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La continua sfida di Fabia Maramotti: «Superare me stessa»

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La continua sfida di Fabia Maramotti: «Superare me stessa»

ALBINEA. Nove ore, 40 minuti e 10 secondi.

Non sono le ore lavorative giornaliere e nemmeno quelle destinate al sonno di una qualsiasi persona: corrispondono invece al tempo impiegato dalla reggiana Fabia Maramotti per completare il circuito IronMan a Cervia la scorsa settimana. Cronometro alla mano, potrebbe sembrare tanto, se non fosse che gli iscritti dovevano percorrere 3,8 km a nuoto, 180 km in bici e 42 km a piedi nella maratona.

Una fatica impressionante, che Maramotti è riuscita a gestire tagliando il traguardo prima di tutte nella categoria femminile.

DALL’INFANZIA

Un risultato, quello della giovane ventiseienne di Albinea, che parte dall’infanzia. «Da bambina facevo nuoto come tante altre coetanee – spiega – finché a 16 anni non mi è venuta la passione per le acque libere e lo sport estremo. Ho attraversato il Canale della Manica a bracciate così come tanti stretti, e ho fatto in bici la Seattle-Boston per un evento benefico. Nel 2017 mi sono avvicinata al Triathlon con i mezzi IronMan, e ho cominciato a raggiungere i primi risultati».

La sua estate è stata molto importante: prima dell’esibizione cervese, Maramotti aveva infatti vinto la gara Extreme sul Gran Sasso in Abruzzo con 6000 metri di dislivello; nel weekend è invece arrivata terza a Desenzano del Garda, con qualche inghippo ma dimostrando tenacia.

«Purtroppo sono caduta all’inizio della frazione di bici – racconta – mi si è rotto il cambio della bici, ma l’ho aggiustato e sono riuscita a recuperare terreno anche se non abbastanza per primeggiare. Non era però neanche scontato terminare la corsa dopo l’incidente, e dunque devo ritenermi soddisfatta». La sua pratica sportiva è molto dispendiosa da un punto di vista fisico e mentale, ma non è molto remunerativa; Maramotti lavora infatti come impiegata nell’azienda di famiglia a Corte Tegge, la Max Mara.

«Solo ad altissimi livelli – sottolinea l’atleta albinetana – puoi pensare di vivere di questa; quando vinci delle corse ottieni denaro, ma al momento quello che faccio rimane una passione. Mi alleno infatti in una delle tre diverse discipline al mattino presto, in pausa pranzo o la sera. Non ho una squadra alle spalle, mi affido ad un programma di un coach che mi stila le tabelle ma poi decido e mi muovo autonomamente».

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SOGNANDO le HAWAII

Il primo posto nella manifestazione cervese le ha consentito di strappare il pass per il Mondiale 2022 alle Hawaii; il sogno, come ogni atleta, è quello delle Olimpiadi, ma come ammette la diretta interessata andrà fatta un’attenta valutazione a riguardo: «All’IronMan di Cervia le iscrizioni erano libere, mentre partecipi ai Mondiali solo se vinci e ottieni determinati tempi; mi preparerò a dovere partecipando a diverse competizioni nelle tre discipline, non solo in Italia. Le Olimpiadi sono sicuramente un sogno ma è una gara diversa perché molto veloce e specifica con distanze più brevi, andrebbe fatto un lavoro specifico. Tra lavoro e sport sono spesso in giro per il mondo – chiude Fabia Maramotti – ma ho sempre Reggio nel mio cuore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA


 

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