I voti del campionato della Pallacanestro Trieste: Ruzzier Mvp, poi Reyes e Vildera

TRIESTE Ecco i voti del campionato biancorosso:

RUZZIER, VOTO: 10

Ad inizio stagione, non per scelte sue, costretto a giocare guardia...come se a Cracco venisse chiesto di fare il cameriere. Poi torna ad essere “guardiano del faro”, illuminando la via di Trieste in un crescendo decisivo. Gioca quarti di finale e semifinali da leggenda, uno stiramento lo rende “normale” contro Cantù fino all’atto finale; un capolavoro in gara 4 di indicibile bellezza, uno dei pochi playmaker italiani rimasti.

BOSSI, VOTO: 6

Si ha la sensazione forte che Stefano abbia perso il “sacro fuoco” di un tempo. Una stagione da pitbull...sdentato, nel senso che è mancato sempre il “morso” che ha caratterizzato il play triestino in carriera. Sicuramente un regista non affine al tipo di gioco richiesto da coach Christian, è stata la bombola d’ossigeno di Ruzzier.

BROOKS, VOTO: 8

È arrivato nello scetticismo più totale, quale primissima scelta di coach Christian. Difficile da inserire tatticamente, non essendo play puro né guardia, ha necessitato di un rapido apprendistato prima di calarsi alla grande nel campionato. Glaciale e impavido per essere un “rookie”, mano da ritrattista per sensibilità balistica, ha convinto tutti a suon di prestazioni convincenti. “You are”. ..caro Little Richard con la palla da basket!

FILLOY, VOTO: 7

La metamorfosi kafkiana... da giocatore ad allenatore in campo. Il “gaucho” di Cordoba è partito come giocatore d’esperienza e qualità a servizio della squadra, si è trasformato in un coach fra le tavole parchettate, un prolungamento di Christian con licenza di... “uccidere” le partite con canestri dall’alto peso specifico. “El profesor” da Cordoba.

REYES, VOTO: 9

Stagione clamorosa quella del portoricano. Lo “zoppo” più forte del pianeta, con quel claudicare così incerto, ha dominato la stagione di serie A2. Ha tutto nel bagaglio cestistico: attacco partendo dall’arco dei tre punti, giocate spalle a canestro, difesa e presenza a rimbalzo. Ogni cambio di direzione un’extrasistole per gli appassionati e due punti o tre subiti per il difensore. Trascinatore.

MENALO, VOTO: 6/7

Se fosse arrivato un mese prima, parleremmo di un protagonista certo della postseason. Ragazzo con qualità difensive indubbie, intelligente e ottima mano. Il classico diamante grezzo che ogni allenatore vorrebbe forgiare sotto la propria egida. Di proprietà Virtus Bologna, ma Trieste è una sirena molto avvenente. “E se sta note...ciapo una sirena...”

FERRERO, VOTO: 6

È un voto che dovrebbe entrare nelle pieghe di un ruolo ben definito. Giancarlo Ferrero ha portato le stimmate di un uomo spogliatoio, di una guida spirituale in un percorso costellato da bestemmie (nella stagione regolare). Qualche stoccata importante l’ha data nei momenti che contavano, ma il suo è stato un lavoro silenzioso, dietro le quinte, decisivo.

VILDERA, VOTO: 9

E adesso chi lo toglie dalla prossima serie di Netflix su Sparta? Ahinoi Giovanni da Montebelluna ormai è l’archetipo del guerriero barbuto e senza fragilità. È bastato un suo cenno con il sopracciglio allo staff tecnico e dirigenza per rimetterlo al centro del villaggio scandendo i ritmi da battaglia. Arsenale offensivo limitato ma sempre più efficace, posizione a rimbalzo eccellente e ruvida fisicità. Determinante. Si permette nella partita della promozione anche di diventare...pistolero con 20 punti!

DEANGELI, VOTO: 6/7

Più sfruttato nella stagione regolare, ha potuto abbinare la caparbietà difensiva con alcune prestazioni sopra la doppia cifra di realizzazione. Quando l’asticella si è alzata ha dovuto fare l’arma tattica per minuti di intensa “aggressione” a qualche attaccante pericoloso. Anche per lui una soddisfazione immensa, anzi doppia, da triestino e da capitano.

CANDUSSI, voto: 7/8

Abbiamo scherzato con il “Candu” per quel desiderio pruriginoso di usare le mani oltre il lecito. La Snai ha tolto le quote sul possibile terzo o quarto fallo prima del quarantesimo minuto. Resta il fatto che l’atipicità di Francesco è stata un’arma tattica di grande importanza per la squadra, aggiunta a quella dose non indifferente di esperienza che gli ha fatto vincere il secondo campionato di serie A2 in poco tempo.

CAMPOGRANDE voto: 6

Trieste l’ha aspettato più di una visita al pronto soccorso. Trieste l’ha adottato supportandolo nei momenti difficili. Luca ha cercato in tutti i modi di ripagare la fiducia ma non è mai riuscito a inanellare una serie di prestazioni positive, pur registrando alcuni picchi notevoli. Peccato, un’occasione persa... da parte di tutte e due le parti.

ROLLI e CAMPOREALE, voto: 6

Già dare “6” sarebbe un atto di generosità per chi si gode momenti come quelli di gara4 con Cantù che ognuno vorrebbe vivere. L’obiettivo adesso diventa una sventolata di asciugamano in meno e qualche minuto in più, anche se al piano più alto diventa operazione improba. Bravi comunque, scampoli di gloria da raccontare ai nipoti.

JAMION CHRISTIAN, VOTO: 8

Ha messo in fila tutti gli agnostici in generale, ha rivoluzionato la sua idea tattica di base, ha sorriso e amato tutti ben oltre il porgere l’altra guancia di cristiana educazione. Come è e come non è, l’uomo da Quinton in Virginia, ha saputo ascoltare i suoi discepoli, ha lavorato sulla comprensione del testo (ergo, serie A2) con l’umiltà di chi si siede al banco e non sta sulla cattedra. Intelligente, empatico, educato e ora... vincente.

MICHAEL ARCIERI, voto: 9

Il “dandy” più fashion della serie A2 ha colpito ancora. Ad un certo punto rischiava di avere la credibilità dei terrapiattisti quando confermava convintamente Jamion Christian nel momento più buio, o quando faticava a trovare il rinforzo in mancanza di Justin Reyes. In realtà era semplice coerenza, lui ha creduto nell’allenatore e nella squadra, oltre che all’idea di arrivare pronti nella fase decisiva. Ha vinto ancora una volta lui. Chapeau!

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