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Lettera di un tifoso: “Chi verrà al posto di Cairo non lo faccia per business”

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La redazione di Toro News torna ad aprire le colonne della prima e più grande testata on-line dedicata al Torino FC ai suoi lettori, i quali da sempre meritano di avere spazio. Gli indirizzi di riferimento a cui mandare le vostre lettere sono gli stessi: redazione@toronews.net o gianluca.sartori@toronews.net. Gli articoli su qualsiasi argomento legato al mondo Toro: i più meritevoli e significativi saranno settimanalmente pubblicati sul nostro sito. Oggi l'autore è Sergio Sattanino, un tifoso granata che riflette su storia e tradizioni del Toro in riferimento ad un possibile cambio di proprietà. Cari ragazzi del Torino, cari ragazzi granata, di questi tempi, non è facile essere del Toro, e tantomeno essere da Toro. Non lo è mai stato, ve lo garantisco, nemmeno l'anno dello scudetto del 1976, nemmeno nella finale UEFA con l'Ajax , ed in tante altre occasioni quando tutti assieme, in qualche modo, fummo capaci di convincere il fato a lasciarci in pace, Voi vorreste essere tra i piu forti, giocare nelle Coppe, vincere i derby come un tempo, Allora vi chiederete cosa aspetta Cairo a vendere. Bene non è molto che Cairo si è messo smentire categoricamente qualsiasi trattativa con Red Bull e gli sceicchi del PIF, che finalmente porterebbero quattrini al Toro, E adesso? Proviamo a pensare che quelli o altri come loro, acquistassero il Torino FC. Ma si fermerebbero lì, oppure metterebbero in discussione tutto e farebbero  grosse speculazioni in città, illudendo con qualche contentino ai tifosi. Ma cosa aspetta Cairo a vendere? Questo è da un po' che lo diciamo, sarebbe anche ora. Di questi tempi ho letto molti messaggi scritti da voi, e mi sono accorto che le vostre aspettative sul Toro sono molto diverse dalle mie, dopo 60 anni di ininterrotta passione granata. Infatti, secondo me, nessuna montagna di soldi ripagherebbe ciò che il Toro dal 1906 ad oggi è riuscito a realizzare per il calcio, quello vero, giocato con  i calciatori con la maglia granata addosso. Io vi capisco, sono stato giovane anch'io. Ma la mia consapevole passione per il Toro si formò diversamente dalla vostra Un tempo c'era quello che voi chiamereste "Corso di formazione per apprendisti tifosi del Toro". Non c'erano iscrizioni da fare ed era gratuito per tutti. Bastava recarsi al Filadelfia, che allora era tutto in piedi, entrare in un bellissimo cortile stile anni 20 e scegliere un capannello di ragazzi attorno ad un maturo tifoso o sostenitore che ti affascinava subito con i suoi racconti sul Torino di ieri e di oggi. Allora i ricordi erano il Grande Torino, la sua epopea, gli aneddoti su Capitan Mazzola, Maroso e altri, e qualche volta su Bartali e Coppi, che furono campioni all'epoca degli invincibili. Oggi è vero, ci sono le immagini, ci sono speakers che raccontano, ma non è la stessa cosa che parlare con qualcuno che aveva visto e sentito quello che narra e che era in grado di farvi provare, più o meno, le stesse emozioni che avevano provato loro. I tempi cambiano, certo, ma se qualche sciagurato non avesse distrutto quel cortile o l'avesse ricostruito anche moderno, come è stato, senza tenerlo chiuso tutto il tempo, forse qualcuno si troverebbe ancora là a raccontare non favole, ma ciò che veramente accadde. Allora potevano esserci delle  divergenze di opinione, ma non lacerazioni tra tifosi. C'erano scambi di sfottò ma quasi mai le contrapposizioni che ciascuno di noi deve subire nei social-forum. C'era rispetto e stima reciproca pur nelle diversità. Perché avevamo un denominatore comune che poteva essere il Fila o altro, ma era sempre un'atmosfera granata. Alla domenica qualcuno andava in Maratona, altri nei distinti ed al momento buono eravamo tutti ultras e si faceva un tifo indiavolato, tutto lo stadio. Per esempio chi c'era a Torino-Real Madrid e Torino-Ajax, dove lo stadio fece la