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Bruno Cerella è il protagonista della 29esima puntata di Post & Dual Career

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Sono uno che non sa stare fermo, creativo e super coraggioso per mettere in gioco la mia persona. Come dico sempre, se fosse facile lo farebbero tutti”. È impossibile pensare di descrivere uno come Bruno Cerella semplicemente pensando alla pallacanestro.

Giocatore dalla carriera straordinaria (per anni ha corso per i parquet di LBA e Eurolega), professonista instancabile oltre i confini del rettangolo da gioco; sin da giovane, Bruno è sempre stato abituato a gestire campo e affari con organizzazione e lungimiranza, doti che gli hanno consentito di costruire imprese di successo tra cui Vivir DC, M 4 Training, Evnu, Fortitude e Brick Mi up.

L’abbiamo intervistato per farci raccontare approfonditamente la sua storia, sviluppatasi sui binari della Dual Career

1 – Come hai vissuto la tua ultima stagione prima del ritiro da un punto di vista emotivo? Ti senti di voler dare un consiglio ai tuoi ex colleghi che si stanno avvicinando al ritiro?
Dal punto di vista emotivo è stato fantastico ovunque mi sia trovato ogni singolo giorno. Le vittorie, le sconfitte, gli amici in ogni campo, lo spogliatoio, gli acciacchi… mi sono goduto tutto, consapevole che sarebbe stata l’ultima stagione.
Il mio consiglio: imparare a godersi la vita facendo la professione più bella del mondo, ossia vivere di sport e allo stesso tempo provare a sviluppare progetti fuori dal campo che vi permettano, quando smetterete di giocare, di avere qualcosa di bello come piano B per il dopo carriera.
Da atleta straniero, all’età di 24 anni ho cominciato a sviluppare dei progetti al di fuori della pallacanestro per 3 diversi motivi: il primo è per scegliere quando smettere di giocare, il secondo per scegliere dove vivere, e il terzo per scegliere come gestire il mio tempo. Se un atleta a fine carriera ha la possibilità di scegliere ha fatto le cose bene.

