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Biathlon, pagella azzurra primo quadrimestre. La luce dell’Italia femminile non sarà abbagliante, ma neppure spenta

Archiviata la tappa di Anterselva, è doveroso tirare le somme della prima metà di stagione del biathlon. Idealmente, siamo alla fine del primo quadrimestre. Quanto accaduto sinora ha sicuramente un peso nell’economia dell’intera annata agonistica, ma il bilancio sarà inevitabilmente condizionato da quanto accadrà nelle prossime settimane, soprattutto nel corso dei Mondiali di Lenzerheide.

Ebbene, se guardiamo al settore femminile italiano, non si può essere troppo severi. L’assenza di Lisa Vittozzi, affondata dai problemi fisici, ha privato il movimento azzurro della propria punta di diamante. Senza la (quasi) trentenne di scuola friulana, è inevitabile che il bottino conseguito dal resto del gruppo sia meno fastoso delle ottime abitudini consolidatesi nell’ultimo decennio.

Dorothea Wierer non sta comunque demeritando. Manca il podio, questo è vero, ma tutto sommato è undicesima nella classifica generale di Coppa del Mondo, con due quarti posti e cinque ingressi complessivi nella top-ten. La veterana altoatesina ha lo status per essere immune a qualsiasi critica. Sta mancando qualche bersaglio di troppo, soprattutto in piedi? Vero, ma chi se ne frega.

Nessuna persona dotata di raziocinio potrebbe fargliene una colpa o darle addosso. Wierer non è una “vacca da risultati” da mungere sino allo stremo. È una donna di quasi 35 anni, che dal 2014 in poi ha sempre regalato soddisfazioni. Dunque, se qualcuno dovesse essere deluso dal suo rendimento, riveda la propria visione dello sport e della vita. Ci sono delle persone, in pista, non gli algoritmi di qualche videogame pronti a essere accesi e spenti a piacimento dal giocatore. Non v’è ragione di dubitare che Dorothea possa fregiarsi di una medaglia a Lenzerheide. Se dovesse succedere, bene. Se non dovesse accadere, pace. Non morirà nessuno.

Il resto della squadra fa quello che può, con dignità e abnegazione. Hannah Auchentaller ha mostrato degli indiscutibili progressi, Samuela Comola e Michela Carrara si sono stabilizzate su un livello tale da garantire loro diritto di cittadinanza in Coppa del Mondo, Martina Trabucchi ha dato la sensazione di potersi aggiungere alla compagnia facendo leva sul tiro. Insomma, la luce azzurra del biathlon femminile non sarà abbagliante quanto lo è stata soprattutto dal 2019 al 2024, ma non è neppure spenta.

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