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Gp Bahrain F1: E’ un trionfo di motorizzati Ferrari

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Se la passata stagione spesso avevamo parlato di una lotta combattuta a centro gruppo, l’antipasto barenita ci ha servito dei valori completamente rovesciati. La sensazione a valle del primo weekend del 2022 è che alle spalle dei top team, possa aprirsi un mondiale nel mondiale. A farla da protagonista, un equilibrio che potrebbe condurre verso un continuo ribaltamento delle forze in campo, tappa dopo tappa.

Dall’ombra alla luce. Possiamo definirlo così il comeback siglato dai motorizzati Ferrari, Alfa Romeo e Haas. Le due scuderie clienti del Cavallino avevano chiuso la giornata di venerdì rivelandosi sorprendentemente le sorprese di inizio weekend. Con il proseguimento del fine settimana però, la parola sorpresa ha lasciato sempre più spazio alla parola certezza. Infatti con la qualifica si è capito che quelle che nella prima giornata in pista erano sembrate solo delle buone sensazioni, presentavano un fondo di verità. Una verità che non fa altro che confermare l’ottimo lavoro dei motoristi di Maranello, ma non solo. Sancisce anche la bontà del progetto dei due team, che possono contare anche su line-up che già dal Bahrain hanno dato buoni frutti.

Se solo un paio di settimane fa qualcuno avesse detto che Kevin Magnussen avrebbe chiuso la sua prima tre giorni da miglior pilota alle spalle dei top team, per giunta dopo due sole mezze giornate di test su vetture completamente nuove, probabilmente avremmo sgranato gli occhi con un accenno di risata. L’immagine del weekend è anche quella di un ritrovato Valtteri Bottas, che alla vigilia del campionato si prefigurava forse una lotta nelle retrovie, trovandosi invece a scattare nuovamente al fianco del vecchio compagno di squadra. Ma l’immagine potrebbe essere anche quella di un Guanyu Zhou in lacrime, che al debutto ha ottenuto i primi punti in F1 nella storia della sua nazione.

Troppo brutta per essere vera. Una McLaren così, proprio non se l’aspettava nessuno. La sorpresa negativa del weekend porta proprio i colori del team inglese. La scuderia si presentava al primo round con le incertezze accumulate nella seconda sessione di test, ma al tempo stesso con tanta fiducia verso il proprio progetto. Eppure le pagelle di Sakhir raccontano di una bocciatura inevitabile, dopo aver chiuso un fine settimana in cui non è arrivata nemmeno la qualificazione per il Q3, da parte di una macchina che agli esordi era stata accostata alle tre grandi del paddock. Le difficoltà si sono amplificate ulteriormente alla domenica, quando per diverso tempo, una delle due MCL36 ha occupato persino l’ultima posizione. Neppure la scelta di montare una gomma diversa al via (la media), rispetto al resto del gruppo, ha pagato. Questo connubio di eventi sembrano non perdonare la brigata di Zak Brown e Andreas Seidl. L’inizio di una stagione ricca di novità e quindi, anche di conseguenti punti interrogativi, ci fa pensare però che sia troppo prematuro stendere un giudizio.

Un discorso simile potremmo farlo anche per l’Aston Martin che, pur senza aver brillato ai test, qualche segnale incoraggiante lo aveva dato. Bisogna riconoscere come il fine settimana fosse già iniziato in salita, con la positività di Sebastian Vettel e la conseguente corsa frenetica da parte di Nico Hulkenberg. Eppure il tedesco che non prendeva contatto con l’asfalto da Nurburgring 2020, il suo apporto l’ha dato eccome, battendo persino il compagno Lance Stroll in qualifica. Un sabato che aveva raccontato di un’Aston che era stata l’unica squadra a non passare il Q1 con entrambe le monoposto. Evidenti fatiche, che combinate con le esigue performance di McLaren e Williams, potrebbero narrare qualcosa in più sulle difficoltà che si sono manifestate su una Mercedes W13 non all’altezza di Ferrari e Red Bull.

Soltanto un problema di affidabilità ha potuto fermare il solito Pierre Gasly. Come ormai ben sappiamo, il pilota francese è una certezza per l’AlphaTauri e ancora una volta stava ricalcando pienamente questo termine. Infatti pur non essendo stato un fine settimana da “sfracelli”, il team di Faenza stava per chiudere il primo GP dell’anno con entrambe le monoposto a punti. La zampata di Gasly sul finale della seconda fase delle qualifiche aveva salvato il bilancio del sabato. Yuki Tsunoda infatti era rimasto escluso in Q1. Il giapponese però ha ribaltato il riscontro sin dal via, rendendosi protagonista dell’ottimo primo giro di una gara chiusa largamente in zona punti. Per Gasly invece, una noia all’MGU-K ha mandato in fumo, in ogni senso, quello che sarebbe stato un gran debutto complessivo.

Era uscita dai test con il titolo di squadra che aveva faticato maggiormente. Eppure l’Alpine ha disputato un primo fine settimana non così complicato come le premesse potevano lasciar presagire. Le sensazioni sin dal primo giorno in pista non sono state così negative. Difficile stabilire se la pancia persa nelle FP1 abbia inciso negativamente sul weekend di Esteban Ocon, che ha chiuso davanti a Fernando Alonso in gara. Le impressioni lasciate dalla scuderia sono decisamente diverse rispetto a quelle di una settimana fa. Ciò conferma quanto i valori in campo potranno essere messi continuamente in discussione, rendendo sempre più agguerrita la lotta del midfield.

In seguito, la graduatoria del mondiale di centro gruppo, una classifica stesa escludendo dall’assegnazione dei punteggi i tre top team, Ferrari, Red Bull e Mercedes.

Classifica piloti

  1. Kevin Magnussen Haas 25
  2. Valtteri Bottas Alfa Romeo 19
  3. Esteban Ocon Alpine 15
  4. Yuki Tsunoda AlphaTauri 12
  5. Fernando Alonso Alpine 10
  6. Guanyu Zhou Alfa Romeo 8
  7. Mick Schumacher Haas 6
  8. Lance Stroll Aston Martin 4
  9. Alexander Albon Williams 2
  10. Daniel Ricciardo McLaren 1
  11. Lando Norris McLaren 0
  12. Nicholas Latifi Williams 0
  13. Nico Hulkenberg Aston Martin 0
  14. Pierre Gasly AlphaTauri 0

Classifica Costruttori

  1. Haas 31
  2. Alfa Romeo 27
  3. Alpine 25
  4. AlphaTauri 12
  5. Aston Martin 4
  6. Williams 2
  7. McLaren 1

Classifica giri veloci

  1. Valtteri Bottas Alfa Romeo 1

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