Notizie

Roma, dalle perle di Dybala alla pennellata di Pellegrini: i 5 gol più belli del 2024

0 14
"Non si può dire che sia stato un anno tranquillo. Il 2023 che sta per concludersi lascia emozioni forti, contrastanti, a volte dolorose". Così cominciava l'elenco e il racconto dei gol più belli della Roma nell'anno solare 2023. A fine 2024 nulla è cambiato, anzi le cose sono precipitate. Niente finale europea, campionato chiuso al sesto posto nella stessa posizione e con gli stessi punti della stagione precedente. E soprattutto quattro (!) allenatori: Mourinho, De Rossi, Juric e adesso Ranieri. Più un Ceo dimissionario, senza contare altre figure dirigenziali meno in vista. Di gol belli e significativi, però, ce ne sono stati anche stavolta: ecco i cinque di questo 2024. Olimpico delle grandi occasioni, anzi grandissime. Quelle europee, anche se è derby col Milan e dopo la vittoria dell'andata a San Siro. Partita dominata al 'Meazza', altro capolavoro soprattutto nel primo tempo della Roma di Daniele De Rossi. Ad aprire di nuovo Gianluca Mancini dopo 10 minuti abbondanti, poi il simbolo di tutto quello che era e poteva essere la coppia Lukaku-Dybala. Palla in profondità per il belga, troppo potete e dirompente per Gabbia che rovina a terra nel tentativo di contrastarlo. Sul fondo, in area, finta che manda al bar Theo Hernandez e assist a Dybala. La Joya arma il suo mancino magico e la mette all'angolino a giro per il 2-0 che blinda la qualificazione in semifinale. È il gol che lancia la Roma, che fa dimenticare gli esoneri e la stagione un po' così, in quella notte è una Roma che può rendere possibile qualsiasi cosa. Purtroppo, solo una fiammata. Ma di quelle che scaldano anche quando, a distanza di mesi, le rivivi nella tua testa. La Roma si gioca il derby con l'effetto De Rossi ormai agli sgoccioli, ma dopo meno di due mesi DDR aveva risollevato la squadra portandola al quinto posto che a fine stagione avrebbe significato Champions. Vincere contro la Lazio avrebbe lanciato definitivamente i giallorossi a pochi giorni dall'andata dei quarti di Europa League col Milan. Ma era anche reduce dal brutto 0-0 di Pasquetta in casa del Lecce, che aveva fatto traballare qualche certezza. La zuccata di Mancini al 42' della stracittadina sull'angolo battuto da Dybala spazza via tutto e mette il punto esclamativo su un derby meritatissimo. Era il primo (e anche l'ultimo) per Daniele De Rossi sulla panchina romanista, nella settimana targata 'Mancio': gol alla Lazio e poi al Milan in coppa sia all'andata che al ritorno. Una firma forte che ha fatto fuori Lazio e Napoli dalla lotta Champions, avvicinando pure il quarto posto del Bologna. È stato l'inizio della fine: da lì a fine campionato la Roma vince solo due partite su sette, uscendo dall'Europa per mano del Bayer. È stato il gol che poteva far nascere una stella a Trigoria, invece è stato un lampo che non ha lasciato tracce. Dean Huijsen era arrivato a gennaio in prestito dalla Juve, ma con i crismi del predestinato anche per le parole di Mourinho e De Rossi. "È uno di quelli a cui chiederemo i biglietti per andarlo a vedere in finale di Champions", disse DDR. E in effetti la giocata dello 'Stirpe', dopo un primo tempo pessimo in cui il Frosinone meritava più di un gol di vantaggio, è da finale di Champions. Al 38' parte dal cerchio di centrocampo saltando un uomo, penetra verso l'area, poi col destro se la sposta dribblando un altro avversario e con lo stesso piede piazza un gol all'angolino da cineteca. Poi l'esultanza sfrenata alla CR7, i fischi dello stadio che doveva essere il suo e la sua reazione un po' fuori luogo. De Rossi, non a caso, lo richiama subito in panchina all'intervallo. Poi di Huijsen si ricordano diversi errori gravi, dal derby all'Udinese, ma quella giocata resta una meravigliosa sequenza da incorniciare. Siamo qui invece nel pieno dell'effetto De Rossi. In campionato quattro vittorie su cinque, fermandosi solo all'Olimpico con l'Inter e dopo un primo tempo dominato, in Europa League invece l'1-1 di Rotterdam nel playoff per accedere agli ottavi contro la squadra arrivata terza nel girone di Champions con la Lazio. All'Olimpico ci si gioca tutto, un altro sogno europeo, un altro sgarbo ai rivali diventati ormai storici che bramano la rivincita, ma resteranno a bocca asciutta di nuovo. Grazie a Lorenzo Pellegrini, che dopo il gollonzo di Gimenez ristabilisce la parità al 15' con una magia: destro da fuori area che si insacca sotto al sette. Era il magic moment del capitano, con De Rossi aveva aperto una serie di gol e giocate di altro livello. Meno di un anno fa, ma sembra davvero una vita viste le cose come stanno e il possibile addio a gennaio. L'1-1 quella sera resiste, poi ai rigori ci pensa superman Svilar a spedire la Roma agli ottavi. Un altro Dybala, per marcare i confini e stabilire di nuovo chi è che da queste parti porta gioia e bellezza ai tifosi di tutto il mondo. Scacciare le critiche, le nubi sul futuro, smentire chi lo vorrebbe via da Roma. E ancora contro il Milan, dopo la perla di aprile. A San Siro con i rossoneri la Joya non segnava da 10 anni, aveva la maglia del Palermo. In un momento decisivo per la Roma di Ranieri che spera di rientrare in qualche modo nella corsa Europa League, almeno per la Conference. Prima il vantaggio di Reijnders, poi il rischio di capitolare poco dopo. Quindi l'assist poetico di Dovbyk, con Paulo che si coordina e non perdona, al volo col destro. Bellissimo. Così come è stato bellissimo ricordarsi di averlo ancora a Trigoria. Menzione d'onore per altre due, forse tre perle di Dybala, tutte quelle al Torino. Due di quelle messe a segno a febbraio (la terza era un calcio di rigore), di cui una all'angolino da fuori area col mancino e l'altra con lo stesso piede da posizione defilatissima. Così come quella di qualche settimama fa, fatta di qualità, coordinazione ed enorme senso del gol.

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Read on Sportsweek.org:

Altri sport

Sponsored