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Matteo Arnaldi e un 2025 con più ombre che luci

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Per parlare della stagione 2025 di Matteo Arnaldi bisogna partire dalle aspettative che lui stesso si portava dietro dalla precedente. “L’obiettivo principale  per il 2025 – è raggiungere ciò che mi è mancato nella passata stagione: la continuità. Sia all’interno dell’annata che nei match del singolo evento. Voglio esprimere un livello alto per tanti match e tanti tornei.” 

Ora, con il 2025 già in archivio, possiamo tirare le somme di una stagione con più ombre che luci. Un’annata in cui il sanremese non è riuscito a trovare quella continuità tanto auspicata sul finire del 2024. Dopo un 2023 in cui si è palesato al mondo, l’anno scorso Matteo è riuscito a confermarsi, sfondando la top30 grazie a risultati come  gli ottavi al Roland Garros e la semifinale a Montreal.  

Il bilancio del 2025 e l’infortunio al piede

Oggi invece Arnaldi è fuori dai primi 60, e il motivo principale è la mancata continuità di partite e risultati durante l’anno, dovuto però a un infortunio al piede che lo ha tormentato sin da Melbourne. “Il 2025 è stato un anno difficile, ho iniziato ad avere problemi al piede destro all’Australian Open e me li sono portati dietro per tutta la stagione. Il fastidio è sorto nel match contro Musetti a Melbourne, poi si è aggiunto anche un problema alla caviglia. Sia a Wimbledon che allo US Open ho giocato prendendo antidolorifici”. 

I numeri del suo 2025 parlano chiaro: 20 vittorie e 24 sconfitte, nessuna finale raggiunta, una sola vittoria a livello Slam (seppure illustre, a Parigi contro Aliassime) e la beffa di non essere riuscito a tornare a vestire la maglia azzurra, altro obbiettivo conclamato sul finire del 2024. “Non sarà facile tornare a vestire la maglia azzurra, ma è sicuramente uno degli obiettivi stagionali”.  

Semi a Delray Beach e la vittoria su Djokovic

Sono stati due i momenti salienti della sua stagione: la semifinale a Derlay Beach a febbraio e i quei quarti al Masters 1000 di Madrid. Nel 250 in Florida arriva in semifinale dopo aver messo in fila due prospetti americani di grande impatto: Tien e Nakashima. Si arrende solamente al penultimo atto, sconfitto da una versione super lusso di Davidovich Fokina, che lo regola con un doppio 6-4 prima di perdere la finale contro Kecmanovic.  

Il secondo grande momento arriva nel secondo turno di Madrid, su un palcoscenico importante come la Caja Magica, dove Matteo sconfigge nientemeno che il suo idolo Novak Djokovic per 6-3 6-4. “Lo vedo giocare da quando avevo 9-10 anni. Cerco sempre di giocare come lui. È andato tutto perfettamente. Incredibile essere qui. Non avevo mai giocato su questo campo e Novak è sempre stato il mio idolo, quindi ero già contento solo per poter giocare qui”,  ha poi detto il sanremese nel post partita. Con la vittoria sul serbo, Arnaldi è diventato il primo tennista fuori dalla top 30 a sconfiggere Djokovic a Madrid. Oltre a centrare la quinta vittoria in carriera contro un top10, la seconda contro un top5.  

Un finale in calando

Matteo riuscirà a battere ancora Dzumhur e Tiafoe nel 1000 spagnolo, prima di perdere nei quarti da Draper. Poteva essere lo slancio propulsivo per una seconda metà di 2025 all’altezza delle aspettative, ma una volta a Roma perde al primo turno da Bautista Agut. Dopodiché inanella una spirale di risultati negativi: a Geneva subisce la rivincita da Djokovic nei quarti (doppio 6-4), a Parigi viene sconfitto da Cobolli al secondo turno. Seguono due uscite al primo turno a Stoccarda (Struff) e Wimbledon (Van de Zandschulp).  

