuti lo stesso giocatore ne prende un altro (stavolta il fallo è su Esposito) e cosi i crociati restano in dieci al 32′ del primo tempo. Il primo tempo non regala però grandi emozioni con gli azzurri a non sfruttare al meglio la superiorità numerica. Nella ripresa invece gli azzurri vanno a riprendere quel piglio aggressivo e nei primi minuti si vedono diverse volte dalle parti di Suzuki. Al 56′ un sinistro di Henderson esce davvero di un soffio. Un minuto più tardi è Fazzini ad andare vicino al bersaglio grosso. Al 62′ si innesca una potenziale azione pericolosa dei nostri ma Cacace pasticcia e tuto si ferma lì. Al 71′ D’Aversa manda in campo Anjorin, cambio che diventerà letale. Prima di questo però dobbiamo arrivare al minuto 73′ quando il Parma si trova clamorosamente a pareggiare l’incotro. Bella incornata di Djuric (entrato anche lui nella ripresa) con la palla che però rimbalza davanti a Vasquez che legge malissimo il tutto – complice anche Bonny che cerca di avventarsi su quello stesso pallone – e finisce in rete. I ducali, sulle ali dell’entusiasmo provano a cercare il colpaccio ed al 79′ Vasquez deve mettere i pugni per dire di ad un sinistro di Hernani. L’Empoli riprede immediatamente in mano le redini dell’incontro ed al minuto 83 è Marianucci a rendersi pericoloso con un tiro da fuori. Solo due minuti e tutto cambia. Konate pesca bene Anjorin, l’inglese avanza di qualche metro e fa partire un tiro magistrale che va a togliere la ragnatela sotto la traversa di Suzuki. Un gol da grande campione. L’Empoli torna avanti e controlla bene, al 94′ Konate la potrebbe ulteriormente chiudere ma trova la chiusura del portiere emiliano. Finisce 2-1 per noi, sugli spalti è festa grande, ed adesso la salvezza è più vicina.

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