Salone Margherita di Napoli: storia e curiosità
Salone Margherita di Napoli: storia e curiosità su uno dei luoghi più iconici della città partenopea, nel post a cura di Napoli Fans
Nel cuore pulsante di Napoli, in pieno centro e sotto la maestosa Galleria Umberto I, si cela una delle icone della Bella Epoque napoletana: stiamo parlando del famoso Salone Margherita, che si è ispirato ai celebri cabaret parigini come il Moulin Rouge e che, negli anni, ha ospitato tantissimi volti noti della cultura e dello spettacolo, non solo napoletani ma anche italiani.
In questi post a cura di Napoli Fans, ripercorriamo insieme la storia e alcune curiosità legate al Salone Margherita di Napoli. Bentornati sul nostro portale!
La storia del Salone Margherita
Il Salone Margherita di Napoli nacque nel 1890 dall’idea dei fratelli Marino, imprenditori napoletani che decisero di replicare il successo dei café-chantant francesi, che a quell’epoca erano famosissimi per i loro spettacoli. Su tutti citiamo il Moulin Rouge e il Folies Bergère, che ospitavano spettacoli di ballo e canto, in un’atmosfera gioiosa e di festa.
Il nome “Salone Margherita” fu scelto in onore dell’allora regina di Savoia, consorte di Umberto I, a cui è dedicata anche la Galleria sovrastante. Il locale fu progettato come un teatro sotterraneo, accessibile da via Verdi attraverso una scalinata in marmo, e si sviluppava sotto la cupola della Galleria Umberto I.
La sala era di forma circolare e offriva un’acustica eccellente. La capienza era di circa 800 spettatori. Il biglietto d’ingresso costava due lire e includeva una consumazione. Solitamente gli spettacoli iniziavano alle ore 21:00, con una pausa tra primo e secondo tempo.
Il Salone Margherita, nel suo insieme e finanche nella comunicazione, rifletteva in tutto e per tutto lo stile francese dell’epoca: infatti, il menù, i cartelloni pubblicitari, i camerieri di sala e perfino gli artisti riflettevano la lingua e i costumi della Francia di fine ‘800.
Il locale fu inaugurato il 15 novembre 1890, alla presenza della nobiltà, di uomini politici e di giornalisti famosi dell’epoca (tra cui citiamo Matilde Serao).
Fin dall’inizio l’idea si rivelò vincente, tanto da attrarre un pubblico nutrito, che ogni sera si godeva gli spettacoli degli artisti in scaletta.
Poco dopo, nel 1891, il locale passa di mano, finendo nelle mani dell’allora Direttore del Banco di Napoli, Giuseppe Marino, ed Eduardo Caprioli.
Gli artisti che si esibirono al Salone Margherita e il fenomeno delle sciantose
Il Salone Margherita è stato il palcoscenico di numerose sciantose, termine derivato dal francese “chanteuse”, che indicava le cantanti dei café-chantant. Tra le più celebri si ricordano, ad esempio, le artiste Amelia Faraone, Lina Cavalieri, Cléo de Mérode e La Bella Otero.
Queste dive affascinavano il pubblico con le loro performance seducenti e contribuirono alla nascita di un vero e proprio mito attorno alla figura della sciantosa, simbolo di femminilità e indipendenza dell’epoca.
Accanto a loro poi si esibivano anche attori e altri artisti della Napoli del tempo, come Raffaele Viviani, Bernardo Cantalamessa, Ettore Petrolini e Leopoldo Fregoli.
Nel 1898, il Salone Margherita fu tra i primi locali a Napoli a proiettare i film dei fratelli Lumière, segnando l’inizio del cinema anche nella città partenopea, invenzione che poi si è diffusa in tutto il mondo.
Nel 1909, per adattarsi alle nuove esigenze del pubblico, fu aggiunto un vero palcoscenico, trasformando il locale in un teatro a tutti gli effetti.
Il Salone divenne uno dei punti di riferimento della scena teatrale napoletana.
Il declino e la chiusura nel 1982
L’inizio della fine per il Salone Margherita lo si deve allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale. Il locale in questa occasione subì ingenti danni per via dei bombardamenti e chiuse i battenti. Riaprì nel 1943 ma l’atmosfera cambiò. Non era più il locale di prima della guerra.
Nel secondo dopo-guerra il teatro venne utilizzato per spettacoli di varietà e comici, ma senza mai riuscire a ritrovare l’antico splendore.
Chiuse definitivamente i battenti nel 1982. Negli anni recenti, il Salone Margherita è stato oggetto di restauri.
Oggi il locale ospita eventi, cerimonie e corsi.
Conclusioni
Il Salone Margherita rappresenta un capitolo fondamentale della storia culturale di Napoli.
Simbolo della Belle Époque partenopea e italiana in generale, il locale negli anni ha ospitato artisti di fama nazionale e internazionale, spettacoli passati alla storia, in un’atmosfera di festa e allegria. Ha fatto esplodere il fenomeno delle sciantose e trasferito un pezzo di Parigi a Napoli, grazie alle esibizioni alle ballerine di can-can.
Anche se il tempo ne ha offuscato la gloria, il suo ricordo vive ancora nelle memorie e nei cuori di chi ama Napoli e la sua straordinaria storia.
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