Nico Gonzalez “rimpianto”? Non scherziamo. Ma ecco perché oggi manca
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'A Firenze alcuni lo rimpiangono'. 'Se segnasse spero che esulti'. Le parole di Rafael Stancanelli, ex agente di Nico Gonzalez, prendono, in qualche modo, il centro della scena dello Juventus-Fiorentina in programma questa domenica. Sul campo ci saranno tantissimi incroci da Kean a Vlahovic, fino all'osservato numero uno Nico Gonzalez, ex numero 10 della Fiorentina. Prima il rinnovo (fino al 2028), poi la promesse (il famoso 99% di Pradè) e parole di amore verso la piazza fino al passaggio in estate alla Juventus. Insomma, non il massimo considerando la storica rivalità di cui lo stesso Nico sarà sicuramente a conoscenza. Un dejavù, come direbbero nelle migliori delle commedie; dopo Chiesa, Vlahovic, ma anche lo stesso Bernardeschi, la telenovela estiva dell'ex 10 della Fiorentina è suonata tanto come un film già scritto. Fatti e promesse che poi, in un attimo, si sono ribaltati: cambio di programma totale dall'argentino presumibilmente (a detta di Pradè) dopo la vittoria della Copa America. La finale di Copa America ha avuto un impatto notevole sulla mentalità di Nico Gonzalez: quando ho presentato Palladino, ho detto 'al 99% resterà con noi'. Fortunatamente ho lasciato quel 1% di margine, è stata la mia salvezza. Sì, quella finale ha cambiato Nico. Così Pradè sul caso Nico Gonzalez in conferenza stampa alla fine dell'ultimo calciomercato estivo. Il progetto-Paladino non lo convinceva? E se fosse rimasto Italiano? Quali sono state le sue promesse alla società? La Fiorentina lo ha ceduto anche per una chiara questione economica (40 milioni)? A Firenze non vedeva più margini di crescita o magari si è ripetuto in testa che un treno come quello della Juventus passa una sola volta? Domande giuste, con situazioni che sarebbero sicuramente da chiarire e analizzare, ma però, alla maggior parte di questi quesiti, non abbiamo effettivamente una chiara risposta. Tornando alla realtà, Nico è andato (volutamente) a tutti gli effetti alla Juventus e, nel bene o nel male, il suo nome a Firenze è macchiato, o quasi meglio dire marchiato come uno dei membri del gruppo dei traditori. Dunque, spazio al pensier-comune del "grande affare a quelle cifre" e del "di giocatori così Firenze e la Fiorentina non ne hanno più bisogno". Tutto lecito, sia chiaro, dentro quella che è l'incosciente indole del tifoso: ferita dalla perdita del giocatore su cui più ha riposto le sue speranze. Vedere i numeri dell'attacco viola a livello realizzativo, soprattutto in campionato, fa riflettere, e non poco. Zero Ikonè, zero Sottil (seppur sia in crescita), zero Kouamè, uno Bove, tre Gudmundsson (due su rigore) e due Colpani (tra l'altro nella stessa partita). Al di là di Kean, la Fiorentina manca di incisività sulla trequarti. Gudmundsson non è mai stato sfruttato al 100%, Bove è stato sfortunatamente perso (anche se a livello realizzativo non fosse, quasi giustamente, così determinante) e Colpani si è rivelato, al momento, forse il vero flop della stagione. I MARCATORI VIOLA STAGIONALI AGGIORNATI Cosa manca al 'Flaco' (sostituto a livello di ruolo di Nico)? Tanto, a livello sia fisico che tecnico. La struttura, fisicamente gracile, non gli permette di proteggere bene la palla una volta pressato; dunque, deve fare obbligatoriamente riferimento alla sua velocità nello stretto e alla sua tecnica. Nel breve non è dei più fulminei, e nella rifinitura manca sia a servizio dei compagni, sia nel liberarsi per trovare trovare lo spazio per calciare. Colpani non è un esterno puro, e questo lo sappiamo, ma una volta che un "trequartista" viene schierato lì, deve avere, per le regole del ruolo, la capacità di saper calciare da fuori e assistere i compagni. In questo Colpani è stato praticamente nullo. Oggi, quindi, la Fiorentina ha un giocatore che, alla ricezione, può facilmente perdere palla a causa di un fisico non monumentale e che, palla al piede, fatica a sorpassare l'avversario e a trovare soluzioni per fare gol. A livello realizzativo, semplicemente il miglior marcatore stagionale della scorsa stagione della Fiorentina. Certo, nei momenti decisivi ha deluso (vedi ad Atene) e, spesso, ha avuto a che fare con parecchi infortuni, però la Fiorentina non è forse riuscita veramente a rimpiazzarlo. Un giocatore che, caratteristiche alla mano, è capace di saltare così facilmente l'uomo, di calciare da fuori e di segnare anche di testa, la Fiorentina in rosa non lo ha. Nico ti garantiva diverse soluzioni, sia quando gli avversari si chiudevano a riccio nella propria area (tiro da fuori e uno contro uno) sia quando era la Fiorentina stessa a difendersi bassa (velocità e contropiede). Non a caso, verrebbe da dire, aveva la 10 sulle spalle. Alla Fiorentina manca, dunque, Nico Gonzalez? Non proprio, ma un giocatore con certe caratteristiche sì. Gudmundsson potrebbe essere la chiave, ma ad oggi, tra moduli vari e una condizioni non ottimale, abbiamo visto poco, troppo poco. Sta a Palladino trovare per il suo 10 la giusta collocazione in campo e sta a Pradè, ma in generale al mercato, trovare una soluzione per dare all'attacco della Fiorentina una nuova imprevedibilità che in partite, come quella contro l'Udinese, in cui la marcatura su Kean è stata spesso triplicata, è effettivamente mancata. Risolto (con Kean) il problema-attaccante, sembra essersene creato un altro, quello della trequarti, per un attacco, quello della Fiorentina, che, negli anni, sembra quasi essere destinato a non essere mai veramente completo.