Digiuno “letale” per la Triestina calcio
TRIESTE. Al Rocco il percorso della Triestina di Santoni è incappato nel terzo stop di misura su quattro partite ufficiali (c’è anche quella di Coppa con il Trento). Non è un gran viatico specie per il morale del gruppo e dei tifosi che legittimamente sono indispettiti. Ma perdere una partita come quella di domenica, seppur in casa e contro una neopromossa, non è la fine del mondo specie al terzo impegno di campionato e in una gara che, per il gioco espresso, di solito si vince o si pareggia. Il -6 da Padova e Renate fa impressione ma il tempo per rimediare c’è. Purché la squadra e lo staff facciano tesoro di errori che vanno limati il prima possibile. Un aspetto è l’approccio troppo morbido che può e deve essere corretto. La mancanza di incisività davanti può essere rettificata ma non è semplice risolverla con gli attaccanti messi dalla società a disposizione di Santoni.
LA PRESUNZIONE
Tutti hanno potuto constatare, sia a Legnago che al Rocco con il Caldiero, un atteggiamento poco reattivo in avvio di gara. È prima di tutto un atteggiamento mentale. È come se i giocatori entrassero in campo con la presunzione di avere il tempo per dominare la gara. E invece, specie le squadre meno attrezzate tecnicamente, corrono all’inizio ed entrano come nelburro nella difesa alabardata. Difesa che non è d’acciaio anzi e senza Frare (ma si sapeva al momento dell’acquisto che doveva smaltire un infortunio) e con Vallocchia terzino sinistro improvvisato per necessità, lo è ancor di più. Il gol di Marras è stato spettacolare ma gli avversari hanno affondato altre due volte (era successo anche con la Clodiense). I centrocampisti devono stare più accorti e non perdere palloni.
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IL CENTROCAMPO
La Triestina, grazie ai centrocampisti e davanti soprattutto a El Azrak e D’Urso, contro il Caldiero ha cominciato a macinare gioco. Ha dominato l’avversario con una rete di passaggi bassi (e non solo con costanti cross) e di inserimenti che hanno messo alle corde l’organizzazione di mister Soave. E questo è un aspetto indubbiamente positivo del lavoro che sta svolgendo Santoni.
I DUBBI
Il fatto di far giocare assieme Braima, Voca e Correia ha dato peso alla mediana anche se le caratteristiche dell’ex Porto sembrano piuttosto sovrapponibili a quelle di Correia (del resto era stato preso anche in previsione di una possibile sostituzione del franco-senegalese). Il miglior talento della squadra che tutti pensavano se ne andasse quest’estate non sembra riuscire a esprimere tutte le sue potenzialità giocando più avanti.
ATTACCO DEBOLE
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Posto che le assenze degli esterni ha condizionato la prestazione soprattutto nei cambi e quindi nel rendimento della squadra nella ripresa, D’Urso ha illuminato il gioco per una mezz’ora. Si sa che l’ex Cosenza ha un’autonomia limitata accentuata dal fatto di giocare da esterno anzichè da sotto punta. El Azrak fa sempre il suo ed è un giocatore di sicuro affidamento. Le punte invece non hanno le caratteristiche del bomber. Vertainen ha qualità atletiche e tecniche di rango ma tende a decentrarsi mentre Krollis è tutto da scoprire. Entrambi comunque nelle ultime stagioni hanno giocato pochino e si sa quanto conti essere utilizzati con continuità. Non a caso Menta sul mercato aveva cercato una punta abituata alla C come Bortolussi che infatti a Padova segna. Olivieri ha potenzialità e potrà dare una mano ma anche lui è reduce da una stagione di scarso utilizzo e non è un bomber. Quando una squadra fa decine di cross (a Legnago), corner a grappoli e una decina di palle-gol senza segnare c’è un problema. Il digiuno da reti è letale. E la soluzione non è dietro l’angolo. —