Andare in bici può migliorare le performace dell'organismo, a condizione di allenarsi nel modo corretto a seconda degli obiettivi individuali. Abbiamo chiesto consigli all'allenatore Antonio Saccinto, che dopo la lotta greco-romana, il powerlifting, il weight­lifting, le kettlebell, la maratona di New York ha scoperto il triathlon. Che pratica lui stesso e di cui è diventato preparatore fisico, ampliando il suo già vasto ambito di intervento (antoniosaccinto.it). Prossima avventura: partecipare con l’attore Stefano Accorsi − che ovviamente allena − al mezzo Ironman Rapperswil, in Svizzera, slittato causa Covid-19 all’anno prossimo, dove la preparazione alla bici, oltre che al nuoto e alla corsa, richiede estrema precisione.  

Antonio Saccinto, milanese, 45 anni, preparatore sportivo, mixa la potenza della kettlebell, la resilienza delle maratone, la forza del bilanciere, la sfida dell’Ironman e la lotta greco-romana per allenare corpo e mente
Antonio Saccinto, milanese, 45 anni, preparatore sportivo, mixa la potenza della kettlebell, la resilienza delle maratone, la forza del bilanciere, la sfida dell’Ironman e la lotta greco-romana per allenare corpo e mente

Come ottenere i massimi benefici dall’utilizzo regolare della bicicletta? 

«Non si può iniziare nessun allenamento serio, se prima non ci si sottopone a una visita medico-sportiva con prova di sforzo. E a un test come il VO2max, che valuta il massimo consumo individuale di ossigeno. Solo così il proprio coach può impostare un protocollo di lavoro preciso, mirato all’obiettivo». 

Vale anche per i semplici appassionati? 

«Sì, se puntano ai risultati. Per esempio: quando l’allenatore decide che il ciclista deve migliorare la sua zona aerobica, ha bisogno dei dati individuali per impostare la velocità corretta. Il discorso è diverso quando si usa la bici solo per il piacere di farlo, ma in questo caso non bisogna aspettarsi miglioramenti importanti. All’inizio, magari, se si è del tutto fuori allenamento, basta qualche pedalata per ottenere benefici, ma non si aumenterà mai di livello». 

Si consumano calorie, però... 

«Il dispendio energetico c’è, ma l’organismo − dopo lo sforzo − richiede l’assunzione di maggiori calorie, quindi bisogna stare attenti a non eccedere con il cibo vanificando i risultati.  Si bruciano più grassi a velocità moderate? In teoria sì, ma diverse ricerche scientifiche confermano che alternando fasi HIT (High Intensity Training, cioè lavori ad altissima intensità) con i relativi recuperi, si sollecita maggiormente il metabolismo a bruciare i grassi. Il problema è che i ciclisti amatoriali non amano fare fatica, e che in ogni caso ognuno dovrebbe conoscere le proprie potenzialità per procedere al giusto ritmo. Quindi, rieccoci alla necessità di sottoporsi a un test». 

Quali suggerimenti per i più competitivi? 

«È necessaria un’ottima preparazione preventiva. Sono fondamentali gli esercizi per gli addominali, per la schiena, quelli posturali... L’ideale sarebbe allenarsi ogni giorno per una ventina di minuti − concentrandosi sulla mobilità articolare e sul rafforzamento del core stability − ma già con due o tre sedute a settimana di mezz’ora ciascuna si possono ottenere buoni risultati». 

E per i cicloturisti, invece? 

«Soprattutto d’estate, o in presenza di vento, va data molta importanza all’idratazione, sorseggiando acqua ogni 20/25 minuti, e integrando l’organismo con sali minerali a intervalli di un’ora. Sarebbe meglio, inoltre, non appesantirsi: va benissimo fare tappa nelle trattorie e godersi, per dire, un piatto di tortellini, ma senza abbuffarsi. È vietato l’alcool, invece, perché disidrata l’organismo». 

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