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LBA UnipolSai 2022-23: la ripartenza dell’Umana Reyer Venezia, senza snaturarsi, con un mercato di alto profilo

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Per l’Umana Reyer Venezia la stagione 2021-2022 è stato di fatto l’ultimo ballo e il termine di un ciclo assolutamente vincente che ha portato in Laguna le vittorie di 2 scudetti, 1 FIBA Europe Cup e 1 Coppa Italia. Con l’eliminazione ai Playoff nei Quarti di Finale per merito della matricola terribile Bertram Derthona Tortona in 4 gare, l’addio a tanti veterani che hanno fatto la Storia (non a caso usiamo la S maiuscola) recente della Reyer Venezia era di fatto inevitabile per ripartire nell’annata successiva, senza però perdere di fatto l’ottica di snaturarsi, nel segno della continuità grazie all’Head-Coach Walter De Raffaele.

Ma come si è arrivati a questa chiusura di un capitolo che ha portato all’addio di tanti interpreti storici oro-granata?

Partiamo da un anno fa… perché nel bene o nel male il passato rende quella Reyer Venezia che è oggi…

Estate 2021…

L’estate 2021 aveva portato all’Umana Reyer nuovi giocatori come Victor Sanders, Tarik Phillip, Martynas Echodas, Jeff Brooks, Michele Vitali e Vasilis Charalampopolus nel rivoluzionare lo scacchiere oro-granata, con l’aggiunta invernale di Jordan Morgan e Jordan Theodore per tentare di frenare e riparare alcuni “problemi” precedenti. Già, problemi nati da giocatori che non hanno funzionato e non hanno terminato l’annata (Charalampopoulos e Phillip), per motivi extra divenuti di dominio pubblico (Sanders), fuori dalle rotazioni (Echodas) o infortunati causa un’estate Olimpica senza fermarsi e senza trovare la miglior condizione fisica e atletica (Vitali). Solamente Jeff Brooks alla fine ha reso di più dall’inizio alla fine a livello di continuità e energia in campo, non senza però qualche fatica.

Un girone d’andata travagliato e un tentato mercato di riparazione

Con un record di 7 vittorie e ben 8 sconfitte, la Reyer Venezia ha saltato per la prima volta dal 2013 la partecipazione alle Final Eight di Coppa Italia 2022. Le cause? Tante individuate nel mancato apporto di alcuni giocatori a livello tecnico (Tarik Phillip su tutti), ma troppe anche su infortuni e Covid che hanno tormentato un gruppo oro-granata mai allenatosi praticamente al completo. Principalmente è mancato a lungo l’apporto di capitan Michael Bramos che è rientrato a fine dicembre dopo uno stop di oltre 9 mesi dall’infortunio al piede a fine febbraio avvenuto sul campo di Sassari.

Valerio Mazzola è stato fuori a lungo anch’esso, così come Austin Daye con il suo problema alla schiena, senza dimenticare Michele Vitali out quasi 2 mesi. Anche il Covid ha fatto la sua parte colpendo Stefano Tonut, Julyan Stone, Bruno Cerella, Andrea De Nicolao (con il vice-capitano annebbiato tra l’altro da problemi oculari) e Jeff Brooks. Sia chiaro che non sono attenuanti, ma il lungo cammino al fine da essere considerato travagliato tra campionato e 7 DAYS EuroCup (con l’eliminazione al 1° turno dei Playoff contro Boulogne Metropolitans) è stato inciso anche da questi problemi non di poco conto. Si diceva che sono arrivati a gennaio due giocatori importanti dal mercato europeo come Jordan Theodore e Jordan Morgan, compagni di squadra l’anno prima all’UNICS Kazan, a tentare di riparare le falle precedentemente spiegate. Theodore ha portato sì carisma e esperienza nel ruolo di regista titolare portando quel gioco che Phillip non dava, ma un infortunio contro Milano lo ha frenato oltre a un 100% di condizione mai raggiunta; Morgan, in fase di riabilitazione dopo un infortunio avvenuto l’anno precedente, non ha mai fatto vedere il vero sé stesso nonostante nelle gerarchie avesse superato di gran lunga Echodas. Due scommesse, alla fine, parzialmente perse.

