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LBA UnipolSai 7ª ritorno 2023-24: Gombauld si trasforma nel mostro della laguna. La Dinamo Sassari sa vincere anche in trasferta, Reyer Venezia KO

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Mestre, 10 marzo 2024 – Non è un film horror quello andato in scena nel pomeriggio di Mestre, ma ci va molto vicino, almeno per il pubblico arrivato al Taliercio, vedendo uno “spaventoso” Stephane Gombauld sbarrare la strada ad una Reyer Venezia troppo confusionaria per essere vera. Dall’altra parte, non soltanto il centro francese, ma tutta una Dinamo Sassari targata Nenad Markovic che finalmente sa vincere anche in trasferta, giocando con un’autorità mai vista in questa LBA, capace di comandare quasi sempre il gioco al cospetto della seconda forza del campionato.

Dopo il brusco stop di Reggio Emilia di un mese fa, sembrava essere tornata la squadra schiacciasassi di coach Neven Spahija dopo i trentelli rifilati prima a Pistoia e poi a Scafati, una gara contro i sardi che alla vigilia era descritta come insidiosa, ma con i veneti sicuri dei propri mezzi, specialmente tra le mura amiche dove ha sempre vinto in questa stagione, tranne una volta con la sorpresa Napoli.

Per la Reyer Venezia un brutto stop, soprattutto per come sia arrivato, con una difesa del pitturato al limite dalla decenza e un attacco troppo statistico per scardinare una Sassari arrivata in laguna con il coltello tra i denti, affidandosi solamente alle giocate dei singoli.

Una difesa, quella sarda, con hai mai concesso transizioni veloci agli avversari, con l’Umana incapace di trovare buoni tiri a difesa schierata. Come detto, però, i problemi più grossi sono arrivati sotto le plance, con i lunghi di casa che non son riusciti in alcun modo a riempire un’area sempre troppo sguarnita e zona di caccia per quelli avversari.

Male l’intero il reparto lunghi lagunare, nonostante la lotta a rimbalzo vinta per 43-35, eccezion fatta per Amir Simms, 22 punti per lui e una prestazione totale per i primi 30′, salvo spegnersi nei minuti finali. Con il calo di Simms è arrivata di conseguenza la spallata decisiva ospite e non è bastato neanche un Rayjon Tucker da 17 punti per ribaltare le sorti di una gara così negativa per i suoi.

Un calo fisico e soprattutto d’intensità che dovrà far riflettere coach Spahija, soprattutto ora che la sua squadra è uscita dall’Eurocup e la scusa del doppio impegno settimanale non regge più. Una gara sporca e cattiva in alcuni momenti, che è sembrato un vero antipasto di playoff che gli orogranata hanno nettamente toppato.

Dall’altra parte una Dinamo Sassari rinata, sorprendentemente, sotto la guida di coach Nenad Markovic, capace di risvegliare l’orgoglio di una squadra che per diversi mesi è sembraa non avercelo. Certamente la sosta ha aiutato i sardi, che dopo il roboante successo casalingo contro la corazzata Virtus Bologna ha messo basi solide per costruire un dignitoso finale di stagione e chissà, perché no, le fondamenta per la stagione ventura.

Una vittoria arrivata nonostante il 19% da oltre l’arco per i sassaresi, ma arrivati in laguna con un piano partita ben chiaro in mente: dominare il gioco nel pitturato. Già dalla palla a due, infatti, i pick and roll centrali del Banco di Sardegna hanno aperto autentiche praterie per i due centri biancoblu Stephane Gombauld, MVP del match con 22 punti, e Ousmane Diop, 12 punti.

Giochi a due orchestrati alla perfezione dal playmaker Alessandro Cappelletti, 10 punti, 4 assist e una prestazione da incorniciare per un giocatore che troppo spesso in stagione aveva deluso le aspettative iniziali. Bene anche Breein Tyree, 13 punti e soprattutto il canestro che di fatto ha chiuso la gara del Taliercio.

A sorprendere è però un altro dato in casa Dinamo, la voce delle palle perse, solamente 6 per la peggior squadra dell’intero campionato in questa statistica, che fino ad oggi viaggiava ad oltre 15 perse.

Parte forte Venezia con le triple di Casarin e Simms per il 6-0 iniziale. La Reyer aggredisce il Banco, Gombauld si accende, ma i veneti allungano sul +8.

La Dinamo continua sul proprio piano partita, il pick and roll produce dividendi con la Reyer che patisce il gioco a due centrale, i sardi restano in scia e il primo quarto si chiude sul 18-17.

Il Banco è solido e compatto, difende con continuità e Cappelletti sale in cattedra. Gli ospiti continuano a martellare in area con Gombauld e Diop che convertono sempre gli scarichi, toccando anche il +10. Venezia reagisce con stoppata di Simms che evita un canestro già fatto e Tucker in contropiede ricuce sul 36-42 con cui si va all’intervallo.

