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F1, Vettel vs Leclerc: Psicologie a confronto nella doppietta Ferrari a Singapore

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Il GP di Singapore ha donato ai tifosi della Ferrati un esito tanto inatteso quanto dolce ed emozionante: una doppietta. In un circuito in cui le caratteristiche della Rossa sembravano non combaciare alla perfezione, come invece era successo nelle ultimi uscite in Belgio e Italia, le rosse hanno invece monopolizzato il weekend, anche grazie alla pole conquistata da Charles Leclerc sabato.

Ma in gara, invece, a gioire è stato Sebastian Vettel, con il tedesco che torna così sul gradino più alto del podio dopo un anno di attese e di altrettante delusioni.

Eppure, in una giornata apparentemente perfetta e gloriosa per i colori rossi, la notte di Marina Bay ha aperto comunque un piccolo caso, che rischia di sfociare in una rivalità interna tra i due piloti del Cavallino.

La vittoria di Vettel, ottenuta di fatto grazie ad una strategia favorevole al pilota tedesco, non è stata particolarmente gradita dal giovane monegasco, che non ha certo nascosto la sua frustrazione durante la gara nei team radio e durante la celebrazione sul podio, con un volto che rispecchiava alla perfezione il suo disappunto. In un risultato perfetto per la Ferrari, a Singapore i due piloti hanno mostrato sentimenti e motivazioni opposte. Due stati d’animo che da un lato evidenziano molti aspetti positivi, ma che potrebbero rivelarsi anche una bomba ad orologeria per il quieto vivere all’interno della squadra.

SEBASTIAN VETTEL – UNA GIOIA RINCORSA E RITROVATA


Il tanto atteso appuntamento con la vittoria è finalmente arrivato, ed ha il sapore della liberazione più totale. Delle 53 vittorie conquistate da Vettel in carriera, forse questa ha il retrogusto del riscatto, della rivincita.
L’espressione sul volto del tedesco, visibilmente commosso ed emozionato, è la riprova perfetta di quanta sofferenza sportiva abbia dovuto patire Vettel prima di tornare a sorridere nella gara di ieri. Gli errori commessi nell’ultimo anno solare, che gli sono costate critiche ed accuse a volte eccessive, hanno avuto il loro peso sul morale e sulla psicologia del tedesco, intrappolato in un vero e proprio periodo nero caratterizzato da errori e prestazioni al di sotto del suo talento.

A Singapore, invece, si è rivisto il Vettel che tutti conosciamo: lucido, preciso, attento. Caratteristiche che gli hanno consentito, non a caso, di portarsi a casa quattro titoli mondiali e d’imporsi come uno dei migliori talenti degli ultimi anni. La vittoria a Marina Bay è servita per sbloccarsi, per tornare ad emozionarsi sul gradino più alto e per provare a rilanciare il suo matrimonio con la Ferrari, magari riservandosi altre soddisfazioni da qui fino alla fine dell’anno.

Nel giro di un anno, Vettel è passato dal grado di prima guida indiscussa (con Raikkonen) a probabile seconda scelta in un duro testa a testa con un giovane e grintoso Leclerc. Che questa vittoria possa ristabilire con maggior serenità le gerarchie in casa Ferrari a suo favore? Troppo presto per dirlo, ma di sicuro Vettel può ripresentarsi in Russia con tante motivazioni in più. Bentornato Seb!

CHARLES LECLERC – DAI MOMENTI D’ORO ALLA DELUSIONE


Per quanto non si possa in alcun modo mettere in discussione la prova di Leclerc a Singapore, sia in gara che soprattutto in qualifica, il post-Gran Premio del monegasco ha fatto storcere il naso a molti tifosi ferraristi. Se fino a due settimane fa Leclerc era stato giustamente osannato dal popolo rosso come nuova stella, “l’enfant prodige” che ha fatto innamorare ed emozionare come pochi, questa volta Leclerc non ha gradito la strategia della Ferrari nei suoi confronti, quasi come se dal box avessero voluto penalizzarlo sottraendogli una vittoria che era nelle sue mani fino alla sosta.

Una reazione ed una faccia “incazzosa” che non ha fatto piacere a molti, tanto da accusare subito il monegasco di essere una “primadonna” poco riconoscente anche nei confronti di Vettel, il quale a sua volta lo aveva aiutato sacrificando una potenziale vittoria. Eppure, in quella che può apparire come una reazione eccessiva da parte di Leclerc, c’è molto di positivo nello spirito del monegasco.

Quale pilota può ritenersi effettivamente contento nel giungere al 2° posto dopo aver accarezzato per lungo tempo la possibilità di vittoria? Nessuno, a meno che non si tratti di un pilota qualunque, e non di un campione quale è, e che ha ampiamente dimostrato di esserlo a discapito della giovane età.

La fame di vittoria e la volontà d’imporsi di fronte ad un compagno sicuramente più esperto e certamente più vincente, sottolinea il naturale spirito di competizione presente nei piloti di Formula 1, specialmente in quelli che ancora sono alle “prime armi” rispetto ai campioni più titolati. Quello che può sembrare un atteggiamento arrogante da parte di Leclerc, può invece nascondere una voglia di vincere tipica dei “gladiatori” della F1, che non va confusa come un capriccio dell’ultimo arrivato.

QUALI LE CONSEGUENZE?

Fino a questo momento la rivalità tra Vettel e Leclerc è sempre stata tenuta sotto controllo da un reciproco rispetto tra i due e da un clima in squadra che sembra non favorire apertamente uno o l’altro pilota.

Attenzione però: con Vettel e Leclerc quasi a pari punti (con il monegasco avanti di 4 lunghezze e a pari merito con Verstappen), e con la complicatissima possibilità di rilanciare le sorti di un campionato ormai finito nelle mani della Mercedes e di Hamilton (anche senza la “cassazione” della matematica), la Ferrari deve tenere contemporaneamente a freno gli entusiasmi e le delusioni dei suoi piloti.

Se gli stati d’animo dei due piloti non dovessero variare da qui alla prossima gara, il rischio concreto è che la tanto temuta rivalità interna possa esplodere nel modo peggiore, con una lotta tra le mura di casa che potrebbe avere conseguenze poco piacevoli per le sorti del campionato ferrariste, già quasi del tutto compromesse dalla super potenza delle Mercedes.

In tutto questo serve equilibrio, buonsenso e spirito di squadra da parte di entrambi, evitando eccessive glorie personali che possano far precipitare ogni speranza di rimonta e, allo stesso tempo, possano generare tensioni e malumori di cui la Ferrari, adesso, non ne ha assolutamente bisogno. Singapore è stato un capitolo bellissimo, ma non deve esser l’inizio di un potenziale rischio, anzi!


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