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I migliori under 20 del tennis, da Mensik e Fonseca a Cinà e Bernet

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Le Next Gen Finals di Jeddah si sono concluse con la vittoria di Learner Tien, già n.28 del mondo e protagonista nel circuito principale durante il 2025. Un torneo che ha messo in mostra i migliori otto under 20 (nati dal 2005 in poi) della stagione appena conclusa. Un appuntamento fisso che va ovviamente a premiare chi gioca già ad un certo livello. Abbiamo deciso dunque di ampliare l’orizzonte e, aggiungendo anche chi si è fatto notare tra circuito Challenger, ITF e tornei junior, selezionare i venti migliori under 20 del mondo. I nomi da seguire non solo nel 2026, ma in tutti i prossimi anni. Fonseca, Mensik, Vasamì…e tanti altri. Buona lettura.

Il futuro del tennis

20. Juan Carlos Prado Angelo

Nato: 06/03/2005 a Santa Cruz de la Serra (Bolivia)

Ranking attuale: 209 (best ranking)

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Hewitt, 3) Roddick, 4) Safin, 5) Coria, 6) Henman, 7) Moya, 8) Gaudio, 9) Agassi, 10) Nalbandian

Il primo boliviano a raggiungere una finale Slam, seppur junior, e ad issarsi fino al n.1 al mondo di categoria. Prado Angelo è un giocatore solido, a suo agio ovviamente sulla terra, e già vicino ai primi 200, con una classifica che vale le qualificazioni Major. Non un fenomeno di precocità, ma un giocatore che sta muovendo gradualmente i suoi passi verso il tennis che conta, e nel 2024 ha potuto anche fare da sparring a Carlos Alcaraz prima delle ATP Finals. Già una certezza a livello Challenger, da fondo campo è molto solido: non ha colpi che da soli valgono il punto, ma è dotato della giusta pazienza per andarseli a costruire con tattica. Ha definito il periodo attuale come “il miglior momento nella storia del tennis boliviano”. Non gli resta che sfruttarlo.

Cosa gli manca: partite in tour. Solo tre incontri a livello di circuito maggiore, in Davis, per Prado Angelo. Il grande neo della sua carriera finora, visto che ha già messo insieme 100 partite (53-47 lo storico) a livello Challenger, dove è stato grande protagonista negli ultimi due anni. È arrivato però decisamente il momento di alzare il tiro e giocare con continuità nel tennis di livello superiore, per tentare di migliorare il best ranking mai raggiunto da un boliviano, il n.64 di Hugo Dellien. I mezzi ci sono, bisogna pigiare sull’acceleratore e raggiungere i primi tabelloni principali Slam e 1000.

19. Gilles Arnaud Bailly

Nato: 19/09/2005 ad Hasselt (Belgio)

Ranking attuale: 207; best ranking: 201

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Roddick, 4) Safin, 5) Hewitt, 6) Agassi, 7) Davydenko, 8) Coria, 9) Nalbandian, 10) Puerta

Prima di Blockx, il nome forte del tennis belga era il suo. Finalista al Roland Garros e allo US Open junior 2022, annata conclusa al n.1 del mondo di categoria (primo nella storia del suo Paese) lasciavano intravedere un futuro roseo. La fretta, il bisogno del Belgio di trovare un nuovo nome forte post Goffin, ne hanno tarpato le ali. Giocatore meraviglioso, bellissimo rovescio e gran manualità nel cambiare l’impugnatura e andare di palla corta, lo rendono temibilissimo, soprattutto sulla terra rossa. Nel 2025 si è rilanciato grazie agli ITF, ha vinto la prima partita ATP a Bruxelles e si è costruito la classifica per le qualificazioni all’Australian Open. Forse un minimo più tardi del previsto, Gilles Arnaud Bailly sta arrivando.

