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Il Romanista: Kwestia agentów. Oto czemu komplikuje się Smalling

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Sì. No. Ari-sì. Ari-no. Chissà. Forse. Vediamo nei prossimi giorni. Il grafico delle risposte a proposito di un ritorno di Chris Smalling alla Roma, nelle ultime settimane ha subito una serie di alti e bassi che in Borsa avrebbero potuto decretare la fortuna o il fallimento di qualche investitore più o meno lungimirante. Le oscillazioni non accennano a diminuire. Le ultime, peraltro, tutto sono meno che tendenti al positivo. Sia chiaro, le possibilità che il difensore inglese possa tornare a vestire la maglia giallorossa ci sono ancora, soprattutto perché lo vuole il giocatore, lo ha chiesto Fonseca e la società è intenzionata ad accontentarli. Ma c'è da registrare come, negli ultimi giorni, la situazione si sia nuovamente ingarbugliata. Conseguenza soprattutto dell'inserimento di qualche mediatore nell'affare. Proviamo a spiegare. Partendo da un mandato di vendita che, in esclusiva per l'Italia, è nelle mani della società inglese Omni-Sports, società di cui fa parte anche Tiziano Pasquali (romano e con una certa simpatia per la Roma), l'agente che l'anno scorso ebbe un ruolo decisivo per l'arrivo del difensore inglese a Trigoria. Bene, la Omni-Sports ha un mandato che scadrà il 2 settembre, cioè domani. Poi sarà campo libero per chiunque, o quasi, volesse lavorare al buon esito della trattativa. Cosa che alla società inglese non piace per niente, per ovvi motivi di commissioni. Questa situazione ha creato un certo attrito tra le parti (Roma e Omni-Sports) che non è certo propedeutico alla semplificazione di un affare che si presenta già piuttosto complesso soprattutto da un punto di vista economico. Anche perché da quello che arriva dagli spifferi del mercato, della trattativa ora si starebbe interessando Paolo Busardò, mediatore che da anni lavora con il club giallorosso (tutte le operazioni del recente passato con l'Atalanta sono passate attraverso Busardò, che ha ottimi rapporti an- che con la famiglia Percassi). E la cosa non ha fatto piacere agli inglesi. Intesi sia come procuratori, sia come Manchester United. Visto che i rapporti tra Omni e United sono consolidati e solidi, conseguenza di anni di affari e conoscenza. In sintesi: c'è il concreto rischio che di fronte a un prossimo quanto probabile rilancio della Roma per il cartellino di Smalling (sono in entrata i soldi di Schick), il Manchester diventi ancora più antipatico di quell o che è già stato negando l'estensione del prestito per l'Europa League. Come? Aumentando ulteriormente la richiesta per la cessione del giocatore, richiesta che finora non è mai scesa dai venti milioni più cinque di bonus, che i discepoli di sir Alex Ferguson hanno sempre messo sul piatto della bilancia per dire sì all'offerta della Roma (arrivata a quattordici milioni più bonus). È possibile, quindi, che dopodomani, quando la Roma proverà a mettersi di nuovo in contatto con lo United, si trovino di fronte a qualche sorpresa. Speriamo bene. Intanto Sky segnala che i giallorossi si sarebbero mossi per l'argentino Nehuen Perez, classe 2000, di proprietà dell'Atletico Madrid.
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