Opera in tre Atti | I movimenti di Venezia-Empoli
Adagio
Dopo tre sconfitte consecutive, di cui due casalinghe con squadre non esattamente trascendentali come Torino e Genoa, la trasferta di Venezia rappresentava uno spauracchio da esorcizzare in qualsiasi modo. Anche in quelli esteticamente meno leciti. Invece l’Empoli si è dimostrato nettamente superiore sul piano del gioco e della qualità rispetto ai lagunari di Eusebio Di Francesco. Gli azzurri sono usciti dal Penzo con un pizzico di amarezza per un pareggio che, alla vigilia, non sarebbe stato affatto disdegnato ma che, al termine del match, è risultato assai stretto agli uomini di D’Aversa. Il 2025 empolese comincia con il goffo errore di Vasquez che regala un subitaneo vantaggio al Venezia ma offre subito la pronta reazione caratteriale degli azzurri. Nessun contraccolpo psicologico ma solo la veemente risposta di chi vuole tornare a muovere la classifica, sottraendosi a un trend più negativo sul piano dei punti che su quello delle prestazioni. Tre sconfitte di fila, unite a infortuni, assenze, perplessità e mugugni da calciomercato, potevano trasmettere una massiccia dose di fragilità e incertezze al team di D’Aversa. Niente di tutto questo. Solo la granitica volontà di inaugurare al meglio il nuovo anno solare.
Andante
Devis Vasquez è il primo a essere consapevole di aver commesso un errore da matita blu. Un peccato di leggerezza che poteva costare carissimo agli azzurri. Nello stesso tempo sarebbe ingeneroso crocifiggere un portiere che, alla prima stagione in A in un ruolo delicatissimo, soprattutto in seno a una squadra nella quale si sono recentemente esibiti campioni di livello assoluto, si sta ritagliando uno spazio importante. Il portiere colombiano non è Guglielmo Vicario. Nessuno lo sarà mai più. Ma è pur sempre un ragazzo che sta disputando una stagione complessivamente positiva. Alimentare dubbi ed eccedere con le critiche serve soltanto a rallentarne la crescita temperamentale e, di conseguenza, a instillare insicurezza all’intera squadra. Con l’implosione del caso Fazzini, il gruppo ha bisogno di serenità e certezze, nella speranza che gennaio porti con sé alcune novità sul piano tecnico e numerico. La coperta è corta in vari reparti. D’Aversa è stato bravo a trarre il massimo dal materiale a disposizione ma non sempre le pezze riescono a rassettare i buchi.
Allegro
Esposito e Colombo stanno facendo gli straordinari lì davanti. L’ex doriano, giunto al settimo gol stagionale, è ormai una delle più liete sorprese dal calcio italiano. Il suo impatto con la serie A è stato sorprendente così come la sua continuità sotto rete. Da solo ha segnato più di un terzo dell’intero bottino azzurro: 7 gol su 19 totali. Teniamocelo stretto fino a giugno perché questo ragazzo ha dimostrato di aver ben poco a che fare con la lotta per non retrocedere. Lo stesso Lorenzo Colombo, sebbene talvolta impreciso e arruffone in area avversaria, si sta sbattendo con generosità e applicazione. La splendida assistenza a Esposito nel gol di Venezia è figlia della sua capacità di essere funzionale alla squadra e mentalmente calato a pieno nel progetto Empoli. È pur sempre un 22enne che non viene da stagioni esaltanti e deve ancora completare il proprio percorso di crescita. In particolare sul piano del cinismo e della finalizzazione. La società deve essere abile a individuare chi possa farli rifiatare, quando energie e tenuta atletica verranno necessariamente meno. Lo stesso post-Fazzini rappresenta un rebus, stanti le caratteristiche uniche in organico del prodotto del vivaio azzurro. Spetta a mister D’Aversa trovare nuove soluzione tattiche e inedite espressioni di gioco.
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