Cosa gli manca: peso. Come Goffin, Bailly non è un corazziere. Non è proprio piccolissimo, arriva a circa 1,80 m, ma non ha una palla pesantissima. Sopperisce con una gran tecnica, palle corte e una buona lettura delle posizioni in campo. Ma su campi veloci, e soprattutto contro avversari più fisici e dotati di una maggior potenza nei propri colpi, potrebbe non essere abbastanza. Lavorare sull’aspetto fisico, e di conseguenza aumentare i giri del proprio motore, potrebbe fare la differenza per il belga.

18. Joel Schwaerzler

Nato: 27/01/2006 a Sandton (Sudafrica)

Ranking attuale: 257; best ranking: 235

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Roddick, 4) Nalbandian, 5) Ljubicic, 6) Davydenko, 7) Coria, 8) Gaudio, 9) Agassi, 10) Ferrer

Austriaco di nazionalità, originario del Sudafrica, la nuova speranza d’Oltralpe è Schwaerzler. A cinque anni già giocava a tennis con il suo dritto mancino e il rovescio a due mani (a differenza di Muster e Thiem), crescendo soprattutto sulla terra. Caratteristica comune dei tennisti austriaci, visto che il giovanotto vanta anche un titolo Challenger sul mattone tritato. È a ridosso dei primi 250 e ha assaggiato il circuito maggiore grazie ad alcune wildcard nei tornei di casa. Ex n.1 junior, deteneva questo ranking di categoria al momento del primo titolo “cadetto” (in passato come lui solo Kyrgios, Fritz e Wu). Lo si attendeva già nel 2025, ha preso un anno di tempo in più. Ma con quel tennis dirompente, per quanto troppo legato alla superficie, non potrà non sfondare il muro tra buona speranza e ottimo professionista.

Cosa gli manca: varietà sulle superfici. Anche a causa dei campi in terra in Austria, Schwaerzler raramente dà il meglio di sé lontano dal mattone tritato. Come Thiem e Muster, poi evolutisi, a inizio carriera. Dovrà migliorare il proprio rendimento sul cemento, dove finora ha saputo esprimersi a buoni livelli solo in doppio (specialità in cui vanta anche una finale Atp a Kitzbuhel). Ampliando il proprio bagaglio da questo punto di vista il salto prenderà contorni più realistici.

17. Maxim Mrva

Nato: 02/08/2007 a Prostejov (Repubblica Ceca)

Ranking attuale: 346 (best ranking)

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Roddick, 4) Djokovic, 5) Davydenko, 6) Gonzalez, 7) Robredo, 8) Gasquet, 9) Blake, 10) Berdych

L’ultimo prodotto della scuola ceca, nativo di Prostejov come Jakub Mensik, è salito alla ribalta delle cronache durante le Atp Finals in qualità di sparring partner di Jannik Sinner. Appena maggiorenne, già è entrato nei primi 400 e può vantare una finale a livello Challenger. Ha potuto assaggiare, seppur in allenamento, il livello dei migliori durante la kermesse di Torino (come in passato Fonseca e Darderi) e ha anche rilasciato una dichiarazione già destinata a restare impressa a fuoco: “Il mio tennista preferito è Kyrgios”. In effetti anche il ceco ha un braccio bello pesante come l’australiano, ma le similitudini finiscono lì. Giocatore calmo, con colpi da fondo da manuale del tennis, consapevole dei propri mezzi, sembra la prosecuzione ideale per la Repubblica Ceca negli anni a venire.

Cosa gli manca: un po’ di attenzione in più. Se la troppa pressione è un’arma a doppio taglio, avere qualche luce puntata su sé stessi a volte può essere un aiuto non banale. La Repubblica Ceca sta coccolando Mensik, di soli due anni più grande, e ciò toglie qualche spazio ai giovani nelle retrovie. Nel 2026 starà a Mrva ritagliarsi il suo spazio a livello mainstream, cercando di entrare a pieno nel circuito maggiore.

