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Biathlon, Simon Fourcade taglia una bandiera francese per farne una russa. Insulti sui social, anche al fratello Martin

La stagione del biathlon è terminata da un paio di settimane. Con l’arrivo della primavera le temperature si stanno innalzando. Purtroppo anche in senso figurato, perché Simon Fourcade, fratello maggiore di Martin e a sua volta ex biathleta di alto livello, è attualmente nell’occhio del ciclone in seguito a un gesto effettuato durante i Mondiali junior e a una serie di dichiarazioni rilasciate nelle ultime settimane. Andiamo però con ordine.

A fine febbraio, subito dopo l’inizio delle operazioni militari in Ucraina, cominciano le sanzioni contro la Russia anche in ambito sportivo. Proprio in quei giorni negli Stati Uniti sono in corso di svolgimento i Mondiali junior. Inizialmente ai biathleti russi era stato permesso di gareggiare comunque, seppur sotto status neutrale. L’ormai trentottenne catalano, attualmente tecnico della squadra transalpina giovanile, ha allora compiuto un’azione sicuramente discutibile. Ha preso una bandiera francese, l’ha tagliata in tre parti e le ha riordinate per creare una bandiera russa da incollare sul container dove venivano preparati gli sci degli “atleti neutrali”. D’altronde i colori sono i medesimi, gli è stato sufficiente realizzare una sorta di art attack per raggiungere il suo scopo.

Simon ha spiegato il suo gesto, inizialmente passato sottotraccia, in una successiva intervista rilasciata nei giornis corsi all’emittente televisiva MatchTV: “Ero in pista a testare gli sci assieme a uno skiman russo. Quando si è accorto che nello stadio gli organizzatori stavano ammainando la bandiera del suo Paese, ho visto la tristezza nei suoi occhi. Lui non poteva essere certo colpevolizzato per quanto stava succedendo. Gli organizzatori hanno continuato a rimuovere ogni vessillo, facendolo di fronte ad allenatori, skiman e atleti. Sembrava quasi dicessero ‘È tutta colpa vostra’. I russi erano molto colpiti e ho deciso di mostrare che avevano il mio supporto umano. Questo non significa che io sia favorevole all’invasione dell’Ucraina, semplicemente volevo sottolineare che atleti e skiman non possono essere colpevolizzati per essa”. Nella stessa sede ha aggiunto di non essere a favore dell’esclusione della Russia dalla comunità internazionale sportiva.

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Apriti cielo. Negli ultimi giorni sui social network sono arrivati centinaia di messaggi di insulti nei confronti dell’ex biathleta, salito sul podio 9 volte in Coppa del Mondo. Incidentalmente la tempesta ha coinvolto anche il fratello minore Martin, che di podi invece ne ha raccolti 150, essendo uno dei più grandi di tutti i tempi. In particolare il biathleta ucraino Dmytro Pidruchnyi, attualmente impegnato al fronte, è riuscito a trovare tempo e modo di postare su Instagram una propria foto in posa con la tenuta da combattimento e di scrivere un lungo post, in cui ha criticato aspramente entrambi i fratelli Fourcade, addirittura rammaricandosi di aver votato per Martin quando si era candidato alla commissione degli atleti del Cio.

In tutto questo va sottolineato come Martin Fourcade non abbia mai assunto la stessa posizione di Simon, né abbia espresso le medesime opinioni. Eppure è diventato bersaglio di critiche e insulti con la sola colpa di essere “Il fratello di”. Così, Simon ha effettuato un nuovo post sui social, ribadendo di non supportare in alcun modo il governo russo, ma al tempo stesso sottolineando l’ipocrisia delle autorità sportive internazionali. “Dove eravate quando vi sareste dovuti opporre ai Giochi olimpici di Pechino perché i cinesi stanno opprimendo gli uiguri? Dove eravate quando i Mondiali di calcio sono stati assegnati al Qatar che non rispetta i diritti umani? Dove eravate durante il Gran Premio di Formula 1 a Jeddah, quando l’Arabia Saudita ha attaccato lo Yemen e ucciso 81 persone solo pochi giorni prima?”.

Insomma, il trentottenne francese difende la sua posizione con forza e coerenza. Il suo messaggio è piuttosto chiaro, ma è ormai finito nel tritacarne della guerra mediatica sui social, che per di più ha coinvolto anche il fratello, la cui unica colpa è quella di portare lo stesso cognome di chi ha espresso la propria opinione. Si vedrà quale seguito avrà una vicenda che, al di là delle idee di ognuno, è estremamente triste.

Foto: La Presse

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