2 – Slums Dunk, Vivir DC, M4 Training, Evnu, Fortitude e ora anche Brick MiUp, una lunga serie di attività e imprese parallele di grande successo: come ha fatto il Bruno Cerella giocatore a trovare le energie fisiche e mentali per poter gestire contemporaneamente la vita cestistica e quella imprenditoriale?
Sono consapevole che il mio percorso è stato molto difficile, per questo motivo do tanto valore a tutto ciò che ho creato. Faccio parte di tanti progetti, in alcuni sono operativo e amministratore e in altri sono socio investitore e faccio parte del board.
Slums Dunk è un progetto benefico che mi terrà per sempre legato alla pallacanestro. Utilizziamo lo sport come strumento educativo e ad oggi siamo presenti in quattro continenti, coinvolgendo migliaia di ragazze e ragazzi che hanno meno opportunità di noi.
Costruiamo strutture, formiamo allenatori e managers e creiamo dei progetti a 360 ° in collaborazione con organizzazioni che si occupano di salute ed educazione scolastica. Ad oggi 120 ragazze e ragazzi dei nostri Paesi hanno ottenuto delle borse di studio per merito sportivo. È incredibile!
Vivir DC è la realtà di sviluppo immobiliare che più mi impegna dal punto di vista lavorativo. Ad oggi sviluppiamo contemporaneamente circa cento unità immobiliari (quattro cantieri) di cui sono amministratore, però il percorso iniziato 10 anni fa è stato lungo, duro e pieno di alti e bassi. Tutto è iniziato ristrutturando un monolocale, e non avrei mai immaginato un successo del genere.
Sono grato alla mia famiglia che fin dai primi passi mi ha incoraggiato e accompagnato, riuscendo a prendere da loro (visto che sono la terza generazione di costruttori) qualche saggio e utile consiglio.
Penso che la cosa più importante sia il fatto di scegliere i giusti collaboratori per far sì che il viaggio sia sostenibile nel tempo.
Brick Mi Up è un’agenzia immobiliare improntata sulla donna che nasce con il desiderio di dare qualità alle vendite e gestione degli affitti. Mia mamma è stata fonte di ispirazione perché anche lei è proprietaria di un’agenzia immobiliare in cui lavorano solo donne, e in una città piena di opportunità come Milano, questo è un progetto che ci sta gratificando enormemente.
M4training è un progetto nel quale credo molto, in cui sono stato coinvolto con l’idea di creare una realtà sportiva basata sui nostri valori. La qualità del lavoro si concilia con la cura dei dettagli, le Academies per i più giovani, il lavoro personalizzato e la possibilità di fare basket e pesistica in un posto magico come il nostro centro training. Futuro? Il nostro sogno è aprire a Milano quando troveremo la giusta location.
Fortitude è l’agenzia di marketing specializzata nel settore sportivo e dell’intrattenimento, fondata quest’anno a Milano con la visione di una persona del settore come Michele Baratta e il coinvolgimento di 3 soci sportivi, che siamo io, Massimo Ambrosini e Giampaolo Pazzini.
Quello che facciamo è comprendere le esigenze dei Brand per offrire soluzioni innovative e coinvolgenti.
Un’agenzia che fornisce un servizio di gestione agli atleti e una consulenza specializzata in grado di supportare le aziende nei progetti nel mondo dello Sport e dell’Intrattenimento.
Evnu è un progetto che stiamo sviluppando da due anni insieme a Valerio Mazzola e a breve potremo raccontarlo in maniera adeguata e lanciarlo sul mercato. Si tratta di una linea di sneakers per taglie grandi. L’idea nasce dalla necessità di risolvere il problema di chi, come noi, ha fatto sempre fatica a trovare una calzata super confortevole da poter indossare in qualsiasi occasione, con un’impronta alla moda.
Siamo molto entusiasti, ci crediamo fortemente.
Questi sono i progetti che ad oggi vi posso raccontare e di cui sono super orgoglioso.
Le energie le ho sempre trovate, sono uno che non sa stare fermo.
Come dico sempre, se fosse facile lo farebbero tutti, ed è proprio questo che mi dà stimoli ogni mattina. La mia vita, con una palla in mano, non era l’unica cosa che volevo e immaginavo. Sono nato creativo, mezzo pazzo e super coraggioso per mettere in gioco la mia persona e anche la parte economica.
Ci ho provato, ho tracciato una strada diversa, ci sto riuscendo e questo mi piace molto… sono riuscito a coinvolgere tanti atleti in diversi progetti, per far sì che possano imparare, guadagnare e fare un percorso che dia loro una visione imprenditoriale per il futuro.

3 – Con Vivir DC, azienda di Real Estate con sede a Milano, il vostro obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita delle persone attraverso i contesti abitativi che andate a creare. Ti va di farci degli esempi di come avete applicato nelle vostre costruzioni la vostra mission? E quale è il momento più emozionante che hai vissuto da quando hai fondato Vivir DC?
A noi piace l’idea di poter costruire edifici nuovi in zone della città dove possiamo contribuire anche dando atto ad una riqualificazione urbanistica attraverso nuovi fabbricati, nuove tecnologie, tanti servizi e le migliori performance dal punto di vista energetico.
I nostri fabbricati sono dotati di palestra, aree co-working, lavanderia, portineria, locker per i pacchi, opere d’arte, saune, piscine e questo sicuramente rende più moderno il modo di vivere la casa.
Per ogni operazione immobiliare che facciamo ci piace sostenere progetti sul territorio milanese per far sì che il nostro contributo vada al di fuori della parte architettonica, quindi che possa contribuire al miglioramento della città e del modo di vivere il quartiere. Per esempio aiutando a riqualificare una piazza in cui ci siano giochi per giovani, un’area per i cani oppure un campetto.
Questo percorso è iniziato con la voglia di creare un piano B per il dopo carriera, quindi lavoro ogni giorno per far sì che la nostra realtà diventi sempre più sostenibile.
Il futuro può essere luminoso se ci prendiamo cura e lavoriamo sulla sostenibilità; è per questo motivo che abbiamo iniziato un percorso dove il dicembre scorso abbiamo ottenuto un rating di sostenibilità sulla piattaforma Ecomate dove siamo stati assistiti da Sinergia Network; non si tratta solo dell’inquinamento, anzi: sono 11 verticali molto importanti che riguardano aspetti aziendali come finanza, mobilità, trasparenza, cybersecurity e tanti altri aspetti.
Ci sono due aspetti super belli del nostro business. Il primo è vedere le persone che acquistano casa e che sono felici di aver compiuto questo passo importante. La seconda è molto importante per me, visto che ho creato un sistema finanziario in cui coinvolgere tanti atleti, amici e parenti, per diversificare i loro investimenti in progetti seguiti da me in veste di amministratore.
Quando si tratta di gestire patrimoni di amici e parenti, ancora di più sento la responsabilità e gli stimoli che mi fanno svegliare al mattino con la voglia di far bene! In questo percorso vedo una grande opportunità per i miei amici e la mia famiglia di avere importanti ritorni, diversificando gli investimenti e imparando passo per passo
come si sviluppano progetti del genere.