Credits Alessandro Scarpa/ pagina Facebook Reyer Venezia

Un pubblico “poco caldo”, tanti malumori e l’eliminazione ai Playoff contro Tortona

In una stagione praticamente “anomala” segnata gioco forza ancora dal Covid, tanti malumori sono arrivati in una piazza quale quella veneziana non semplice con il catino casalingo del PalaTaliercio raramente infiammatosi durante l’annata. Julyan Stone, uno dei senatori della squadra, aveva fatto sentire il suo dispiacere durante la stagione con la parte calda del tifo organizzato che, seppur nel Palasport quasi a pieno regime, ha deciso di non entrare nè in Curva Nord né in trasferta, facendosi sentire solo alla fine del campionato. È mancato quindi in molte occasioni il supporto ai giocatori, e nonostante si sia arrivata a una soluzione “intermedia”, si è tornata alla visione normale finendo con i fischi non proprio giustificati al termine di gara-3 nei Quarti di Finale ai Playoff contro Tortona. Già, la Bertram Tortona, la matricola piemontese allenata da coach Marco Ramondino che ha ribaltato la vittoria oro-granata di gara-1 al PalaFerraris con tre vittorie consecutive andando quindi per due volte sue due a sbancare il PalaTaliercio e chiudendo la serie sul 3-1 in proprio favore contro una Reyer che ha alzato alla fine bandiera bianca dopo una regular season chiusa con 17 vittorie e 13 sconfitte.

L’inevitabile addio di tanti senatori

Con l’eliminazione per mano di Derthona, tanti senatori che hanno fatto dell’Umana Reyer una realtà vincente e solida, hanno salutato a fine stagione.

Julyan Stone (trasferitosi alla Ginova Scafati), idolo del pubblico, uomo simbolo della squadra e tutto-fare che non si è mai risparmiato tra le due metà campo per dinamismo e energia.

Stefano Tonut (trasferitosi ai campioni d’Italia dell’A|X Armani Exchange Milano), Mvp della stagione precedente, che ha saputo ben gestire la pressione di voler star lontano da Venezia dopo la stagione 20-21 nonostante le innumerevoli voci di chi lo voleva lontano, con il Covid a rallentarlo ma che si è sempre dimostrato ultimo a cedere.

Austin Daye, quello più mancato forse nel finale di stagione con i problemi alla schiena che l’hanno perseguitato notevolmente e che si sono aggravati al termine dell’annata. Un talento incredibile (a livello di prestazioni uno dei migliori visti passare a Venezia, ma non solo), il classico giocatore “odi et amo” che ha fatto innamorare tanti tifosi oro-granata. Peccato sia arrivata la triste conclusione per il figlio di Darren che ha speso i suoi migliori anni cestistici in Laguna.

Bruno Cerella (trasferitosi alla Blu Basket Treviglio), professionista e uomo spogliatoio come pochi altri. Non ha mai mancato di rispetto a allenatori e compagni di squadra, non ha fatto mancare il suo apporto dalla panchina, mai una parola di troppo per “Brunito” di Bahia Blanca, una persona esemplare per comportamento dietro le stelle della squadra quanto Valerio Mazzola (trasferitosi alla Carpegna Prosciutto Pesaro), giocatore che è stato determinante per gli equilibri di squadra.

Le uniche quattro conferme

Credits Alessandro Scarpa/ Pagina Facebook Reyer Venezia

Sono solo quattro le pedine con cui l’Umana Reyer Venezia ha voluto ripartire in vista della stagione 2022-2023. Innanzitutto il capitano e il vice-capitano, Michael Bramos e Andrea De Nicolao, uomini prima che giocatori nell’incarnare lo spirito oro-granata come pochi altri. Mitchell Watt, il centro nativo dell’Arizona, tra i migliori del suo ruolo nella LBA, ma anche a livello europeo. E Jeff Brooks, utile ala-forte che sotto-canestro sa come esprimersi al meglio sui livelli che tutti conoscono, l’unica conferma degli arrivi dell’estate 2021.

