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La ricerca sullo scheletro di Coppi curata da Ghiggio è ora un libro

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La ricerca sullo scheletro di Coppi curata da Ghiggio è ora un libro

IVREA

Fausto Coppi-storia ortopedica di uno scheletro fragile.

È il titolo del libro, fresco di stampa, scritto da Paolo Ghiggio, ortopedico e appassionato di ciclismo, e pubblicato da Hever, la casa editrice di Helena Verlucca, ed è anche l’espressione concreta di una promessa mantenuta. In tanti, infatti, tra quanti avevano seguito l’affollatissima conferenza omonima tenuta, giusto un anno fa da Ghiggio nell’avvicinarsi della tappa di Ivrea del Giro d’Italia 2019, gli avevano suggerito di tradurre in un libro il suo particolare studio sul Campionissimo e lui li ha accontentati, contribuendo a far conoscere un aspetto inedito di Coppi, nonché il suo legame con la nostra città.

In attesa di poter godere di una adeguata presentazione pubblica, il volume è, dunque, già in libreria dove attende gli appassionati di ciclismo e gli ammiratori del grande Coppi che, acquistandolo, contribuiranno anche a una iniziativa benefica: Ghiggio, infatti, devolverà tutto il ricavato dalla vendita del libro alla onlus che segue con affetto da oltre dieci anni, Il piccolo carro di Chiaverano, associazione che aiuta, sostiene e promuove le persone che si trovano in difficolta fisiche e psichiche, avvalendosi dei principi della socioterapia.

Spiega l’autore: «Ortopedia e ciclismo. Dette così parrebbero non avere nulla in comune. Invece la tribolata carriera di Fausto Coppi, costellata di traumi più o meno gravi, fa da comune denominatore e da trait d’union fra esse. Anche se di lui è già stato detto tutto e di più, perché Coppi è il ciclismo, e ancora oggi il 2 gennaio di ogni anno migliaia di persone si recano alla sua tomba a Castellania, in omaggio di un ciclismo eterno, con questo volume ho voluto contribuire, con l’occhio del tifoso e con quello dell’ortopedico, a ricordare il Campionissimo, visto da un’angolatura del tutto inedita».

«Non si può leggere questo libro del dottor Ghiggio –scrive il professor Ugo Cardinale nella prefazione al volume- senza lasciarsi trascinare dalla passione che lo anima, senza provare un pizzico di nostalgia per quella stagione della vita e della società che riesce a far rivivere in modo unico ed entusiasmante. In esso sono coniugate in perfetta armonia due competenze non comuni: la conoscenza minuziosa del ciclismo, una conoscenza non solo storico-antiquaria, ma anche pratica da fruitore, e la competenza ortopedica di un grande conoscitore del nostro sistema osseo. La storia dei traumi e delle tecniche di cura e risoluzione adottate dai medici per le varie fratture di Fausto Coppi (un numero incredibile!), la storia della sua struttura ossea, della sua costituzione gracile e al tempo stesso atta a resistere allo sforzo del ciclismo scorrono come tanti tasselli di un mosaico, come prove di un’ipotesi diagnostica originale». Il libro è arricchito da un importante corredo fotografico che racconta -sottolinea Cardinale- «tanti magici momenti: dalle foto di Coppi dal barbiere Siciliano, vicino al Bar Sport, a quelle dell'Oratorio san Giuseppe gremito di folla, a quelle nella sala Dorata, ricevuto dal sindaco, dottor Rossi, in una giornata storica di incontri anche con Adriano Olivetti che, ironia della sorte, sarebbe morto nel febbraio del 1960, a poco più di un mese di distanza da lui». E conclude: «Ma l'Airone e con lui Adriano tornano a volare nella nostra vita collettiva. Anche grazie alla forza della memoria viva testimoniata da questo libro». —

Franco Farnè

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