Nella ripresa è un’altra Reyer, più aggressiva in difesa e i sassaresi sembrano intimoriti, sbagliando tutto quello che riusciva nel primo tempo. Le bombe di Tessitori e Heidegger ribaltano in un amen il punteggio, 47-44 con devastante break di 11-2 per i padroni di casa. Il Banco sembra frastornato, soffre ma resiste dentro l’area, ma è Wiltjer sulla sirena con una magia a chiudere la terza frazione sul 60-57.

La Dinamo approccia alla grande l’ultimo quarto, Cappelletti è meglio di Steven Spielberg, ma è la difesa a tenere, il parziale di 9-2 del Banco costringe il coach di Venezia al time out, 62-66, con Gombauld in modalità Colosso di Rodi. Il Banco alza la saracinesca in difesa, Venezia segna solamente 8 punti in 9 minuti, tocca a Tyree segnare il canestro che chiude la contesa.

La gara si trascina fino al 71-78 finale, con i sassaresi che possono esultare, spezzando finalmente la maledizione che li vedeva quasi sempre sconfitti lontani dall’isola. 

Umana Reyer Venezia – Dinamo Banco di Sardegna Sassari 71-78

Parziali: 18-17; 18-25; 24-15; 11-21

Progressione: 18-17; 36-42; 60-57; 71-78

Sala Stampa

Nenad Markovic e Neven Spahija

Le Pagelle

Umana Reyer Venezia

Marco Spissu 5: certamente anche lui non è in giornata di grazie. Soffre tremendamente a contenere la vivacità di Jefferson prima e Cappelletti poi. Anche in attacco non è il solito fattore, incapace di dare un’accelerata ad un reparto troppo spesso imbrigliato in un’area sarda intasata, segnando solamente un canestro dal campo, ma nonostante tutto riesce a portare alla causa orogranata ben 6 assist. 

Max Heidegger 5: nel primo tempo si unisce alla fiera della tripla piazzando due bombe consecutive, ma non appena nella ripresa le mani si raffreddano vengono a galla i problemi di playmaking, creando poco o nulla per il resto dei compagni e anzi perdendo anche 3 palloni sanguinosi.

Davide Casarin 5: parte segnando subito il primo canestro dell’incontro, poi si eclissa. Almeno in attacco, visto che in difesa il proprio contributo lo dà sempre, con alterne fortune, ma è veramente troppo poco. 

Andrea De Nicolao 4: certo non è lui l’incaricato ad apportare fosforo ad un attacco che raramente riesce a trovare un minimo d’idee e soprattutto continuità, ma almeno la tenacia in difesa per un giocatore che c’ha costruito l’intera carriera, quella sì. Stasera non c’è neanche quella per il numero 10, che trascorre tutti e 12 i minuti sul parquet nell’anonimato più completo. Chi l’ha visto?!

Mfiondu Kabengele 4: la peggiore prestazione dal suo approdo in laguna. Molle nel pitturato, viene portato a spasso nei pick and roll portati dai lunghi sardi. Gombauld lo fa impazzire esattamente come nella sfida tra Aek e Dinamo in BCL nel dicembre scorso, quando ancora vestiva la maglia dei greci. La Reyer sotto le plance è inesistente soprattutto per colpa sua.

Jeff Brooks s.v.: appena 2′ concessi all’altro grande ex di giornata e visti i problemi difensivi in area dei lagunari, forse concedergli qualche minuto in più non era idea tanto peregrina.

Aamir Simms 7: in una stagione in cui troppo spesso ha deluso le attese, sia per prestazioni non l’altezza che per attitudine, quest’oggi si riscatta alla grande, confezionando la miglior prova della sua annata. Un rebus indecifrabile per la squadra di Markovic, che le prova tutte per arginare lo strapotere di un Simms in missione. Nel primo tempo l’attacco di Venezia è quasi esclusivamente lui, all’intervallo sono già 15 i suoi punti, con gli avversari che alla lunga sono costretti a fermarlo con le cattive: lui ringrazia ed anche a gioco fermo continua a fatturare. Nel ripresa non accenna a scemare il suo strapotere, salvo spegnersi all’improvviso nell’ultima frazione, con la Reyer a cui non basta il solo Tucker a tenere in piedi la baracca.

Kyle Wiltjer 6: una gara non semplice per l’ex Tenerife, che però ha il merito di non uscire mai completamente dalla partita. La difesa sassarese è brava a togliergli qualsiasi rifornimento e nelle rare volte che non ci riesce, lui la punisce. Come detto non si arrende, nonostante la serata non esaltante al tiro con soli 6 punti, e in difesa il suo mattoncino lo mette con un’ottima presenza sotto i tabelloni con 5 rimbalzi e anche due stoppate.

Rayjon Tucker 7: ennesima prova del suo talento sconfinato. Partito con il freno a mano tirato, libera i cavalli del suo motore nella ripresa, giocando una gara da leader assoluto. Fa ammattire prima Kruslin e poi Tyree, che fisicamente non lo può tenere, e nei minuti decisivi è l’unico a cui la Reyer può aggrapparsi per non uscirne sconfitta. Purtroppo per i veneti  le sue penetrazioni non bastano, ma la sua prestazione resta da incorniciare: 17 punti, tirando con il 61% in area, 8 falli subiti (!), 9 rimbalzi e anche 3 assist.

