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Biathlon, il bronzo iridato di Lukas Hofer diventa argento dopo 14 anni. Ora l’Ibu deve gestire il pasticcio “Coppa di specialità 2010”

Una medaglia iridata ottenuta dall’Italia del biathlon nel marzo 2011 ha definitivamente cambiato metallo. Il bronzo conseguito sulla neve di Khanty-Mansysik da Lukas Hofer è diventato argento, indiscutibilmente e indissolubilmente, dopo che il Tribunale Federale svizzero ha rigettato il ricorso presentato da Evgeniy Ustyugov contro la cancellazione di tutti i risultati da lui raccolti da fine gennaio 2010 in poi.

Non ci sono più gradi di giudizio di alcun tipo a cui appigliarsi, si può dare per finale la decisione di azzerare quasi totalmente la carriera di Ustyugov, coinvolto in due distinti casi doping a scoppio ritardato. Uno emerso nel febbraio 2020 e relativo ai Giochi olimpici di Sochi 2014, l’altro detonato a ottobre 2020, ma legato a Vancouver 2010.

La dinamica, oltre a promuovere di una posizione Hofer nella mass start dei Mondiali 2011, “regala” all’altoatesino anche un altro podio, seppur di Coppa del Mondo. Il quarto posto della sprint di Oberhof, tenutasi nel gennaio 2012, è stato tramutato in una terza piazza. Questo ciò che accade guardando alla vicenda dal punto di vista italiano.

Se, invece, la si guarda sul piano storico, la conseguenza più marcata è l’aggiunta di un oro olimpico al palmares di Martin Fourcade, argento nella mass start di Vancouver 2010, alle spalle del siberiano. Il francese è salito di un gradino fregiandosi – in maniera invero paradossale – del quinto oro individuale della carriera in una data che lo classificherà come il primo (gli altri quattro sono arrivati tra Sochi 2014  e PyeongChang 2018).

C’è poi il pasticcio della Coppa di specialità della mass start 2009-10. Ufficialmente vinta da Emil Hegle Svendsen, con la riscrittura delle classifiche e dei relativi piazzamenti, vedrebbe l’austriaco Christoph Sumann guadagnare un numero di punti tale da permettergli di sorpassare il norvegese. Sarebbe un altro paradosso, perché lo scandinavo dovrebbe riconsegnare un trofeo che ha legittimamente conquistato, Ustyugov o meno.

In tal senso, esiste però il precedente della Coppa del Mondo femminile assoluta 2013-14. Nel qual caso, Kaisa Mäkäräinen e Tora Berger si trovavano rispettivamente nella situazione di Svendsen e Sumann dopo la cancellazione dei risultati di Olga Zaitseva. L’Ibu decise, salomonicamente e giustamente, di assegnare la Sfera di cristallo ex aequo. Sarebbe la soluzione migliore anche per la meno prestigiosa, ma comunque pregnante, graduatoria di specialità del 2010 legata alle partene in linea.

Detto questo, ci si augura di non trovarsi mai più in una situazione del genere. La vicenda si protraeva da anni, tra lungaggini burocratiche più o meno giustificate. In generale, modificare i risultati e le classifiche dopo 15 anni di distanza, porta a un relativo cambio della storia in un momento ben lontano dal reale svolgimento dei fatti. Questa è una dinamica di mero stampo orwelliano.

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