Un mercato di non alto, ma altissimo profilo lavorato sotto traccia con Casarin e De Raffaele

Credits Alessandro Scarpa/Pagina Facebook Reyer Venezia

Se ne sono lette e sentite tante (se non troppe!) di rumors di mercato, sono stati tantissimi i giocatori accostati alla Reyer Venezia e poi visti accasarsi da altre parti. Ma nella laguna di notizie, vere o meno, il presidente Federico Casarin e l’head-coach Walter De Raffaele hanno lavorato sotto traccia allestendo una squadra di altissimo profilo, straordinario, del tutto inimmaginabile anche nei migliori sogni e pensieri dei tifosi oro-granata. Perché è stato compiuto un vero e proprio capolavoro, grazie anche ad una Proprietà reyerina nel nome di Luigi Brugnaro sempre pronta e attenta nel supportare le operazioni di mercato. Con l’unico denominatore comune la “fame” di ciascun giocatore oltre a un livello di motivazioni che non serve spiegare.

Partiamo a livello temporale di ufficializzazioni da Riccardo Moraschini – guardia-ala nativa di Cento che vanta esperienza di EuroLeague, che vuole ripartire e valere sul parquet con la faccia giusta dopo le famose vicissitudini legate alla positività alla sostanza Clostebol Metabolita riscontrata nel controllo fuori competizione del 6 ottobre 2021 e la squalifica di un anno inflittagli dal Tribunale Nazionale Antidoping. La carriera dell’ex giocatore di Brindisi e Olimpia Milano può ripartire dalla Reyer Venezia per cercare rivincite personali e non.

Jayson Granger -play esperto uruguaiano di passaporto italiano, colui che è stato il “fratello” di Simone Fontecchio l’annata precedente al Baskonia e che porterà leadership e esperienza in canotta oro-granata, ma non solo.

Matteo Chillo – l’ala-centro cresciuto di anno in anno che sarà complementare nel suo ruolo e saprà farsi valere sotto-canestro, sarà determinate per l’equilibrio dato che è uno di quei giocatori che un allenatore vuole sempre nella propria squadra: amatissimo dai compagni, un uomo spogliatoio, uno di quelli che si batte per gli altri e sarà fondamentale per creare l’amalgama visto i tanti nuovi arrivi.

Amedeo Tessitori – il pivot della nostra Nazionale ItalBasket, che dopo l’esperienza alla Virtus Bologna cerca minutaggi alti dietro Mitchell Watt ed è pronto a farsi valere da centro nel sistema di coach De Raffaele.

Derek Willis – si è fatto amare tanto dal pubblico della Joventut Badalona. Ala forte che può diventare un problema serio per le difese avversarie, quanto un enigma difensivo. Un lottatore capace di segnare dalla distanza e dentro l’area, notevole rimbalzista e stoppatore, il classico “4” moderno.

Jordan Parks – capacità di correre il campo, notevole atletismo, fisicità e spirito di sacrificio per compagni e team, un’ala piccola che può essere complementare con capitan Bramos.

Marco Spissu – il play sardo della Nazionale ItalBasket, cresciuto di fatto in tutti i fattori nell’ultima annata in EuroLeague con la canotta dell’UNICS Kazan. Dovrà essere il leader in regia della squadra.

Allerik Freeman – il puro realizzatore, arriva dal CSKA Mosca. È tiratore letale dalla lunga distanza e scorer micidiale, esterno capace di andare fino al ferro con una grande facilità. Dovrà non poco spostare gli equilibri di squadra e della partita in corso.