Ola, se ne ricorda bene, come chi c'era ai famosi Derby vincenti lo sa bene. Oggi in realtà, non è sparito tutto. Provate a recarvi in una certa Villa Claretta di Grugliasco a trovare i Volontari ed i reperti ospitati del Museo Grande Torino. In quel luogo potrete osservare  gli oggetti e sentire (perché bisogna avere orecchio come diceva Iannacci) lo spirito originale ed i valori autentici  della Leggenda Granata, Patrimonio di tutti gli Sportivi e soprattutto di coloro che possiedono il granata nel cuore. Per mia esperienza ed a quanto mi è stato detto, potrete osservare immagini, oggetti, maglie, palloni, la Balilla di Meroni, tutto i reperti e tanto altro ancora insieme a ciò che rappresentò il Grande Torino con si suoi cinque scudetti consecutivi, così come dello scudetto, unico in Italia con il Toro al centro, in modo che, cucito, sulla maglia, risultava sul cuore. Tutta questa storia provate a sentirla poi mi dite. Una villa che fa da scrigno ad un tesoro inestimabile, ma non è l'unico. Quando siete in giro, guardatevi attorno e vedrete tanti campi di calcio intitolati alla Memoria del grande Torino, lasciatevi stupire in Liguria dei Bagni Bacigalupo, a Lisbona troverete tracce degli Invincibili, al Filadelfia, se possibile, fate due passi sopra il campo; è li che vinsero i Campioni. Sentite niente salire dalle suole? venite qui un po di volte, forse imparerete a avvertire quando il Toro, proprio in quell'azione, segnerà. Ogni tanto mi succede, e non solo a me. Attorno a voi, anche a Superga, potrete avvertire un'atmosfera diversa dal calcio di oggi, fatto solo di interessi e soldi, da non sapere più, di fronte a certi risultati, se una certa partita è regolare oppure no. Sarà possibile comprendere cos'era una bandiera, come Cravero, e cos'era un capitano del Torino. Quando vidi Gallo Belotti leggere la stele di Superga con passione, decisione, nonostante la commozione, rividi altri prima di lui e pensai che Belotti fu un grande Capitano. Purtroppo, per come lo trattarono e per come si comportò lui in seguito, rimase un' incompiuta e se ne andò in un silenzio che fece male a molti, me compreso, ma che per qualcuno fu come  uno schiaffo in pieno viso. Tutto ciò premesso, mi permetto di dirvi: ragazzi non lasciatevi fregare, non lasciamoci fregare tutti. Siamo ad una svolta, qualcuno forse se ne va, come più o meno ha detto lui stesso. Buon viaggio se veramente sarò cosi! Ma se chi viene lo fa solo per il business, stiamoci attenti. Ho letto che la storia del Toro, rappresentata dalla maglia color granata, in confronto a una grande operazione di marketing varrebbe poco. Costui che l'ha scritto non ha capito, La nostra storia non ha valore pecuniario ragguardevole, ma dura da più di un secolo. Il suo valore intrinseco  culturale non ha prezzo. E poi quando questa operazione di marketing finirà, cosa resterà di tutto il Toro? E nel frattempo cosa avremo vinto? Quante coppe, quanti scudetti? Saremo diventati un grosso Club come il Barcellona o saremo la caldera di qualche altra squadra straniera? Saremo immersi nel denaro, o torneremo in situazioni come quelle attuali? Non lo so, non abbiamo, per ora, nessun segnale a riguardo, solo che forse potrebbero cambiare la nostra storia, i colori sociali e il colore della nostra maglia. Attenzione, in questo caso, potremmo perdere tutto il valore affettivo, probabilmente la memoria collettiva verrebbe offuscata e non proveremo mai più l'emozione di uno stadio tutto granata, quando entrano i ragazzi, quando fanno goal, quando si canta tutti insieme salendo a Superga. Chi non conosce il proprio passato, non legge correttamente il proprio presente. State attenti ragazzi, che se vogliono il nostro nome, i nostri simboli per sostituirli con i loro è perché sanno che che gli conviene ed hanno un ricco tornaconto loro, non noi. Vincere scudetti e coppe è un onore. Bisogna decidere a che prezzo si vuole pagare una soddisfazione simile. Sergio Sattanino

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