Amedeo Tessitori 4: parte bello aggressivo, forse troppo. Paga il troppo nervosismo, preferendo discutere con la terna invece di mettere una pezza alle scorribande nel pitturato dei lunghi sassaresi. Una tripla segnata sembra rimetterlo in carreggiata, fino al quarto fallo che di fatto lo esclude dalla contesa.

Dinamo Banco di Sardegna Sassari

Alessandro Cappelletti 7.5: il salto di qualità che tanti si attendevano dal suo arrivo in Sardegna arriva nella sfida più complicata, contro rivali che qualche mese fa l’avrebbero fatto a fette. Ed invece è lui a mettere a ferro e fuoco la difesa lagunare, tenendo in mano sapientemente la cabina di regia: abile a prendersi l’ormai classico arresto e tiro dalla media, che è ormai una sentenza, e smazzando assist uno più bello dell’altro nei momenti cruciali del match. Diventato ormai ufficialmente un pupillo di Markovic, che lo tiene dentro per ben 30 minuti, sembra aver definitivamente spiccato il volo.

Kaspar Treier s.v.: l’arrivo di Markovic sembrava averlo scongelato dopo settimane intere a guardare i compagni dalla panchina. Ora, con un McKinnie nuovamente dentro al progetto, sembra essere tornato nuovamente alla casella di partenza, giocando pochi secondo come oggi. Povero Kaspar!

Breein Tyree 7: gara da gregario per colui che in questa stagione ha dovuto quasi sempre vestire il mantello dell’eroe. Da oltre l’arco non è serata e l’1/7 è lì a dimostrarlo, ma l’ex Ostenda non si scoraggia, si mette a disposizione della squadra e confeziona una prestazione tutta cuore, soprattutto in difesa, certamente non il suo cavallo di battaglia. Alla lunga esce con i lividi negli scontri con Tucker, caricandosi anche di falli, ma è freddo ad attendere il momento giusto per mettere la sua impronta nel match e quel momento arriva nell’ultimo minuto: stampa in faccia a Simms il canestro della staffa e dall’altra parte cancella il canestro di Heidegger. 

Filip Kruslin 5: lo stato di forma non lo aiuta, se poi è costretto ad inseguire una fuoriserie come Tucker per gran parte della gara, allora la sua serata assomiglia moltissimo ad un pendio ripidissimo da scalare.

Stefano Gentile 6: come Kruslin lo stato di forma non è dei migliori. A differenza del croato, il capitano non segna, ma gioca una gara nettamente più solida, sia in difesa che in attacco, smazzando anche 3 assist e accelerando costantemente il gioco in attacco. 

Ousmane Diop 7: i riflettori sono tutti per Gombauld, ma lui gli facilità il compito continuando il lavoro fatto dal francese. Kabengele non può tenere il suo passo, e si vede, mentre Tessitore esce con le ossa rotte dal confronto con l’ex Torino. Fondamentale nel terzo periodo, con la Reyer che tentava di dare la spallata decisiva al match, e lui a tenere in piedi una Dinamo che sembrava per la prima volta barcollare. Chiude con 12 punti e 5 rimbalzi.

Stephane Gombauld 8: Kabengele e Tessitori rischiano di sognarsi i suoi tagli dentro per parecchie notti. L’MVP della gara fa a brandelli una Venezia che non riesce in alcun modo ad arginare il suo atletismo. Un’autentica scheggia impazzita che crea costantemente lo scompiglio nella difesa sguarnita dei padroni di casa. Salvo le solite amnesie difensive, di cui ancora atavicamente soffre, è lui il dominatore assoluto, chiudendo con 22 punti, subendo 5 falli, rubando 2 palloni, 24 di valutazione e un 8/9 dalla lunetta che alla lunga risulterà decisivo.

Alfonzo McKinnie 6: meno folgorante della gara con la Virtus, segna appena 5 punti con anche 3 rimbalzi. Gioca una discreta gara difensiva, che però lo costringere a commettere qualche fallo di troppo.

Brandon Jefferson 6.5: l’exploit con la Virtus gli ha portato in dono in laguna una difesa ad hoc, tutta concentrata su di lui. Parte anche bene con 7 punti segnati già nel primo tempo e giochi a due che tagliano in due la difesa della seconda forza del campionato, ma nella ripresa si inceppa. Da oltre l’arco è 0/5 esattamente all’opposto di sette giorni prima, ma è bravo a restare lì con la testa anche se non riesce più a muovere il proprio tabellino.

Vasilis Charalampopoulos 6.5: silente nel primo tempo, per non dire assente. Si risveglia nella ripresa con giocate dal peso specifico incalcolabile, sia in difesa che in attacco. La ciliegina sul suo ottimo secondo tempo è il backdoor che rifila a Spissu: un gioco da tre punti che indirizza definitivamente la gara sulla strada per la Sardegna. 

Giovanni Olmeo

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