Poi a Washington arrivano gli ottavi dove esce per mano di Fritz, mentre a Toronto cede il passo a Zverev. A New York si presenta con più partite perse che vinte. Il record è 18v-19s, sulle scia di due sconfitte consecutive al primo turno di Cincinnati e Wiston-Salem. Negli ultimi due anni allo US Open aveva fatto grandi cose: ottavi con Alcaraz nel 2023 e terzo turno l’anno scorso. Stavolta perde all’esordio contro Cerundolo. L’ultimo exploit prima di chiudere anzitempo l’anno lo regala a Vienna, dove si spinge fino agli ottavi per perdere ancora da Zverev.  

Nonostante le parole dell’allenatore Matteo Civarolo in vista della Coppa Davis, “Matteo si sente parte del team e gli piacerebbe tornare protagonista“, coach Volandri opta per non convocarlo per le finali di Bologna. Lui accetta, e si gode il successo dei compagni, ricordandosi che nel 2023 era stato grande protagonista del secondo storico successo azzurro in Coppa Davis. Suo il successo su Alexei Popyrin per 7-5 2-6 6-4 che dà il la alla vittoria sull’Australia.  

Il cambio allenatore: fuori Petrone, dentro Du Coudray

A ottobre Arnaldi decide di separarsi dal suo allenatore Alessandro Petrone, l’artefice della sua ascesa. Il loro progetto era iniziato quando il ligure era fuori dai primi 900 ed è culminato con l’entrata nei primi 30. Al suo posto Arnaldi sceglie il francese Jean-Marcel Bourgault Du Coudray, ex coach di Nikolay Davydenko, con cui vinse il primo trofeo ATP da coach a Sopot nel 2006. È stato difficile per me, sicuramente, nel senso che sono sempre stato con Ale (Petrone, ndr), quindi era difficile cambiare, era difficile iniziare un nuovo percorso, quindi anche tutte le decisioni che sono state prese prima di questa sono state molto difficili. Cercavo qualcuno che potesse darmi tanto sul piano dell’esperienza in campo ma anche aiutarmi sull’aspetto tecnico e tattico”, ha detto il sanremese.

Matteo ha fatto sapere che Du Coudray lo seguirà già nei primi tornei in Australia, “abbiamo lavorato bene a Sanremo prima che partissi per l’Australia e mi raggiungerà per i primi tornei. Il prossimo anno sarà importante per lui, perché dovrà difendere molti punti, specie nella prima parte di stagione: i 100 punti a Dallas e Delray Beach, i 200 a Madrid. I primi appuntamenti di Arnaldi saranno al 250 di Brisbane il prossimo 5 gennaio, in cui potrebbe passare dalle quali. Poi ovviamente ci sarà l’Australian Open al via dal 18. L’azzurro potrebbe giocare anche ad Adelaide o Auckland, tornei in programma dal 12 gennaio, ma tutto dipende da come procederà il torneo di Brisbane.

Le aspettative per il 2026: il matrimonio e la risalita

Le aspettativa per il 2026 sono quelle di chi ha fame di risultati, di rimettersi in pista il più presto possibile, ma senza affrettare i tempi. “Sono al lavoro per recuperare al 100%, ma voglio essere cauto. Se dovesi avvertire dolore potrei saltare Brisbane ed esordire ad Adelaide”. Nel frattempo Matteo è già volato in Australia, è già il terzo anno consecutivo che svolge la preseason oltreoceano. La sua fidanzata, Mia Savio, è infatti australiana di origini italiane, ma è più opportuno parlare di futura signora Arnaldi, dato che i due convoleranno a nozze il prossimo anno. Non abbiamo ancora fissato la data, ma quando sarà ci sposeremo in Italia”.

Stabilità dentro e fuori dal campo, questo è il messaggio del ligure in vista del 2026. Un anno in cui cambieranno diverse cose per lui, l’allenatore, lo stato civile, e si spera anche il ranking: “Non ho mai avuto paura di scendere troppo in classifica. Anche in una stagione negativa ho chiuso da 61. Se sto bene, l’obiettivo è tornare dov’ero e fare ancora meglio”. Cambiare tutto per ritrovare se stesso.

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