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Berrettini: “Darmi obiettivi non mi stimola. Voglio godermi il tennis” 

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Matteo Berrettini è pronto a ripartire da dove ha salutato il 2025. Dopo una pausa per ricaricare il corpo e la mente, “Avevo bisogno di un paio di settimane più tranquille, fisicamente e mentalmente”, spiega. “Le due cose spesso sono collegate”, l’azzurro si è rilanciato in vista della nuova stagione. L’adrenalina per il bis in Coppa Davis, che lo ha visto assoluto protagonista con tre vittorie in altrettante sfide disputate, è smaltita. È rimasta solamente la fiducia necessaria a riprendere la corsa verso un ritorno, l’ennesimo, dopo un’annata, l’ennesima, rimasta incompiuta. Gli infortuni non hanno dato tregua a Berrettini e stare bene è il primo obiettivo per l’anno che viene.  

In un’intervista a “Men’s Health” rilasciata a inizio dicembre, Matteo spiega come si sta preparando. “La prima settimana è stata di relax totale”, racconta. “Questi invece sono giorni soft: mi muovo, ma non mi alleno ancora con intensità. Non puoi ricominciare a tutta birra: il corpo ha bisogno di riabituarsi”. 

Berrettini prepara il 2026: “In inverno si mettono le basi per la stagione” 

Berrettini si trova al circolo Quo Vadis Sporting Club di Roma e ha appena ripreso gli allenamenti in vista della nuova stagione. Ha la consapevolezza del veterano – il 2026 sarà l’anno dei 30 anni per Matteo – che non vuole lasciare niente di intentato. L’inverno è il periodo in cui si crea il fondo per l’intera stagione”, esordisce con estrema lucidità. “Si fa tutto: forza, esplosività, resistenza. Durante l’anno, con tutti quei tornei in calendario, non puoi caricare così tanto.  

Il calendario tennistico riprende come d’abitudine dall’Australia. L’estate oceanica è un fattore da non sottovalutare, perché il caldo soffocante più di una volta ha giocato brutti scherzi agli atleti. “Per questo andrò a Dubai: devo ricreare le giuste condizioni di calore” specifica – qui vi abbiamo dato conto degli allenamenti dei giocatori a Dubai, meta assai frequentata per la preparazione; tra l’altro proprio negli Emirati Arabi Berrettini si è allenato sotto gli occhi attenti di Thomas Enqvist.  

In seguito l’azzurro si addentra meglio nei dettagli dei propri allenamenti. “Da ragazzino amavo lavorare sulla parte alta del corpo: spalle, petto… cresci e senti subito i miglioramenti. Poi ho capito che nel tennis anche le gambe sono fondamentaliIo metto massa in alto molto facilmente, per questo rischio di appesantirmi”.  

Per un corpo fragile come il suo, cercare di prevenire possibili problemi fisici è fondamentale. Come detto da lui stesso, la parte superiore, soprattutto la zona dell’addome, gli ha dato più di qualche fastidio, limitando le sue potenzialità e compromettendo la competitività. 

Matteo ha comunque sempre reagito, anche nei momenti più critici. Nonostante tutto, ha provato a ritagliarsi ogni volta un nuovo inizio. Senza aspettative o pressioni, lavorando sulla sua mente, prima ancora che sul suo tennis, perché vedersi costretto a fermarsi con frequenza non è affatto facile da assimilare. 

Il lavoro mentale dura 365 giorni l’anno. Non riguarda solo la performance, riguarda tutto: approccio agli allenamenti, viaggi, vita. Devi saper gestire ogni dettaglio” confessa l’azzurro. 

Non esistono segreti per gestire una vita come quella da tennista, in cui le competizioni si accavallano in un continuum senza fine. Chiudo gli occhi, respiro, rallento”. Pochi gesti, ma significativi. “Tendo sempre ad andare veloce, a volte troppo. Quando c’è una competizione importante invece, devi rallentare. Prenderti il tuo tempo, disintossicarti da tutto: telefono, notifiche, informazioni esterne”. 

Berrettini: “Non voglio darmi obiettivi per la nuova stagione” 

Infine, c’è spazio per alcune domande più leggere. A cominciare dall’emozione di aver vinto la seconda Davis consecutiva da protagonista, stavolta davanti al pubblico di casa. 

“È bellissimo sentire l’affetto delle persone. Ho cercato di rispondere a tutti” dice riferendosi alle infinite manifestazioni d’affetto ricevute. 

Il meritato riposo è stato una vacanza tutta in famiglia. “Sono andato alle Maldive con la mia famiglia. Una cosa che non facevamo da tempo. Momenti solo nostri, che fanno bene anche al cuore”. 

Parlando dei continui viaggi in giro per il mondo, Matteo ammette di non avere proprio una routine del sonno da manuale. 

“Sonno? Non sono mai stato un grande dormiglione. Addormentarmi è dura, poi ci si mettono jet lag, cambi di letto, orari, ma sto migliorando”. Pure l’alimentazione è una sfida quotidiana all’estero: Con tutti i viaggi che facciamo, è difficile seguire una dieta ferrea. Per questo l’integrazione diventa importantissima”. Soprattutto provenendo da un Paese dalla grande tradizione culinaria, l’adattamento non è facile. Alla domanda su quale pietanza gli manchi di più dell’Italia quando viaggia, Berrettini va sul semplice: La pasta in bianco, con un buon parmigiano e un buon olio. Sembra facile trovarla all’estero, vi assicuro che non lo è”. 

La chiacchierata si conclude con uno sguardo verso il 2026.   Non mi do obiettivi di risultato, non perché voglia nascondermi, ma perché non mi stimola più di tanto ammette il numero 56 del mondo. “So che i risultati arrivano passando da altro. La Coppa Davis lo ha dimostrato. Devo dare priorità a stare bene e godermi quel che faccio”. 

Tuttavia, a livello tattico le idee sono chiare: “Quando riesco a essere aggressivo in risposta, l’avversario sente pressione. I miei game di servizio vanno via abbastanza facilmente: se creo più chance in risposta posso davvero spostare l’ago della bilancia”.

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