16. Henry Bernet
Henry Bernet (foto On)

Nato: 25/01/2007 a Basilea (Svizzera)

Ranking attuale: 511; best ranking: 479

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Davydenko, 4) Roddick, 5) Gonzalez, 6) Blake, 7) Robredo, 8) Ljubicic, 9) Haas, 10) Ancic

Un ragazzino che gioca il rovescio a una mano cresciuto a Basilea…sentiremo parlare di lui. No, non è un ricordo degli inizi di carriera di Roger Federer; è il presente, e la carriera in questione è quella di Henry Bernet, che condivide luogo di nascita e qualche tratto di gioco con il Maestro. Tennis elegante, gioca a testa alta e legge benissimo le traiettorie in campo. Campione all’Australian Open junior del 2025, può vantare anche un fisico imponente (191 cm) che gli permette di trarre punti gratuiti dal servizio che nell’arco di una partita fanno sempre comodo. Ha già firmato un contratto con On, brand di cui proprio Federer è comproprietario, e nel circuito principale ha fatto una gran figura trascinando Mensik al terzo nel torneo di Basilea. Il grande salto sta per compierlo, il 2026 sarà l’anno di assaggio del tour, delle prime somme.

Cosa gli manca: qualche paragone altisonante in meno. Tanti, Dimitrov in primis, sono crollati sotto l’egida di “Baby Federer”. Semplicemente perché Roger è stato unico, e un confronto così impegnativo può risultare troppo duro da reggere. Bernet, tra la cittadinanza e il rovescio, è stato già accostato più volte. Talento e mezzi non mancano, ma la serenità è quella che alla fine risulta essere decisiva. Il ragazzo va aspettato, le luci puntate sono già tante anche a causa degli sponsor. La ricetta migliore, per lui, è giocare senza guardarsi troppo intorno.

15. Jacopo Vasamì
Jacopo Vasamì – ATP Challenger Monza 2025 (Foto Francesco Panunzio)

Nato: 19/12/2007 a Avezzano (L’Aquila, Abruzzo)

Ranking attuale: 415; best ranking: 387

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Djokovic, 4) Davydenko, 5) Ferrer, 6) Roddick, 7) Gonzalez, 8) Gasquet, 9) Nalbandian, 10) Robredo

L’altra grande speranza del tennis italiano (oltre a Cinà), n.2 junior e vincitore del Trofeo Bonfiglio, risponde al mancino abruzzese cresciuto tennisticamente a Roma. Gioca molto bene sulla terra, essendo capace di un ottimo palleggio da fondo oltre a godere dei vantaggi del servizio vista la statura. Si sta costruendo pian piano il ranking, d’altronde è ancora giovanissimo e nel 2026 da appena maggiorenne si dedicherà già a tempo pieno al circuito principale. Guidato dal maestro Fabrizio Zeppieri, sembra già un professionista, da come si rivolge alla stampa e da come gestisce le emozioni in campo. Capacità di controllo non scontate per un ragazzo così giovane, che sembra avere già le idee ben chiare sul percorso da intraprendere, con un chiaro mantra: Vasamì nella vita farà il tennista. D’altronde chiudere la stagione allenandosi con Dimitrov e Paula Badosa (Jacopo è fidanzato con la sorella minore della spagnola) non è cosa di tutti i giorni per un 17enne.

Cosa gli manca: grinta. Sui mezzi atletici e la preparazione tecnica di Vasamì c’è poco da discutere, tutto è migliorabile ma le basi sono già di altissima qualità. Per quanto bene giochi, a volte sembra far difetto un po’ di “furia agonistica” in più quando scende in campo, la capacità di lottare che a volte lo ha tradito nei tornei dello Slam junior. Giocando tra ITF e Challenger sicuramente acquisirà maggior consapevolezza e cattiveria in alcune situazioni, che possono risultare decisive nel rimontare una partita o chiuderla in maniera perentoria. Un tocco di mestiere in più…così che quella junior non rimanga l’unica top 10 della carriera.