4 – Dal primo campo di pallacanestro costruito nel 2014 nella baraccopoli di Mathare, Slums Dunk ne ha fatta di strada…ci racconti nel dettaglio la situazione attuale della vostra associazione e come vedi Slums Dunk tra 5 anni?
La nostra associazione ormai è presente in quattro Continenti con l’obiettivo di utilizzare la palla per accorciare le distanze culturali del mondo attraverso lo sport, attraverso una passione.
In questo modo, inserendo i nostri progetti sportivi riusciamo a coinvolgere tanti giovani, allontanandoli dalla strada, la prostituzione, la criminalità e le droghe, per fare alcuni degli esempi quotidiani che si vivono in questi contesti sociali.
Ogni anno ci sono dei gruppi di lavoro che vanno a seguire le attività e ad occuparsi della formazione manageriale che permetterà loro di gestire a 360° la Basketball Academy.
Il nostro obiettivo non è cercare talenti però, in questo caso, se lo sport crea delle opportunità del genere, saremo più che contenti di creare dei grandi campioni di pallacanestro che possano studiare e fare una vita creata da questa grande opportunità, ossia la possibilità di studiare gratuitamente ed avere un futuro diverso.
Negli ultimi anni abbiamo sviluppato le nostre attività nel territorio italiano, che partono dalla riqualificazione di un campetto a Milano ed uno a Legnano. La riqualificazione urbanistica è importante però è sempre un campo di pallacanestro. Il nostro obiettivo è quello di creare dei punti di aggregazione che promuovono i valori della vita attraverso la pallacanestro, attraverso l’amicizia e la musica.
Proprio questo è il modo in cui viviamo il basket nella nostra associazione Slums Dunk.

5 – Cosa ne pensi del lavoro svolto dalla Giba in questi ultimi anni? Cosa consiglieresti ad un ragazzo che deve affrontare un problema?
In ogni momento in cui ho avuto bisogno di una consulenza, di una chiarezza su qualche aspetto anche dal punto di vista contrattuale, nei momenti degli infortuni oppure nel fondo di fine rapporto, la Giba mi ha aiutato assistendomi nel modo giusto, permettendomi di valutare le situazioni con più chiarezza.
La voce di un’organizzazione che rappresenti i giocatori è sempre importante, soprattutto nei momenti più difficili.

6 – Ti chiediamo infine di lasciare un messaggio per i giovani cestisti che potrebbero sicuramente ritrovare in Bruno Cerella un modello di atleta a cui ispirarsi, che è riuscito a raggiungere la vetta del successo sia sul campo che fuori dal campo.
A me piace l’idea di un atleta più completo, di un atleta che possa trasmettere qualcosa ed essere un esempio per le nuove generazioni e non solo. Una persona, più che un atleta, che sappia scegliere il cammino giusto e che sappia coltivare attraverso la dedizione e la costanza il cammino del successo.

L'articolo Bruno Cerella è il protagonista della 29esima puntata di Post & Dual Career proviene da Giba.

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