Il presidente della Lega dilettanti: "I giovani sempre più violenti in campo e altrove"
Anche il presidente della Lega Nazionale dilettanti della Toscana Paolo Mangini interviene sul fatto e rilancia l’attenzione a problemi che vanno al di là del fatto sportivo. «Non ci sono parole per commentare il grave ed ingiustificabile episodio di violenza che merita una ferma condanna; un’aggressione vigliacca a persone indifese da parte di elementi che certo non possono essere definiti tifosi e che auspico possa rimanere isolato - spiega Mangini -. Un episodio che non contribuisce certamente a restituire serenità al nostro movimento e che rischia di ingenerare una percezione di insicurezza nei giocatori, dirigenti, direttori di gara e famiglie là dove, invece, avremmo bisogno di ritrovare quella passione e quel desiderio di stare insieme di cui la pandemia ci ha privato per molto tempo».
Un raid, così l’hanno definito i dirigenti della Rondinella l’aggressione nei confronti dei giocatori della squadra juniores, e dei genitori, rei di aver vinto in una gara del campionato juniores provinciale contro il Fiesolecalcio con un rigore a tempo scaduto. Al triplice fischio dell’arbitro, gli animi erano ancora accesi, in campo e sugli spalti. E proprio chi era fuori dal rettangolo di gioco ha pensato bene di aspettare, davanti allo spogliatoio del campo Poggioloni delle Caldine, i giovani calciatori della Rondinella. Appena usciti una quarantina di persone, con in mano caschi e bastoni, si sono presentati per colpire gli avversari. E così è successo: hanno aggredito non solo i giocatori ma anche i genitori che erano lì ad attenderli.
«Erano circa 40 e si sono messi su due file - ha spiegato un genitore presente, che è stato anche lui colpito - hanno aspettato che passassimo e poi hanno chiuso le file. Dapprima qualche sputo poi ci hanno colpiti con manici di scopa e caschi. Abbiamo chiamato i carabinieri ma erano riusciti tutti a dileguarsi tranne uno che è stato trattenuto dal nostro allenatore. È stata una cosa davvero incredibile, sporgeremo denuncia, penale e alla giustizia sportiva».
Al termine della colluttazione due calciatori della Rondinella sono finiti al pronto soccorso per le botte riportate uno con un ematoma allo zigomo e per l’altro un ginocchio gonfio. I carabinieri stanno cercando di identificare i partecipanti. Un’aggressione incredibile, come si spiega? «Spero in primis che i colpevoli siano prontamente individuati ed esprimo la mia vicinanza e solidarietà alle persone (atleti, dirigenti, famiglie) che sono state oggetto della vile aggressione ed auguro una pronta guarigione ai due atleti che sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso e al presidente della società Rondinella Marzocco con il quale ho avuto modo di parlare direttamente dopo l’accaduto».
Un problema che va al di là del calcio, presidente? «C’è un malessere della società. Lo possiamo vedere anche in quello che succede fuori dalla scuola o in altre realtà . Bisogna porsi una domanda e fare una riflessione generale con tutte le agenzie formative. Come mai non solo nel calcio? Quando ero presidente del settore giovanile e scolastico abbiamo fatto e sviluppato tante iniziative per i ragazzi, gli allenatori e i genitori per evidenziare l’importanza del gioco e del fair play. Ma adesso questo malessere è sempre più diffuso e talvolta degenera in fatti che non sono legati allo sport o alla scuola.
Per questo credo che sia necessaria una riflessione da parte di istituzioni pubbliche, scuola, famiglie e organismi sportivi che vada al di là di questo episodio. I numerosi fatti di violenza che vedono protagonisti ragazzi in ambiti diversi (scuole, locali pubblici, esternamente agli impianti) sono il segno indiscutibile di un malessere sul quale dobbiamo intervenire prontamente ognuno per la propria parte». Gli ultimi episodi prima del lockdown erano stati legati a fatti di razzismo nei confronti di ragazzi di colore. In molti era l’arbitro il bersaglio. Qui sembra qualcosa di diverso.
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