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Oggi i primi ostacoli del Giro 2021

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Il mattinale di Francesco Dani – Merlier non solo velocista, Ganna conferma la sua grandissima condizione. Verso Canale attenzione ai colpi di mano

Com’è andata ieri

Com’è previsto non si è usciti dal canovaccio della volata. Addirittura la fuga si è limitata a sole tre unità, poi diventate due, riassorbite dal gruppo decisamente presto. Talmente presto da regalarci qualche secondo di spettacolo con il traguardo ad abbuoni di Vercelli: Evenepoel prova a prendersi i secondi di abbuono, forse pensando a Milano, o più probabilmente a prendere la maglia rosa nei prossimi due giorni; ma per sua sfortuna viene stretto nella morsa Ineos, con Ganna che rinforza il vantaggio e Moscon che agguanta un secondino utile a restare a galla per prendere la maglia rosa una volta che l’avrà persa Ganna. Insomma, i nomi che si giocano la maglia rosa oggi a Canale si sono già stuzzicati ieri.

Da notare la forma impressionante che Ganna ha ritrovato a questo Giro d’Italia, palesata oggi (oltre che in occasione del traguardo volante) quando tenendo davanti Bernal si è trovato spalla a spalla con i treni dei velocisti. Un Ganna già al vento a 4 km dal traguardo che ricevendo solo un cambio da Narvaez è rimasto in testa al gruppo fino a circa 800 metri dal traguardo.

Si può dire quasi la stessa cosa di Edoardo Affini che ha fatto un’incredibile menata per portare avanti Dekker e Groenewegen, imboccando in testa l’ultima curva e rimanendo davanti ben oltre l’ultimo chilometro. Ma, venendo alla volata vera e propria, Dekker ha perso la ruota del compagno proprio all’ultima curva, un errore decisivo che è costato a Groenewegen diverse posizioni e un notevole sforzo per rimontare. Se Dekker fosse rimasto a ruota di Affini la Jumbo avrebbe avuto il treno nettamente più organizzato del giorno. Viceversa assolutamente da rifare la volata UAE: durante l’attraversamento del sottopasso Gaviria perde la ruota di Richeze per mano di Nizzolo; né Richeze, né Molano se ne accorgono e addirittura si disuniscono a loro volta uscendo dalla rotonda. Solo a questo punto Richeze si volta e vede che Gaviria è più indietro, rialzandosi; quando Molano lancia lo sprint si volta a sinistra e non vede Gaviria che esce sulla destra dalla ruota di Merlier e porta a compimento il disastro rischiando di far cadere un Gaviria che comunque non è esente da responsabilità.

Volata impressionante di Merlier che lancia uno sprint piuttosto lungo, cominciato anticipatamente per chiudere il buco che si era creato dietro Viviani. Solo Nizzolo ha avuto la prontezza e le gambe di seguirlo, ma non lo spunto necessario a superarlo. Senza elencarli tutti, gli azzurri nelle prime posizioni sono tanti, a partire da Filippo Fiorelli che coglie un piazzamento di altissimo livello per la Bardiani (e ovviamente per se stesso). Da notare come sia Merlier che Nizzolo non siano dei semplici velocisti, ma anche corridori di fondo che possono ambire alla maglia ciclamino finale. E se dovessero confermarsi anche nelle prossime volate, Sagan dovrà tenerli d’occhio.

Nota di merito per Vincenzo Albanese, che molto probabilmente si era promesso di ripetere l’esperienza della Tirreno-Adriatico. Si prende il GPM e poi si rialza dopo un non meglio definito “guasto meccanico”, decisamente provvidenziale (forse fin troppo), che gli permette di restare al coperto per oltre metà corsa (e non è poco visto che la velocità relativamente bassa rendeva veramente poco dispendioso restare in gruppo). E il guasto provvidenziale potrebbe essere ciò che gli permette di tornare in fuga a oggi per provare a prendersi i 3 GPM in programma.

Come andrà oggi

Il gruppo incontrerà i primi ostacoli di questo Giro. È una tappa insidiosa con possibili trabocchetti. Siamo soltanto alle prime giornate e il gruppo dispone di energie fresche, motivo per cui è assai probabile che arrivi comunque un gruppo relativamente corposo a giocarsi il finale. Per oltre 110 km la strada sarà spesso pianeggiante, ma presto lascerà spazio alle prime vere asperità. Si imbocca in una serie di 3 salite di media lunghezza, senza pendenze proibitive (eccetto qualche brevissimo tratto in doppia cifra): Piancanelli, probabilmente la più impegnativa (7.6 km al 4.8%, max 12%); Castino (4.9 km al 5.2%, max 11%); Manera (5.4 km al 5.4%, max 10%). In sé non sono salite impegnative, ma il fatto che siano in successione e a ridosso del finale di tappa le rende meritevoli di attenzione, anche (se non soprattutto) per le discese. La discesa da Manera porta agli ultimi 30 km; con una decina di questi (pianeggianti) si attraversa Alba, un tratto in cui il gruppo può riorganizzarsi in vista dell’ultima fase. Quasi sicuramente si assisterà ad una volata per imboccare l’ascesa decisiva verso il traguardo volante di Guarene (2.6 km al 7.1%): la strada sale costantemente tra il 6 e il 7% per oltre 2 km, per poi spianare ed attraversare Guarene con un breve muro (dalla sede stradale piuttosto ridotta) al 15%, occasione ghiotta per rilanciare l’azione e spezzare il gruppo. In fondo alla discesa mancheranno poco più di 10 km, a lungo su strade strette e tortuose. Un paio di strappi in località Occhetti (max 12%) potrebbero essere l’occasione di lanciare la sparata decisiva ed anticipare la volata, visto che si ritorna su strada ampia soltanto a circa 4.5 km dal traguardo, peraltro in leggera discesa. Attenzione anche all’ultimo km attraverso il centro di Canale, che favorisce l’azione di un attaccante e complica decisamente la volata: 4 curve in rapida successione portano sul rettilineo finale di appena 200 metri e in leggera salita. Le occasioni per un colpo di mano non mancano ed è molto probabile che i cacciatori di tappa più vicini a Ganna in classifica generale vogliano provare ad arrivare da soli o in un gruppetto molto ristretto. Sono tappe in cui i possibili favoriti sono tantissimi e dei generi più disparati: si va dai velocisti resistenti (Sagan in primis) ai corridori da classiche collinari (Moscon), passando per Evenepoel (non classificabile) e senza escludere un colpo di mano di un uomo di classifica (Sheffield insegna).

È una tappa comunque assimilabile ad una piccola classica visto la distanza piuttosto elevata (190 km) e un dislivello complessivo di quasi 2000 metri; e attenzione al meteo che non promette di essere molto clemente: su un percorso di questo tipo potrebbe risultare determinante, favorendo la selezione in gruppo, soprattutto in discesa.

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