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Biathlon, Mondiali Lenzerheide 2025. Per l’Italia bilancio discreto nonostante il deciso regresso

I Mondiali di biathlon 2025 sono andati in archivio. È dunque il momento di tracciare un bilancio definitivo della spedizione italiana in terra elvetica. Gli azzurri hanno concluso la manifestazione iridata di Lenzerheide con 1 medaglia, l’argento conquistato da Tommaso Giacomel nella 20 km maschile.

Il movimento tricolore è dunque in deciso regresso rispetto sia a Oberhof 2023 che a Nove Mesto 2024. In entrambi gli appuntamenti disputati sulle nevi mitteleuropee erano arrivate 4 medaglie, di cui 1 d’oro. Il piatto, però, non piange. Se lo facesse, sarebbe un vittimista. Il magro bottino rossocrociato è banalmente dovuto anche (e soprattutto) alle disavventure in cui è incappato il settore femminile.

L’assenza di Lisa Vittozzi ha profondamente influenzato la portata del raccolto. D’altronde, dodici mesi orsono, la biathleta di scuola friulana si fregiò – da sola – di 3 medaglie (l’oro nella 15 km, più gli argenti nell’inseguimento e nella mass start). Volendo, basterebbe questa dinamica per rintracciare la causa dell’arretramento azzurro.

Aggiungiamoci che Dorothea Wierer non solo si avvicina al tramonto, ma è stata anche tormentata dai malanni, a causa dei quali non ha potuto esprimersi al suo massimo livello. Che non sarà più quello degli anni d’oro, beninteso, ma resta comunque quello di un’atleta in grado di lottare per il podio nell’attuale biathlon femminile, privo di chissà quali fuoriclasse o qualità media diffusa. Chiaramente, se manca la salute, manca tutto.

Fra le donne ha comunque brillato come non mai Michela Carrara, giunta all’apogeo della propria carriera a 28 anni. C’è ancora spazio per migliorare e diventare donna da podio, magari estemporaneo e occasionale, nel prossimo futuro.

Nel settore maschile, Tommaso Giacomel si è espresso all’interno di quella che può essere definita la sua forchetta di rendimento. Una medaglia e tanti piazzamenti di prestigio sono performance aderenti alla dimensione del soggetto, la cui carriera è ancora tutta da scoprire.

Infine, menzione speciale per Lukas Hofer, commovente nella mass start di ieri. Dopo oltre tre lustri di attività agonistica, tanti acciacchi e qualche serio problema fisico, è ancora lì a lottare con i migliori. Tanto di cappello all’irriducibile altoatesino, che si meriterebbe di chiudere con un acuto (magari corale) ai Giochi 2026.

Ricapitolando, Lenzerheide 2025 non può essere definito un fallimento e neppure una delusione. Anzi. L’Italia del biathlon ha fatto ciò che poteva con le armi a sua disposizione. Con una Vittozzi abile e arruolabile staremmo verosimilmente parlando di un Mondiale “ottimo”, anziché definirlo discreto, come è effettivamente stato.

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