Mantova – Ostello dei Concari
Non avevamo in programma di andare via, ma questo spring break prolungato e il ponte del XXV Aprile faceva parecchio gola per sperimentare la la prima minivacanza in bicicletta in quattro!
L’intenzione era quella di non andare troppo lontano da casa per evitare lunghi viaggi in auto, mantenere un chilometraggio relativamente breve per permettere a Ceci di non impazzire al suo primo giro lungo con il FollowMe a disposizione, avere una meta carina da vedere e visitare e non spendere una fortuna che male non fa!
Una rapida ricerca tra alcune tracce e itinerari pianificati tempo fa ed ecco che parte l’operazione Ostello dei Concari partendo da Mantova e relativo ritorno il giorno successivo.
Si tratta della prima vera mini-vacanza in bicicletta di famiglia e riempire dopo tanti anni nuovamente le borse Ortlieb, compagne di tante avventure in passato, fa un certo effetto.
Per una notte in ostello non dobbiamo di certo portarci chissà che cosa, ma chi viaggia lo sa, una notte o una settimana non cambia così tanto nel fare le borse, soprattutto quando le previsioni dicono che potrebbe piovere!
Questa due giorni è soprattutto un test per l’assetto che sarà poi quello che ci accompagnerà nelle prossime avventure, io con il carrellino con Iacopo, mentre Ceci per la prima volta potrà decidere di pedalare da sola, pedalare trainata da Maddi col FollowMe oppure, in caso di ko tecnico, non pedalare ed entrare nel carrellino pure lei.
Così dopo un pranzo tranquillo in un locale che si affaccia su Piazza Ducale partiamo verso la nostra meta, costeggiando prima il Mincio e poi uscendo dalla città lungo la Ciclabile del Sole che ci porta in mezzo a campi verdissimi e prosegue verso il canale Fossetta che ci accoglie con le sue nutrie e gli aironi.
Causa argine del Mincio franato deviamo verso quello del Po su uno sterrato compatto, da qui in poi è una volata verso Governolo per evitare il possibile temporale che si intravede all’orizzonte!
Missione compiuta ed eccoci finalmente all’Ostello dei Concari dove Ceci e Iachi scorazzano liberamente dandoci modo di smontare tutto il nostro armamentario.
Doccia, un po’ di relax, aperitivo al bancone del bar chiacchierando coi nuovi gestori, cena con giretto nella ridente Governolo (dove non c’è assolutamente nulla) e poi tutti a dormire.
Ci si sveglia come sempre troppo presto (ma su questo ci stiamo lavorando) e lasciamo dormire un po’ di più la mamma andando a fare un giro lungo l’argine alla ricerca delle capre.
Non raggiungiamo il nostro obiettivo, ma tiriamo quel tanto che basta per fare colazione a un orario consono senza svegliare l’intero ostello che voleva dormire un po’ di più.
Il ritorno verso Mantova sarebbe lungo la stessa strada del giorno prima, ma poichè questa cosa va contro la mia religione decidiamo di azzardare il passaggio lungo il Mincio dove l’argine è crollato.
Si tratta di un’avventura nell’avventura, su e giù per l’argine aggirando le transenne e poi via di nuovo fino al bar di Borgo San Vito prima di vedere Ceci e Maddi partire in fuga!
Siamo nel tratto più bello della ciclabile quando, dopo aver intonato tutti insieme Bella Ciao tra i campi di papaveri, Ceci ci chiede “Come mai ieri era festa?”. E così, cercando di far capire a una bambina di cinque anni cosa sia la Liberazione e cosa hanno fatto i partigiani ottanta anni fa, ci avviciniamo a Mantova per chiudere il nostro miniviaggio.
Fino a qualche chilometro dalla meta Ceci ha pedalato senza problemi attaccata con il FollowMe, si è sparata quasi 20 km, poi stanca morta decide di fare l’ingresso trionfale in città a fianco del fratello nel carrello!
Optiamo per sdraiarci lungo il fiume dove c’è lo Streeat Food Truck Festival, ci godiamo la primavera e il primo caldo dell’anno con Ceci e Iachi scatenati, poi un caffè, la classica sbrisolona e poi back home!
Una mini-avventura semplice, niente di difficile, luoghi sperduti che a prima vista sembra che abbiano anche poco da offrire, ma basta davvero poco per rendere tutto speciale e avventuroso!
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