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Biathlon, il 2024-25 di Lisa Vittozzi sarà a scoppio ritardato? Gli esempi di chi, cominciando a gennaio, è stata protagonista

Lisa Vittozzi ha dato forfait per le tappe di Coppa del Mondo di Kontiolahti, Hochfilzen e Le Grand Bornand. D’altronde, l’infortunio alla schiena patito in autunno non si è rivelato questione marginale. Saggiamente, si è optato per non forzare i tempi di recupero e di pianificare il rientro per l’inizio del mese di gennaio.

Non per questo, si deve considerare il 2024-25 una stagione “andata” o da “buttare”, come purtroppo taluni hanno già cominciato a bollare la corrente annata della sappadina. Italia, Paese di santi, navigatori e giudici precipitosi. Nonché di saltimbanco, poiché magari gli stessi che hanno emesso la loro sentenza, se la rimangieranno con nonchalance non appena verranno smentiti.

L’inverno corrente della sappadina può essere a scoppio ritardato. Nell’ultimo decennio, gli esempi di chi ha cominciato l’annata tardivamente, risultando comunque protagonista, non mancano. È bene ricordarli, come promemoria o ripasso di avvenimenti concreti, evidentemente dimenticati o neppure colti da chi ha un occhio (fin troppo) di riguardo per le sorti italiane.

Primo caso, quello di Marie Dorin Habert nel 2014-‘15. La francese, all’epoca ventottenne, era reduce da una gravidanza. Esordì a Oberhof, il 9 gennaio, giungendo venticinquesima in una sprint. Crebbe successivamente di condizione, sino ad accedere gli abbaglianti ai Mondiali di Kontiolahti, dove si fregiò di due medaglie d’oro (sprint e inseguimento).

“Eh ma quell’anno la manifestazione iridata si disputò a marzo! Quest’inverno è a febbraio” potrebbe obiettare lo scettico. Andiamo pertanto a scomodare il secondo caso, quello di Darya Domracheva nel 2016-’17. La ventinovenne bielorussa rientrò a sua volta dopo una maternità e riprese il filo del discorso il 6 gennaio, piazzandosi trentasettesima nella sprint di Oberhof. Trentasette giorni dopo, fu invece medaglia d’argento nell’inseguimento dei Mondiali di Hochfilzen (issandosi poi sul podio anche in una gara marzolina).

“Che c’entra! Si citano esempi di chi torna da gravidanza, il caso Vittozzi è diverso! C’è di mezzo un infortunio!” sarebbe pronto a dire il diffidente. Allora ricordiamo il caso di Marte Olsbu Røiseland nel 2022-’23. Già ultratrentenne, alle prese con problemi fisici e una motivazione declinante, la norvegese cominciò il suo inverno con una sedicesima piazza nella sprint di Pokljuka del 5 gennaio. Cinque settimane dopo si mise al collo la medaglia di bronzo nell’inseguimento dei Mondiali di Oberhof, vincendo poi due gare di Coppa del Mondo a marzo prima di dire addio all’agonismo.

A questo punto, viene meno qualsiasi specchio sui quali il disfattista potrebbe arrampicarsi. Se una big, qual è Vittozzi, comincia la stagione in ritardo, può comunque lasciare il segno nel grande appuntamento dell’inverno e chiudere in crescendo. Il responso, riguardo Lisa, arriverà nei prossimi mesi, al termine di un 2024-’25 ancora tutto da scrivere. Prima d’allora, qualsiasi sentenza sarebbe affrettata e prematura.

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