Pallacanestro Trieste, domenica il ritorno a casa di Stefano Tonut
È pronto a festeggiare, proprio sul parquet dal quale ha spiccato il volo verso il grande basket, il suo decimo anno nella massima serie. Stefano Tonut, domenica nel lunch match contro i campioni d'Italia dell'Armani Milano, sarà l'ospite d'onore di una sfida che bagnerà il ritorno della Pallacanestro Trieste nella massima serie.
Pronto a ricambiare, idealmente, il grande abbraccio con cui il pubblico triestino lo accoglierà al momento della presentazione delle squadre.
Tonut, sono passati ormai nove anni dalla standing ovation che i tifosi le dedicarono a Brescia per la sua ultima partita con la maglia triestina. Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata. Soddisfatto di come si è sviluppata la sua carriera?
Guardando alle sue spalle c'è spazio per qualche rimpianto?
«Sono soddisfatto di una carriera che ha sempre avuto un percorso lineare e ben definito. Ho avuto la fortuna e l'intuito di scegliere sempre la società giusta nel momento giusto. Sono partito da Trieste lasciando un ambiente positivo che credeva profondamente al percorso che aveva iniziato, uno spirito che ho ritrovato nei sette anni alla Reyer. La crescita tecnica e personale mi ha permesso di arrivare pronto a Milano, una società nella quale mi sono portato dietro le esperienze fatte cercando di metterle in pratica. Per questo, aldilà degli scudetti vinti e dei premi individuali raccolti, se mi guardo indietro non ho rimpianti e sono super felice di quanto sono riuscito a ottenere».
Prima di campionato proprio a Trieste. L'emozione dell'esordio si mescola con quella di poter riabbracciare i suoi vecchi tifosi in un ambiente che sarà come sempre coinvolgente. Sensazioni alla vigilia?
«Sono sempre stato e resto il primo tifoso di Trieste e questo a prescindere dalla categoria. Tornare è sempre una grande emozione, considero il PalaTrieste uno dei primi tre palazzetti in Italia ed è sempre incredibile sentire il calore e l'affetto che il pubblico trasmette alla squadra. Calore e affetto che mi restano sulla pelle ricordando la mia ultima stagione in serie A2 quando, partiti con tremila spettatori sugli spalti, terminammo ai play-off con il tutto esaurito».
Neppure iniziata la stagione e l'Armani ha già un titolo in tasca. Milano, tra campionato ed Eurolega, parte naturalmente per centrare traguardi più prestigiosi ma per un gruppo giovane come il vostro quanto è stato importante iniziare cosi per acquisire fiducia e autostima?
«Se parliamo di obiettivi, rispetto a campionato e coppa Italia, la Supercoppa era il torneo meno importante ciò non toglie che ci siamo preparati con grande attenzione e siamo scesi in campo pronti per vincerla. Parlavi di fiducia, devo dire che aver alzato la coppa ci è servito per capire che siamo sulla strada giusta. Il fatto di non aver avuto infortuni e di essere riusciti a sfruttare tutto il pre campionato per lavorare assieme è stato certamente fondamentale».
Se dovesse raccontare Milano, dopo un mercato sicuramente interessante, come la descriverebbe? Quali sono le caratteristiche che potrebbero fare di questa Armani una squadra vincente?
«Direi una squadra con caratteristiche ben definite: più giovane, più atletica che dovrà far leva su queste qualità per cercare di imporre la sua idea di pallacanestro. Siamo un gruppo rinnovato ma, ripeto, il fatto di aver potuto lavorare assieme ci ha permesso di creare sin da subito il giusto equilibrio sul parquet. Vedo da parte di tutti grande disponibilità, voglia di lavorare e di mettersi a disposizione degli altri».
In questo contesto quale sarà il suo ruolo?
«In un gruppo solido e ricco di talento come il nostro, il mio ruolo sarà quello di cercare di essere il più solido possibile per dare alla squadra quello di cui c'è bisogno. Attorno a me sento grande fiducia, da parte dello staff ma anche dei compagni di squadra, il mio obiettivo è quello di riuscire a essere un equilibratore del gioco facendomi trovare sempre pronto alla chiamata e cercando di essere sempre utile sia in attacco che in difesa».
Cosa pensa della nuova Pallacanestro Trieste e quale pensa possa essere il ruolo della formazione di Jamion Christian nel campionato che sta per iniziare?
«Credo che Trieste possa essere considerata un'outsider di questo campionato, la vedo come una delle squadre che ha le carte in regola per poter puntare ai play-off. Ha scelto giocatori di grande talento ed esperienza come Ross e Brown, ha pescato un giocatore come Uthoff che ho visto nell'amichevole contro il Baskonia e devo dire che mi è piaciuto molto. In generale credo che il gruppo allestito da Arcieri sia perfetto per le caratteristiche tecniche e lo stile di gioco che ha in mente il coach. Il mix tra chi è rimasto dalla passata stagione e chi è arrivato quest'anno, alla lunga potrebbe rivelarsi vincente».