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NCAA Women 2023-24: il bilancio della stagione da rookie di Eleonora Villa e Vittoria Blasigh

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Le avevamo lasciate a metà gennaio, a metà della loro prima stagione nel magico mondo del college.

Eleonora e Vittoria hanno disputato una seconda metà in crescendo anche se con qualche alto e basso fisiologico, chiudendo la stagione con riconoscimenti ufficiali che certificano la loro importanza per i rispettivi atenei. 

Vediamo ora nel dettaglio come sono andate negli ultimi mesi, prima del meritato riposo (solo sportivo perché gli impegni accademici continuano) ed in attesa di rivederle entrambe in maglia azzurra ai prossimi Europei di categoria (Under20) che si disputeranno in Lituania a luglio.

ELEONORA VILLA

La stagione della squadra di Eleonora, le Cougars di WSU, dopo una gran partenza contro avversarie non di primo livello si stava facendo tosta con gli scontri con atenei della Pac12 come Arizona, South California del fenomeno classe 2005 JuJu Watkins, Stanford tra le altre.

I risultati sono stati più che buoni, a fronte di qualche sconfitta sono arrivate parecchie vittorie anche convincenti fino alla data fatidica del 28 gennaio quando contro UCLA in trasferta si è fatta male la leader della squadra nonché All-American Charlisse Leger-Walker.

In quel frangente, come è ovvio che quando a farsi male è il perno una squadra, il destino delle Cougars è cambiato.

L’assenza di CLW ha fatto si che il coach abbia dato maggior spazio e responsabilità ad Eleonora, anche nel ruolo di playmaker che non è proprio il suo e la squadra, dopo aver vinto di nervi la partita in quel di Los Angeles funestata dall’infortunio, ha risentito del contraccolpo psicologico perdendone 5 in fila ed 8 delle successive 11. 

Questo brutto periodo è costato alle Cougars l’inserimento nel tabellone della March Madness (ma in Usa è un mondo a parte, perché diciamoci chiaramente che se Leger Walker ci fosse stata Washington sarebbe stata inserita nel tabellone a parità di record W-L).

Quindi Eleonora e compagne sono state invitate al WBIT, che è il torneo di consolazione per tutte quelle università che non si sono qualificate per il tabellone principale della NCAA alla sua prima edizione, il corrispondente femminile del più famoso NIT al maschile.

Invitate da testa di serie tra l’altro, in un cavalcata che è stata interrotta in semifinale da una Illinois solida e talentuosa con due esterne parecchio forti e che poi non casualmente ha trionfato in finale contro Villanova.

Eleonora in tutto questo è stata più volta elogiata dalla sua coach per la sua costanza e maturità (le sue compagne non hanno giocato a Costa in A1 e A2….) e da notare che da quando è stata inserita in quintetto al posto di Leger-Walker è praticamente sempre andata in doppia cifra ed ha giocato tantissimi minuti, un bell’attestato di stima da parte del coaching staff.

Dal punto di vista tecnico, per il poco che ho potuto osservare Eleonora si è irrobustita fisicamente (le sedute in sala pesi, specie ad inizio stagione nel training camp hanno sortito effetti) e tecnicamente ha affinato il suo repertorio di runner e floater che già aveva fatto vedere lo scorso anno e con le sue penetrazioni di mano sinistra concluse dolcemente alla tabella esaltano tutto il palazzo di Pullman ed ormai sono frequentissime quasi da farla considerare mancina per chi non dovesse conoscerla

Nella Ncaa il fattore fisico-atletico è però preponderante come anche la velocità di esecuzione ed in questo l’ex guardia di Costa si è adattata molto in fretta. Certo alle volte ha subito in difesa come ad esempio contro le due di Illinois, ma Cook, Bryant e Mckenzie son veramente forti e molto più fisiche e veloci delle esterne che erano di stanza in A2 lo scorso anno.

I margini di miglioramento comunque restano tanti, pensiamo solo ai non moltissimi falli subiti (69 liberi tentati in tutta la stagione) oppure alla voce assist (anche se d’altra parte Ele nasce come finisseur, non come costruttrice di gioco).

