Il commento: “Riscatto e tanta pazienza: i buoni propositi per il 2025 viola”
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Il giornalista Stefano Cappellini, sulle colonne de La Repubblica, ha commentato il momento della Fiorentina, partendo dai buoni propositi per questo 2025. Le sue parole: Un anno di buoni propositi viola. Siccome l’ultima parte del 2024 è stata bella, ecco i nostri impegni per essere ancora più virtuosi nel 2025. Giuriamo di essere pazienti se Ikoné dribbla due avversari e poi crossa sullo stinco del terzino. Promettiamo di accettare altri sei mesi di Kouamé come vice centravanti anche se la sua missione nella vita è un’altra. Aspetteremo con fiducia che Pongracic torni in campo e dimostri di valere 16 milioni e, sia chiaro, non crediamo a una parola di quanti raccontano che Corvino ce lo ha venduto in autogrill dentro una confezione che sembrava nuovissima. Non diremo una parola se Biraghi vuole andar via perché non gioca, e nemmeno se Christensen volesse restare per lo stesso motivo. Garantiamo alla buoncostume, per i laici, e al parroco, per i credenti, che mai più ci scapperanno quelle espressioni forti quando Colpani viene servito bene in area e non stoppa il pallone, o se lo allunga, o se lo dimentica. Dice: però il ragazzo si sacrifica tanto. E fallo pure essere pigro. Mai più chiederemo a Beltran qual è il suo vero ruolo, sarebbe come chiedere a Borges che genere di letteratura scrive, né ricorderemo a Richardson quanti soldi ha preso il Reims per mandarlo in Italia sulle orme del padre, a calcio non c’è il tiro da tre, purtroppo. Non ricorderemo a Pradè che a gennaio arrivò come rinforzo un certo Salah, sarebbe una carognata alzare tanto l’asticella, ma gli ricorderemo volentieri che sono arrivati Keirrison, Benalouane e Tino Costa, perché va bene essere realisti ma c’è sempre un limite all’austerità. Non parleremo a Commisso di little cherries, ciliegine, ché non sappiamo se sa qualcosa di Vittorione e nemmeno come si dice balaustra in New Jersey. Ma soprattutto: custodiamo anche quest’anno le ragioni del nostro amore. Teniamo sempre a mente perché tifiamo viola, una cosa che non c’entra con vittorie o sconfitte, o acquisti e cessioni, e stadi coperti o scoperti. E c’abbiamo De Gea ma abbiamo tifato pure Lafont, e amiamo Comuzzo come prima di lui Malusci, e ammirando Ranieri ci torna in mente Celeste Pin, e ci godiamo Kean pure se chiede scusa dopo un gol alla Juve, e vogliamo bene a Edoardo come fosse figlio di tutti, e ci piace Adli pure in versione brillantinata, e stimiamo Palladino anche perché forse un giorno, speriamo lontano, non si comporterà da ex come Italiano, e del resto l’eleganza se non ce l’hai non te la puoi dare. Questo 2025 si annuncia un anno pieno di riscatti, obbligo o diritto conta poco, è il sostantivo che conta: riscatto.