Najdorf, e tre!
ovvero: séguito di Najdorf uno e due
Il Festival Scacchistico Internazionale di Porto San Giorgio è, senza alcun dubbio, uno dei miei preferiti (non solo per via del nome della località…). Vi ho partecipato numerose volte, a partire dall’Edizione del 2002.
Propongo una partita che ho giocato nell’Edizione del 2013, Torneo B, 6° turno; il mio avversario era un Candidato Maestro, io di categoria Prima Nazionale:
Com’è noto, nell’ambito della continuazione principale della Difesa Siciliana Najdorf la semimossa 7…Db6 dà luogo alla Variante del Pedone Avvelenato, diffusasi nei tornei sin dagli anni Cinquanta del Novecento e utilizzata con successo da Bobby Fischer negli anni Sessanta (giocando questa Variante, tuttavia, egli perse contro l’allora sovietico Boris Spasskij nell’11° partita dello storico match per il titolo mondiale svoltosi a Reykjavik nel 1972, che lo sfidante statunitense – naturalizzato islandese negli ultimi anni della sua vita, conclusasi il 17 gennaio 2008 proprio a Reykjavik – si aggiudicò con 7 vittorie, 11 patte, 3 sconfitte).
Il Maestro Claudio Pantaleoni, ne Il Libro Completo delle APERTURE (apprendere bene e velocemente le mosse, i piani e le idee) [Ed. Le Due Torri 2010], ha scritto: «Lo stesso nome sembrerebbe indicare una scarsa considerazione del valore della variante, ma la pratica di anni ha dimostrato che il Pedone Bianco in b2 più che avvelenato è spesso un boccone prelibato» (p. 221). La semimossa 8.Tb1 è inusuale (generalmente il Bianco gioca 8.Dd2 sacrificando, appunto, il Pedone in b2), ma conferma la tesi di Claudio Pantaleoni…
Successivamente, la semimossa 14.Ae3 si è rivelata piuttosto debole per il Bianco a causa della risposta 14…Cd4. Sarebbe risultata migliore, ad esempio, 14.Dd2.
La semimossa 28…Axc3 è stata decisiva per una rapida vittoria del Nero. Dopo 29.Txd8+ Txd8+ 30.Rc1 Td2 oppure 29.Td5 Txd5+ 30.exd5 Dxg4+, la partita sarebbe finita lo stesso…
Alla fine, la Donna Nera ha letteralmente spodestato dal suo trono il Re Bianco!
Al termine della partita, il mio avversario non mi è sembrato affatto “arrabbiato” per aver perso contro un giocatore, sulla carta, più debole. Anzi, ho avuto l’impressione che intendesse condividere pienamente la mia soddisfazione di quel momento: un comportamento da me non riscontrato spesso nei tornei di Scacchi.
Ho voluto riportare solo le iniziali del suo nome e cognome perché, comunque, non ero certo che avrebbe condiviso la mia decisione di riportarli interamente.