Singolare il dato della distribuzione dei tiri. 411 da due punti a fronte di appena 158 da tre (lo scorso anno a Costa il rapporto fu di 249 a 150). Quindi molti più tiri attaccando i close out della difesa o anche in puro 1vs1 e meno triple rispetto alla A2, soprattutto dato il gioco meno da transizione secondaria di WSU rispetto alla Costa di coach Seletti.

Le percentuali non sono poi state malvagie, anzi. Quasi il 44 da due punti e il 34 da tre punti (sempre per curiosità in A2 lo scorso anno furono rispettivamente 49% e 31%).

Ovvio che sotto canestro l’intimidazione delle lunghe della NCAA è ben diversa rispetto a quella della nostra A2, quindi un calo delle percentuali ci sta tutto: tirando le somme quindi stagione ampiamente positiva per Eleonora, chiusa ad oltre 12 punti di media, ed è solo quella da rookie.

In molti appassionati c’è fin da ora la curiosità di vedere quanti e quali miglioramenti otterrà alla fine del suo percorso americano, ipotizzando già confronti con la gemella che fino all’anno scorso nessuno si azzardava a fare.

Come detto sopra, un primo banco di prova lo avremo a luglio in Nazionale agli Europei, in una squadra con tante armi offensive e con tante stelle specie nel reparto esterne.

Ma Eleonora siamo sicuri si ritaglierà un suo spazio, perché ha un modo di giocare tutto suo, con pregi e caratteristiche uniche che verranno molto utili alla causa azzurra.

VITTORIA BLASIGH

South Florida ha chiuso l’annata prima di Washington State, perdendo al Tournament per arrivare al tabellone principale e non partecipando al WBIT. Ma Vittoria si è tolta le sue belle soddisfazioni personali. 

E’ stata eletta per ben 6 volte la freshman della settimana e soprattutto ha vinto il trofeo di matricola dell’anno per la AAC ed ha chiuso con statistiche più che discrete: 13,5 punti con un buon 34% nelle triple, un ottimo 87% dalla lunetta ed un migliorabilissimo 37% da due punti.

Anche i 2 assist di media possono crescere, ma anche per lei vale ciò che ho scritto per Eleonora: sono due guardie realizzatrici e non due playmaker, ci sta un numero non troppo alto di assistenze.

Ma l’aspetto che Vittoria deve più limare e migliorare è l’incostanza delle sue prestazioni, e l’ex guardia di Udine ne è perfettamente consapevole perché l’ha ammesso in una sua recente intervista

Picchi verso l’alto come i 31 punti rifilati a Gardner Webb University, incastonati tra due prove incolori da 5 e 7 punti contro Charleston e la NC State, oppure un altra esplosione con 35 punti contro Tulsa che ha seguito una prova da 7 contro Tulane.

Insomma, un andamento troppo sinusoidale delle sue prestazioni e segnatamente delle sue prove balistiche.

Qui è l’altro aspetto dove deve migliorare Vittoria, ampliando il suo bagaglio tecnico, aggiungendo altre soluzioni che adesso in faretra non ha.

Intanto è stata la seconda più utilizzata del roster ed ha chiuso al secondo posto per media punti.

Il prossimo anno non ci saranno più le senior Wilson, Gonzalez ed Asensio ma arriveranno rookie interessanti come l’ala bulgara Karamfilova o la guardia Amy Thompson.

Vedremo che squadra sarà, intanto anche Vittoria l’aspettiamo in azzurro per proseguire il suo cammino con le nazionali giovanili e tentare, nell’ultimo anno disponibile, di portare a casa una medaglia.

Sarebbe un bel modo di chiudere questa stagione intensa e foriera di soddisfazioni per Vittoria che promettiamo di invitare prima o poi a Passo e Tiro così da raccontarci la vita nel campus in quel di Tampa, Florida. Non dev’essere malaccio….

 

Cristiano Garbin 

TW: @garbo75

IG: garbin_cristiano

 

 

 

 

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