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Irrompe sua maestà Zoncolan e Simoni ne diventa il principe

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Irrompe sua maestà Zoncolan e Simoni ne diventa il principe

UDINE. Il 2002 è un anno chiave per il ciclismo in Friuli. Perché per far diventare centrale nelle mappe del Giro d’Italia una piccola regione a nord est serviva un’intuizione. Una rivoluzione copernicana capace di rendere l’impossibile possibile.

A riuscirci è stato Enzo Cainero, senza se e senza ma il vero artefice di questo miracoloi. Cainero, manager di livello, sportivo pure e dirigente di baskert e calcio, ma con la passione per il ciclismo, si trovò al posto giusto nel momento giusto.

Capì le potenzialità straordinarie di una montagna come lo Zoncolan in Carnia e, grazie all’aiuto nel tempo di big del pedale come Franco Ballerini, Davide Cassani, o del calcio come Francesco Guidolin, riuscì a farla inserire nelle mappe del Giro d’Italia rendendo all’istante la Carnia meta obbligata della corsa rosa e simbolo dei salita impossibile.

Eccolo il 2002: Cainero convince l’allora patron del Giro, Carmine Castellano, a inserire la salita dello Zoncolan, intanto da Sutrio, nel percorso 2003. Ecco allora, il 22 maggio, la prima “adunata” dello Zoncolan, in quella San-Donà di Piave che entra nella storia della corsa rosa.

Il dominio di Gilberto Simoni in maglia rosa fu totale: all’inizio del tratto impossibile dopo le seggiovie, salutò tutti e ipotecò il suo secondo Giro d’Italia. Dietro Garzelli, Casagrande e poi un Pantani che sulla dura montagna diede l’ultimo vero sussulto di classe prima di finire in un baratro senza fondo.

Round primo a Simoni, round secondo, nell’edizione 2007 vinta dal poi dopatissimo Di Luca (poi ma anche forse durante, non lo saprà mai, ma erano ancora i duri anni dell’Epo), ancora al trentino. Ecco, il signore dello Zoncolan è Gilberto Simoni, capace di vincere anche sul celebre e impossibile versante di Ovaro, fatto sistemare alla perfezione da Cainero grazie alla Regione.

Salirono in centomila il 30 maggio 2007 sullo Zoncolan nella tappa partita da Lienz: ormai la rivoluzione copernicana era completata. Insomma, oggi al Giro d’italia che non c’è e forse ci sarà in ottobre si sarebbe dovuta correre la tranquilla Cervia-Monselice: è stato meglio fare un salto indietro nel tempo.

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