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Mondiali ciclismo 2025, Ciccone ha dato tutto. Italia tagliata fuori su questi percorsi, ma c’è speranza per il futuro

Un altro anno senza podio per l’Italia ai Mondiali di ciclismo, per non parlare da quanto tempo manchi la vittoria. A Kigali ieri sarebbe servito un miracolo per indossare la maglia iridata, vinta per il secondo anno consecutivo da un fenomenale Tadej Pogacar; mentre per centrare una medaglia forse è mancata un po’ di astuzia e probabilmente anche un po’ di gamba a Giulio Ciccone, che ha comunque concluso sesto al traguardo dopo una prova generosa.

L’abruzzese ha corso con coraggio e con la grinta che sempre lo contraddistinguono. Ha lottato, sofferto e ci ha provato su un tracciato davvero durissimo, in una rassegna iridata in cui i primi due posti sembravano comunque già occupati da Tadej Pogacar e Remco Evenepoel. Ciccone ha terminato sesto ad oltre sei minuti dal vincitore e forse c’è il rimpianto di non aver seguito l’attacco di Ben Healy, che poi è stato quello decisivo per giocarsi almeno il bronzo.

Il sesto posto è comunque un risultato più che dignitoso per il capitano dell’Italia. Probabilmente un Ciccone un po’ più in condizione (il problema fisico avuto durante la Vuelta lo ha un po’ rallentato nella preparazione) avrebbe potuto ottenere sicuramente qualcosa di più, ma in ogni caso l’abruzzese è riuscito ad onorare il Mondiale, mettendosi alle spalle corridori che partivano anche con un pronostico più favorevole alla vigilia come il messicano Isaac Del Toro, lo spagnolo Juan Ayuso ed il britannico Thomas Pidcock.

Al traguardo sono arrivati solo tre azzurri in un Mondiale chiuso solamente da trenta atleti. Andrea Bagioli ha dato tutto per Ciccone, restando sempre nelle posizioni di vertice e correndo davvero per il capitano. Buone cose fatte anche da Gianmarco Garofoli, mentre forse si sono spenti troppo presto corridori come Matteo Sobrero (in difficoltà su un tracciato così duro) e Lorenzo Fortunato, da cui ci si poteva aspettare di più.

Nel complesso resta la sensazione che l’Italia su questo tipo di percorsi e con un tale parterre di avversari abbia ben poche possibilità di provare a vincere un Mondiale. Servirebbe un tracciato da velocisti con un Jonathan Milan protagonista o uno adatto ad eventuali finisseur come Filippo Ganna, assolutamente tagliato fuori in questi contesti dalle troppe e dure salite.

Il futuro, però, è un po’ più azzurro se si pensa a quello che è riuscito a fare Lorenzo Finn negli Under 23. Un trionfo mondiale per un ragazzo che è da sempre considerato un talento cristallino non solo del nostro ciclismo, ma anche internazionale e che dalla prossima stagione si spera possa cominciare un percorso che lo possa portare a lottare tra i professionisti, perché in Italia c’è davvero tanto bisogno di un talento d’oro come Lorenzo Finn.

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