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Coach Christian: «La Pallacanestro Trieste nel girone d’andata ha grattato la superficie: si può crescere tanto»

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TRIESTE «La Pallacanestro Trieste sta solo grattando la superficie». Il concetto del “work in progress” in casa biancorossa adesso ha almeno una dimensione. C’è tanto ancora da fare e i margini di crescita sono in proporzione. Così, almeno, la fotografa il coach, Jamion Christian. Coerente con la sua filosofia e con sè stesso: slalomista quando si prova a dirottarlo su temi tattici o sui singoli, strenuo difensore dell’idea del gruppo. Domani si gioca ad Orzinuovi per la prima giornata del girone di ritorno, dopo il giro di boa ci sta però un primo breve bilancio.

Si è chiuso il girone di andata, la squadra è in linea con le attese?

Le mie aspettative per una squadra sono sempre incentrate sull’imparare a essere più profondamente connessi per poter raggiungere il massimo livello di prestazioni durante la stagione. Per me le vittorie e le sconfitte fanno parte del processo di un gruppo che impara e cresce di più durante la stagione. Il mio obiettivo è quello di avere una squadra che cresca giorno dopo giorno.

Non è stato un adattamento facile. Quale è stato l’ostacolo maggiore nel calarsi nel basket europeo? In cosa ha trovato maggiori difficoltà nel portare una visione americana?

Ho la fortuna di avere un ottimo staff che mi aiuta quotidianamente a capire la cultura e qual è il livello di comprensione qui. Non mi sono sentito solo nel mio apprendimento perché finora ho avuto un numero innumerevole di persone che ci hanno supportato. E per fortuna ho una grande squadra di giocatori con cui lavoriamo tutti insieme. Spesso faccio loro domande e me ne fanno a loro volta. Penso che stiamo costruendo qualcosa in cui a nessuno importa chi ottiene il merito, conta solo trovare le risposte giuste insieme.

A che punto è la crescita della squadra?

Abbiamo ancora molto da migliorare. Ci sono quattro fasi di un team che uso come comprensione generale. Formazione: è il momento in cui un team si riunisce e inizia a definire gli standard di interazione e di lavoro comune. Storming: quando un team deve vivere secondo gli standard stabiliti. È il momento in cui la leadership viene messa maggiormente alla prova. È la fase più importante, perché è qui che si stabilisce lo standard di realizzazione. La terza fase è la normalizzazione: si stabiliscono le norme quotidiane e si pone l’asticella dei risultati. È importante perché mostra agli altri cosa vogliamo e ci dice chi siamo. L'ultima fase è l'esecuzione: anche se nell'ultimo mese abbiamo raggiunto un livello elevato, ci sono ancora molte cose che dobbiamo migliorare per diventare la grande squadra che so che possiamo diventare. Stiamo solo grattando la superficie. Siamo nella seconda fase. Stiamo ancora imparando a fidarci l'uno dell'altro nei momenti cruciali. Anche in questo abbiamo molto da migliorare, ma sono molto soddisfatto della situazione attuale della squadra.

Dopo tre sconfitte consecutive ha temuto che potesse chiudersi la sua esperienza a Trieste?

No, non ho avuto alcun timore. Capisco che si tratta di un processo di crescita. Vedevo la squadra migliorare di giorno in giorno e questo mi spinge a non portare all'estremo le vittorie o le sconfitte.

Nelle prime giornate c’era un equivoco sui ruoli e la coesistenza tra Ruzzier e Brooks. Adesso Ruzzier è primo play, Brooks viene impiegato quasi sempre da guardia. E con questa chiarezza la squadra sta giocando meglio...

La mia fiducia nei giocatori è ai massimi livelli. Lo era e lo sarà sempre. Ruzzier è migliorato moltissimo perché è un grande giocatore e ci tiene a dare il meglio di sé. Ma potrei dire la stessa cosa per ognuno. È il fatto che si preoccupino di più dell'obiettivo generale e di migliorare ogni giorno che ci ha permesso di iniziare a fare grandi passi avanti.

Quale giocatore l’ha più sorpresa?

Non posso dire che qualcuno mi abbia sorpreso più di un altro, mi conforta vedere che c’è un gruppo che ha voglia di lavorare insieme. A turno ho visto giocatori diversi essere i migliori nei punti o nei rimbalzi.

Tre aggettivi per l’identità che vorrebbe per questa squadra.

Connessa, fisica, resiliente.

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