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Jeff Brooks alla Pallacanestro Trieste: “Voglio che mio figlio mi veda felice”

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È uno dei volti nuovi della Pallacanestro Trieste pronta ad affacciarsi, con grandi ambizioni, nel prossimo campionato di serie A.

Lasciata Venezia, Jeff Brooks si è già tuffato in questa nuova avventura mettendo al servizio di coach Jamion Christian tutta la sua esperienza come emerso durante il test amichevole di Castelfranco Veneto contro la Vanoli Cremona vinto dai biancorossi per 73-57.

Brooks, cosa l’ha spinta a lasciare Venezia e, una volta presa la decisione, perché ha accettato la proposta di Trieste?

«Ho deciso di interrompere il rapporto con Venezia perché sentivo fosse il momento di spostarmi altrove. Desideravo sentirmi parte di qualcosa e a Venezia mi sentivo come se fossi da solo su un’isola. Trieste mi ha dato l’opportunità di essere parte di qualcosa, non solo in campo ma anche nello spirito, sfruttando le mie capacità e la mia esperienza per aiutare i più giovani a crescere e raggiungere i propri obiettivi di carriera come ho fatto io».

Con che motivazioni è arrivato e quali sono le sue prime impressioni sul gruppo?

«Ho tre principali motivazioni per questa stagione. Voglio divertirmi giocando a basket, godendomi l’esperienza di far parte di Pallacanestro Trieste. Voglio anche che la mia famiglia percepisca che mi diverto ancora con il basket, è fondamentale per me che soprattutto mio figlio lo capisca. A volte la scorsa stagione si accorgeva che non mi stavo divertendo e che il basket stava diventando un peso, e mi diceva di voler smettere di giocare lui stesso per via del mio stato d’animo: spero che vedendomi felice lui possa continuare ad innamorarsi di questo sport. Inoltre, sono motivato ad aiutare Trieste nella sua risalita verso i piani alti della pallacanestro. Dopo aver ottenuto la promozione dalla A2 in un solo anno, con una squadra formidabile e tifosi così appassionati, in una città così bella e viva, non ci sono limiti a quello che possiamo raggiungere. Ogni giorno che scenderò in campo vestendo il biancorosso voglio giocare al mio meglio, per aiutarci a dare il meglio di noi».

Anche alla luce della sua esperienza nel campionato di serie A dove pensa possa arrivare Trieste a fine stagione?

«L’unica aspettativa che ho è che lottiamo per vincere e per conquistarci il rispetto di tutti. Vittoria e sconfitta fanno naturalmente parte del percorso di crescita, ma guadagnarsi il rispetto come una squadra seria, un avversario tosto, una società solida, sono cose che durano più a lungo di una vittoria. Quello che mi aspetto è che i nostri avversari ci sentano mentre siamo in campo e che ci sentano sulla loro pelle dopo averci affrontato».

Qual è il suo giudizio generale sul campionato?

«Il campionato italiano è sempre duro: campi difficili, giocatori duri, tifosi caldi. Non è per deboli. Penso che questa stagione sarà combattuta come sempre, la corsa ai play-off e alla Coppa Italia sarà tiratissima per via del livello competitivo ravvicinato di tutte le squadre».

Sabato a Jesolo, contro la Reyer, emozioni particolari?

«Sarà una partita come le altre, nessuna rivincita personale, scenderò in campo per fare lo sport che amo e lottare insieme ai miei compagni». —

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