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Piero Operto: la giovane promessa mai sbocciata

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Troppo giovane per un destino simile. Non era però troppo giovane, Piero Operto, per vestire una casacca così importante. Due anni al Casale bastarono al giovane terzino per mettersi in mostra, e nell'estate del 1948 il Torino lo tesserò, all'età di 22 anni. Piero era uno dei giovani che i granata avevano intenzione di istruire e allenare in modo che potessero diventare il Torino del futuro, e che la squadra torinese potesse continuare a vincere. Quella stagione, l'ultima della sua vita, Operto giocò soltanto 11 partite, dietro nelle gerarchie rispetto ad un colosso assoluto di quella squadra: Virgilio Maroso. Ma d'altronde quello era il suo ruolo, il ruolo di un giovane che doveva solo crescere, per far poi sbocciare il suo talento. Il suo talentò non sbocciò mai, e il 4 maggio 1949, di ritorno dalla trasferta di Lisbona, a soli 22 anni Piero Operto perse la vita insieme agli altri Invincibili. Oggi, Piero Operto di candeline ne avrebbe spente 98: il suo giovane volto, l'emblema di quello che avrebbe dovuto essere il glorioso futuro del Grande Torino, resterà immutato nella memoria del popolo granata, insieme a quello di tutti gli Invincibili.

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