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Ciclocross, Europei Silvelle 2019: L’Italia può sorridore a metà. Donne grandi protagoniste, uomini quasi invisibili

Uomini e donne come giorno e notte ai Campionati Europei di Ciclocross che si sono svolti ieri (domenica 10 novembre) in quel di Silvelle di Trebaseleghe, in provincia di Padova. Da un lato le azzurre sono state grandissime protagoniste della rassegna continentale, con Eva Lechner d’argento nella gara più prestigiosa e, nel complesso, quattro rappresentanti in top-10 tra donne Elite e U23. Dall’altro, invece, i ragazzi, in quelle stesse due categorie, hanno recitato il ruolo di comparse assolute. Il Bel Paese, infatti, non è riuscito a piazzare nessun atleta nei primi venti in due competizioni su tre dedicate agli uomini.

Questa fragorosa debacle, ad ogni modo, era preventivabile dal momento che Gioele Bertolini, il miglior rappresentante del contingente azzurro negli uomini Elite, ha deciso di mettere da parte il CX per focalizzarsi sulla mountain bike, nel tentantivo, difficile, oltretutto, di strappare un pass per le Olimpiadi di Tokyo. Anche tra gli U23, inoltre, l’Italia non ha potuto schierare al via il suo uomo migliore, ovvero quel Jakob Dorigoni, quinto l’anno scorso ai Mondiali di categoria a Bogense, che era l’unico di tutta la spedizione, oltre ad Arzuffi e Lechner, ad avere serie possibilità di vincere il titolo continentale. Purtroppo, però, Jakob si è infortunato allo scafoide mesi fa e ha levato il gesso solo mercoledì scorso. Ha fatto di tutto per esserci, ma, ahinoi, alla fine ha dovuto rinunciare.

Le attenuanti, tuttavia, sono valide fino a un certo punto. L’Italia, nelle prove femminili, è riuscita benissimo a far fronte a una giornata non totalmente positiva di Arzuffi nelle Elite e a quella decisamente storta di Sara Casasola nelle donne U23, dimostrando di avere non solo un paio di atlete di livello internazionale, ma un’intera truppa. Negli uomini, invece, non possiamo minimamente contare su una tale lunghezza, ma, anzi, abbiamo a stento un rappresentante capace di lottare, qualche volta, coi migliori al mondo.

Coi grandi risultati di Eva Lechner, Alice Maria Arzuffi, Francesca Baroni e Gaia Realini (la quale, peraltro, è stata la prima delle teenager nella prova U23), passa anche sottotraccia una buonissima prestazione come quella di Rebecca Gariboldi, decisamente migliore rispetto a quelle dei colleghi uomini, che è giunta sedicesima tra le Elite, preceduta da una sola ragazza più giovane di lei, ovvero nientemeno che la vincitrice Yara Kastelijn. Il cross rosa è in salute e continuerà a esserlo se le nostre giovani seguiranno l’esempio delle due campionesse attuali, le quali sono andate a gareggiare in Belgio e, ogni settimana, prendono parte a prove di Superprestige e DVV Verzekeringen Trofee.

In particolare brilla, chiaramente, il talento di Gaia Realini, una ragazza di appena 18 anni che già l’anno scorso era arrivata nei 20 nella prova U23, alla quale aveva dovuto partecipare poiché non esisteva ancora la rassegna continentale dedicata alle donne junior. Quest’anno Gaia è stata, sostanzialmente, la seconda classificata tra coloro che non gareggiano in Benelux, dietro alla connazionale Baroni che l’ha preceduta di una manciata di secondi. Ora, per lei, sarebbe importante tornare a fare dei cross in Belgio, dopo che già l’anno scorso aveva preso parte alle prove di Middelkerke e Hoogstraten di Superprestige (concluse entrambe, la prima in 24esima e la seconda in 39esima posizione).

La debacle totale di uomini Elite e U23, invece, viene, almeno in parte, mitigata dalle grandi notizie che arrivano dalla prova juniores. Davide De Pretto, un corridore che non scopriamo oggi avere un motore di grande qualità, il quale è andato molto forte anche su strada quest’anno (10° al Fiandre di categoria e in top-10 in più frazioni del Giro della Lunigiana), ha strappato un ottimo sesto posto, risultando, peraltro il secondo dei non belgi al traguardo (meglio di lui solo l’elvetico Dario Lillo). Ma il risultato di Davide è reso ancor più importante dal modo in cui è avvenuto, dato che l’azzurro è stato autore di una prestazione in continuo crescendo, che lascia pensare che il suo rendimento possa ulteriormente elevarsi nelle categorie successive in cui le competizioni durano di più.

Da non sottovalutare, oltretutto, nemmeno il 15° posto di Lorenzo Masciarelli, il quale è giunto terzo tra i corridori al primo anno, preceduto solo dall’alieno Jente Michels e dal neerlandese Tibor del Grosso che ha avuto la meglio su di lui per appena 3″. Lorenzo sta già correndo tanto e bene in Benelux, al Koppenbergcross di categoria è, addirittura, arrivato 7°, e questo gli sta permettendo di crescere nel modo migliore possibile. Lui, il sopraccitato De Preto, ma anche altri ragazzi che, oggi, non sono riusciti a tenere testa ai più forti, rappresentano una boccata d’ossigeno per il movimento maschile azzurro, sperando, ovviamente, che il ciclismo su strada non voglia portarseli via.

luca.saugo@oasport.it

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Foto: Lapresse

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