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Pallacanestro Trieste da Arcieri a zenzero: ecco l’alfabeto del trionfo

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Pallacanestro Trieste da Arcieri a zenzero: ecco l’alfabeto del trionfo

ARCIERI Il “Re Mida” dei manager, trasforma in oro tutto quello che tocca. La coerenza esasperata paga alla distanza, aver puntato tutto su un gruppo di uomini, esperto e qualitativamente alto (staff tecnico compreso), averlo difeso nei momenti complessi, è la chiave per il successo finale.

BAGNO DI FOLLA La Pallacanestro Trieste, grazie alle prestazioni nei playoff, ha riconquistato la propria gente. Tornato il “Red Wall” sotto le volte del Palatrieste, la passione cestistica si è riversata nelle strade, culminando nella festa promozione di Piazza della Borsa.

CHRISTIAN Attaccato da più parti, criticato, in realtà stava metabolizzando un complesso percorso di conoscenza della materia, la serie A2. Ha attinto a piene mani da giocatori e staff, non confondendo quello che è l’ “ascoltare” rispetto al “sentire”. Camaleontico.

DONNE Altro che “quote rosa”, ci sono tante donne valenti all’interno dello staff Pallacanestro Trieste, dalla comunicazione al sociale, passando per il marketing e la biglietteria. Un lavoro assiduo e svolto con grande serietà, un valore all’interno di un meccanismo che comunque necessita di un rafforzamento.

EMPATIA Michael Arcieri, Jamion Christian ma tutto il gruppo Cotogna ha sublimato il senso di empatia dal loro arrivo a Trieste. Mai una parola fuori posto, mai un sorriso o una parola negati, nessun sassolino da togl…scaraventare addosso ai detrattori dopo l’ascesa nella massima serie. Esempio fulgido di educazione, di equilibrio da bilanciare con una cultura latina forse un po' troppo… istintiva.

FINALE Una grande finale contro una degna avversaria, Cantù. Un perentorio 3 a 1, caratterizzato anche dalla “doccia fredda” di gara3, quando tutta la città era pronta per esplodere nei festeggiamenti. È bastato riattivare Michele Ruzzier, “ingabbiare” Hickey e scatenare Vildera sotto canestro per consolidare un dominio triestino nella post-season incontrovertibile.

GAUCHO Ovviamente parliamo di Ariel Filloy, uomo d’esperienza portato convintamente da Arcieri a Trieste per elevare la qualità del roster. Al di là di alcune prestazioni notevoli, il “gaucho” è stato con Ruzzier l’allenatore in campo, ha indicato la via ai compagni in ogni singolo minuto giocato (e dalla panchina), sferrando qualche colpo del ko in caso di necessità.

HASHTAG #Triestevola. Anche questa stagione si è voluto rendere iconico un coro per ricordare una promozione. Come fu “Forse chissà… succederà…” del periodo Alma accompagnata dalla musica di Gigi Dag, ecco che la cavalcata di Ruzzier e soci è connotata con #Triestevola.

INFORTUNI Trieste ha patito due pesanti infortuni durante la stagione regolare, quello di Justin Reyes e Giovanni Vildera. Pur essendo stati perduranti e avendo creato uno sconquassamento all’interno del gruppo, hanno avuto il positivo contro altare di essere capitati prima dei playoff. Gestiti benissimo, con tempi di recupero adeguati, sono stati il valore aggiunto della post-season.

LACUNA Ogni individuo farebbe un ottimo esercizio di crescita, mettendosi in dubbio. Al netto dei “Nostradamus” del giorno dopo o i “complottisti del giorno prima”, la stagione sportiva appena vissuta e così incredibilmente complessa da leggere, insegna che c’è sempre qualcosa da imparare, e che quello che non si capisce… non è detto che sia sbagliato.

MARINARESCA L’inno che trasversalmente accontenta tutti gli sportivi triestini. La “sciarpata” della Curva Nord accompagna la melodia cantata da tutto il Palatrieste, un momento magico che regala notti indimenticabili. “E se sta note…ciapo una sirena…”.

NORD La Curva Nord. Parte attiva, cuore pulsante del tifo alabardato. Ha contestato, anche duramente, ha gioito… in una parola ha VISSUTO la stagione cestistica. I chilometri in giro per l’Italia, in giorni e palestre improbabili, sono la certificazione che la squadra non è mai stata abbandonata. Sempre al fianco.

ORIZZONTE Mike Arcieri ha detto che ci troviamo dove volevamo essere, con 402 giorni di ritardo. L’obiettivo però non cambia alla lunga distanza, il Gruppo Cotogna vuole portare Trieste in Europa e lo farà perseguendo i propri principi, cioè ambizione ed ascesa per gradi, senza strappi.

PRESIDENTE Richard De Meo. Un altro esempio di come si possa comandare senza alzare la voce, senza sproloquiare e soprattutto lasciando lavorare gli uomini scelti per governare il sodalizio biancorosso. Presente nei momenti clou (vedi derby con Udine o in finale), non ha mai fatto mancare una parola, un supporto ai propri dipendenti, figura di riferimento rasserenante.

Q UANTUM Quanto vale questa promozione in serie A? Tantissimo. Se solo andaste a guardare il girone unico che nella prossima stagione caratterizzerà la serie A2, viene un brivido lungo la schiena. Tantissime società ambiziose, l’ascesa di realtà storiche come Livorno e Avellino, almeno 10 pretendenti al salto di categoria. Una jungla.

RUZZIER E REYES I due assoluti fuoriclasse stagionali. Il primo sopraffino costruttore di gioco, con licenza di “uccidere” dall’arco dei tre punti (piacevole riscoperta), il secondo, dinoccolato, con un arsenale offensivo infinito e una gara 2 a Cantù da cineteca.

S VEVA Non mi direte che non l’avete immaginata la piccola Sveva scatenarsi al suono della sirena di gara4 contro Cantù. Il simbolo della Trieste cestistica non stempera l’emozione ad ogni palla a due, ad ogni vittoria o sconfitta della Pallacanestro Trieste, ad ogni momento di ritrovo fra due canestri. Piccola Sveva, siamo di nuovo in serie A!

TRAVAGLIO Un travaglio, perché di questo si parla quando si pensa alla stagione regolare. Va bene gli infortuni, ma il gioco espresso era veramente povero, privo di identità. Il punto più basso a Latina. La “fase ad orologio”, male necessario, è stato un travaglio con dolori atroci e senza epidurale. La vittoria di Rieti probabilmente svolta, il gruppo si compatta, di trovano gli aggiustamenti tecnico/tattici e il “parto” della post-season e una splendida creatura, la serie A!

USA In serie A la questione gestionale cambia, e di molto. Che sia il 5+5 o il 6+6 Michael Arcieri potrà mettere in pratica la rete di contatti con gli Stati Uniti per giocatori da portare a Trieste. Da questo punto di vista il parco osservatori è di primissimo livello, i contatti pure, basta scegliere bene… (e hai detto niente!).

VILDERA Il primo giocatore da prendere in serie A2. Uomo di clamorosa personalità e attitudine, ha “sportellato” prima con coach e dirigenza per avere una possibilità di incidere, poi sui 28 metri di parquet dominando il pitturato. “Wild-era” è il manifesto della lotta per la conquista della promozione.

ZENZERO Radice con enormi proprietà, una fra le tante di abbassare la pressione. Ecco, a tutti noi latini, animati da “scalmane” sportive, una massiccia dose di zenzero per non trarre conclusioni troppo affrettate, dettate dalla “vena chiusa”. È salutare con la progettualità americana. —

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