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Roglic più i giovani, è Jumbo unchained

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Giro dei Paesi Baschi, nella crono inaugurale di Bilbao lo sloveno vince con Vingegaard terzo e Foss quarto. McNulty secondo a 2″, Pogacar e Yates contengono il distacco

Dove eravamo rimasti? 19 settembre scorso, penultima tappa del Tour de France, la cronometro di La Planche des Belles Filles. Un luogo entrato nella storia recente del ciclismo, perché lì Tadej Pogacar riuscì a dare forma all’imponderabile togliendo di mano la Grande Boucle a Primoz Roglic.

A distanza di sei mesi, il confronto tra i due fuoriclasse sloveni si è riproposto oggi, lunedì 5 aprile, al Giro dei Paesi Baschi: il primo round è andato al capitano della Jumbo Visma, ma la lotta tra gli amici-rivali (e non soltanto fra loro) è destinata a proseguire – un euro in tal senso ce lo giochiamo – fino a sabato. Intanto Primoz si prende la cronometro di apertura, 13.9 km con una pendenza massima del 13.3% e una salita, zeppa di insidie e poco adatta agli specialisti. E lo fa con autorevolezza, mettendo tra sé e buona parte degli avversari per la classifica un distacco significativo, dopo essere partito tra i primi (Pogacar è stato l’ultimo a prendere il via).

Reduce dalla beffa alla Parigi-Nizza, con la possibilità di prendersi una prima, piccola rivincita sul connazionale, il 31enne sloveno spinge dall’inizio alla fine: 7’47” all’intermedio (4.7 km), 17’17” alla fine (media 48.3 km/h). Favorito dall’assenza di vento, che sopraggiungerà in seguito, Roglic fa capire subito che vuole essere l’uomo da battere. La Jumbo Visma, dal canto suo, ambisce a tale ruolo in ogni occasione, è non perde occasione di certificarlo nemmeno a Bilbao piazzando per buona parte della prova tre uomini nelle prime tre posizioni: dopo Roglic, il danese Jonas Vingegaard (vincitore della Coppi e Bartali) a 18″ e il norvegese Tobias Foss a 24″.

Due che insieme fanno 47 anni (24 Vingegaard, 23 Foss), studiano da leader – in particolare il danese – e intanto continuano a prendersi soddisfazioni buone per aumentare l’autostima. A spezzare il dominio Jumbo Visma arriva l’americano Brandon McNulty, che piazza il tempone – dopo aver fatto registrare il miglior intermedio – chiudendo con un ritardo di 2″ da Roglic che gli vale il secondo posto.

E gli altri big? Pogacar parte col piglio giusto, sembra poter regalare un nuovo dispiacere all’amico, ma col passare dei minuti la sua azione perde di potenza: chiude quinto a 28”. Lo stesso gap accusato dal britannico Adam Yates (Ineos Grenadiers) e dal neozelandese Patrick Bevin (Israel StartUp Nation). A chiudere la top ten, l’ottavo posto del neerlandese Ide Schelling (Bora-Hansgrohe) a 29″, quindi lo spagnolo Alex Aranburu (Astana-Premier Tech) a 30″ e il tedesco Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) a 31″.

Roglic è andato forte, si diceva, per averne conferma basta dare un’occhiata ai tempi degli altri big. Meglio di loro fa Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step), quindicesimo e primo degli italiani con un ritardo di 40″. Bene Alejandro Valverde, cui evidentemente il successo al Gp Miguel Indurain di sabato ha dato nuove energie: ventesimo posto a 43″.

Per Roglic è il quarto successo del 2021 (raggiunge così Pogacar), il quarto al Giro dei Paesi Baschi e l’undicesimo nelle prove contro tempo. La prima battaglia è sua, la lotta è ancora lunga, a partire dalla tappa di domani: 154.8 km da Zalla a Sestao, 3 gpm e tanta salita. Pianura ce n’è poca, in questo Giro dei Paesi Baschi: il terreno si addice allo spettacolo, i grandi attori ci sono. Ci aspettiamo una recita prestigiosa.

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