Yankuba Sima – il pivot nazionale spagnolo arrivato dal Baxi Manresa, venuto per fare lo straniero di Coppa ma non del tutto, perché “gioca chi se lo merita”. Capace di oscurare le vallate sotto il proprio ferro, può essere di sostanziale aiuto a rimbalzo e nei giochi di pick and roll con il play.

Le aspettative sotto la guida di coach Walter De Raffaele

L’Umana Reyer Venezia per la stagione 2022-2023 ha avuto (tanto in teoria, quanto nella pratica) la grande capacità di scouting e di negoziazione per creare di fatto una nuova squadra partendo quasi da zero. Idee praticamente tutte realizzate in fatti, la visione di medio lungo periodo, ma anche un’enorme volontà di avere un’elevata competitività sin dall’inizio in un’unione di intenti tra proprietà, dirigenza e staff tecnico che hanno fatto la classica differenza. È stata di fatto una rivoluzione, ma comunque frutto della continuità di progetto per fare qualcosa d’importante e dell’ambizione di voler continuare a crescere, soprattutto nell’anno del 150° anniversario della società Costantino Reyer Venezia 1872.

Credits Alessandro Scarpa/ pagina Facebook Reyer Venezia

Il tutto con il vero valore aggiunto della squadra, una grande guida tecnica come quella di Walter De Raffaele. Perché come ogni anno, quando i risultati faticano ad arrivare è il coach a venire messo in discussione, lui come la dirigenza. Ma Walter De Raffaele è stato forse l’unico, o uno dei pochi a continuare a credere nel gruppo e nel suo operato anche e soprattutto quando Venezia si è trovata l’anno scorso nella seconda parte della classifica per lunghi tratti. Dagli addetti ai lavori vien costantemente appurato che al sistema di WDR non sia facile adattarsi, in quanto vi sono mille punti di vista da applicare al limite di attacchi e difese. A conti fatti, però, Venezia è una delle squadre che ha vinto di più negli ultimi anni e gran parte del merito deve essere data al coach labronico, per la sua capacità umana di gestione del gruppo e tecnica per la conoscenza incredibile del gioco.

Spetterà ancora a lui quindi, nel plasmare il nuovo gruppo, infondere, con l’aiuto dei giocatori confermati, il vero spirito Reyer. Il coach oro-granata non si è mai nascosto di fronte alle situazioni critiche della passata stagione, ma è stato anche il primo a non piangersi mai addosso e riprendere in extremis, grazie soprattutto all’ambiente che lo circonda, una stagione a dir poco difficile e tumultuosa. Si può ammettere che tanto è mutato, ma se conosciamo quel che De Raffaele e Casarin hanno avuto in serbo nel passato, il più delle volte viene messo davanti l’uomo rispetto all’atleta. Ed è stato questo il principale punto di forza per formare il gruppo che c’è stato negli ultimi anni in laguna, un Gruppo vincente e solido. Aggiungiamoci poi la professionalità e la “maniacalità totale” per preparare squadra e non solo, ed è fatta. La stagione 2022-23 può solo che iniziare con questi presupposti, umilmente ambiziosi, seguendo il diktat di coach Walter De Raffaele.

Gli obiettivi

Per motivi di fatto noti a tutti, l’Olimpia Milano e la Virtus Bologna, almeno per quello che riguarda il campionato LBA, partono “in pole position”, ma abbiamo visto già in passato quanto il percorso della Turkish Airlines EuroLeague possa essere logoro sia a livello fisico che mentale. Per questo la Reyer Venezia dovrà quindi farsi trovare pronta nel momento decisivo della stagione.

Discorso diverso per quanto riguarda la 7 DAYS EuroCup, la competizione che spalancherebbe le porte del piano superiore, l’EuroLeague, da sempre un sogno da parte della proprietà oro-granata. Il livello è alto, ma il format può rendere imprevedibile il tutto. Di sicuro l’obiettivo è quello di fare meglio della passata stagione e da li in poi ce la si giocherebbe con tutti.

Ma come si suol dire, soltanto il campo parlerà e dirà la verità.

By Achille Amadi

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