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Calcio Padova, l’appello di Giordani: «Sosteniamo la squadra, è patrimonio della città»

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«Più che da sindaco, vorrei fare un appello con il cuore di tifoso. Per me il Padova è importante, è un vanto per tutta la città. Senza i tifosi non si potrà mai vincere, spero che cambino idea e tornino a sostenere non tanto la società, tanto meno l’amministrazione, ma i nostri colori».

Sergio Giordani non è un sindaco che chiama spesso i cronisti: né per lamentarsi o contestare gli articoli, né per chiedere spazio o sostenere i suoi progetti. Ieri però ha chiamato in redazione per un unico motivo: fare appello ai gruppi del tifo organizzato di sospendere lo sciopero in atto con il rifiuto di sottoscrivere abbonamenti e di sostenere la squadra nelle partite all’Euganeo del prossimo campionato.

Sindaco, perché ci tiene tanto a questo appello ai tifosi?

«Sono stato 10 anni nel Calcio Padova e so bene quanto siano importanti. Pensare a giocare una partita in uno stadio senza tifosi è assurdo. Spero vivamente che cambino idea».

I supporter biancoscudati all’Euganeo non si sentono più a casa. E contestano anche la società.

«Capisco la loro delusione per la curva, lo sono anch’io e mi dà fastidio vedere quella struttura chiusa. Sento la responsabilità di dover completare un progetto che era nato con l’intenzione di portare proprio i tifosi il più vicino possibile al campo di gioco».

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Partiamo proprio da questa curva che sembra maledetta. Quando sarà pronta?

«L’obiettivo è che sia fruibile per l’avvio del campionato dell’anno prossimo. Purtroppo abbiamo dovuto ricominciare tutto daccapo, per di più con una diatriba tra noi e la ditta che è stata cacciata. È stato molto complicato e i funzionari del Comune stanno lavorando in maniera importante. Poi per non perdere il finanziamento del Credito sportivo dobbiamo finire anche i palazzetti sul retro».

Che passaggi mancano?

«Tra pochi giorni il progetto esecutivo arriverà in giunta, poi bisogna fare la gara d’appalto e quindi i lavori. Glielo ripeto: abbiamo dovuto ricominciare tutto da zero».

Alla fine sarà un po’ un pugno nell’occhio quella curva?

«Realizzeremo anche i corpi laterali per collegare la nuova curva alle tribune. L’Euganeo non sarà mai bello, ma diventerà decente. L’importante è portare i tifosi a 6 metri dalla linea di fondo, che è il vero plus per la squadra».

C’è anche un problema di sicurezza: il questore ha chiesto interventi molto costosi. Chi sosterrà queste spese?

«Stiamo lavorando con il presidente e con l’apporto del questore. Sono fiducioso che si troverà una soluzione. Dobbiamo sederci attorno a un tavolo e capire come fare, ricordandoci che purtroppo siamo in serie C».

A proposito di presidente, è un problema che Francesco Peghin sia un suo oppositore politico?

«Assolutamente no, non mi interessa. Lo conosco da sempre ed è una persona che stimo. È uno sportivo e ci mette sempre la faccia. Anzi, spero che altri imprenditori si impegnino per sostenere la squadra come sta facendo lui».

Anche Joseph Oughourlian è finito nel mirino dei tifosi.

«È importante che rimanga a Padova, ha fatto degli investimenti e non se ne trovano tanti come lui. Certo immagino sperasse di fare meglio come risultati sportivi».

La società è bersagliata di critiche.

«Guardi, io credo che il primo proprietario della squadra è la città. I tifosi devono stare vicini alla società, perché è un bene comune. Io sogno di avere il Padova presto in serie B, come sindaco e come tifoso. Possiamo vincere solo se siamo tutti uniti: in questi anni lo abbiamo dimostrato nel governo della città, ora dovremmo farlo anche con il calcio».

Tra i più contestati c’è anche il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli, che forse è poco empatico.

«Lui ragiona in termini economici, ma è il suo mestiere. Quando ero presidente c’era Pietro Aggradi che era bravissimo. Lui diceva: meno cambi, meno spendi, più vinci. È per questo che apprezzo la politica che sta portando avanti la società: penso sia giusto cambiare poco e fare innesti di qualità».

Tra tre anni sarà terminato il suo mandato da sindaco: non ha voglia di tornare a dare una mano al Calcio Padova?

«Io torno a fare il mio lavoro, che è l’imprenditore. E poi vorrei anche riposarmi un po’».

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