14. Nishesh Basavareddy
Nishesh Basavareddy – ATP Auckland 2025 (foto X @atptour)

Nato: 02/05/2005 a Newport Beach (USA)

Ranking attuale: 167; best ranking: 99

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Hewitt, 3) Roddick, 4) Safin, 5) Gaudio, 6) Henman, 7) Nadal, 8) Moya, 9) Agassi, 10) Nalbandian

Dei giocatori presenti in questa classifica, forse è l’unico accostabile (con qualche virgoletta) al concetto di delusione. Basavareddy, che si ispira a Rajeev Ram e ricalca a pieno lo stile del tennis USA servizio e dritto, sembrava già pronto a salire alla ribalta nel 2025. Che aveva in effetti iniziato con una buona prestazione in Australia contro Djokovic, guadagnandosi anche la top 100. Ma i risultati sono poi mancati, ed è scivolato fuori dai primi 150. Non è probabilmente un giocatore da top 10 o da Slam, per quello l’America dovrà guardare altrove. Ma può diventare, anche aiutato dall’innesto di Gilles Cervara come allenatore, serenamente un solido professionista, grazie alla buona battuta e ad una certa regolarità, come dimostrano la semifinale ad Auckland (più giovane americano semifinalista in tour da Opelka nel 2016) e un paio di vittorie Challenger. Basta calibrare bene le aspettative.

Cosa gli manca: incisività. Basavareddy gioca bene a tennis, ha buoni fondamentali, per quanto il rovescio debba migliorare, ma nessun colpo definitivo. Appare ancora troppo leggero, e questo nel tennis odierno può essere un handicap non da poco. Ha già giocato nei tornei importanti, ha saggiato il circuito principale e avversari top, ora dovrà trovare le adeguate contromisure, aggiungendo pesantezza e consapevolezza al proprio bagaglio tecnico.

13. Rei Sakamoto

Nato: 24/06/2006 a Nagoya (Giappone)

Ranking attuale: 185; best ranking: 159

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Nalbandian, 4) Ljubicic, 5) Roddick, 6) Davydenko, 7) Blake, 8) Robredo, 9) Hewitt, 10) Ancic

Il Samurai. Non un banale soprannome derivante dalla provenienza giapponese, ma giusto perché Sakamoto festeggia con il gesto di riporre la spada nel fodero, proprio come i leggendari guerrieri della tradizione nipponica. In un Paese che ha vissuto di Kei Nishikori (idolo di Rei) e poco altro, questo ragazzo potrebbe essere un giocatore di livello. Diciannovenne, ha vinto l’Australian Open junior e vanta anche tre titoli Challenger grazie a un fisico importante (1,93 m) e a una buona resa da fondo campo. Il suo allenatore è Federico Ricci, italiano giramondo che ha fatto grandi cose con Emil Ruusuvuori, e dice che con Sakamoto “non ci si annoia mai”. Il cantiere è ancora aperto, ma il ranking racconta già buone cose, in piena orbita qualificazioni Slam. Il 2026 sarà il momento di compiere il passo per entrare nel circuito maggiore in pianta stabile.

Cosa gli manca: maggiori principi tecnico-tattici. Fisicamente, in termini di potenza, c’è poco da discutere. E c’è anche una certa naturalezza nel colpire la palla. Quello che sembra far difetto a Sakamoto è una maggior precisione nella preparazione e finalizzazione dei colpi, specie dal lato sinistro. Certo, un po’ di creatività in più non farebbe male, ma il primo tassello del puzzle per Ricci sarà smussarlo da un punto di vista delle basi. Per restituire al Giappone un giocatore davvero di prima fascia.

12. Rafael Jodar
Rafael Jodar – ATP Challenger Milano 2025 (credits Aspria Tennis Cup)

Nato: 17/09/2006 a Madrid (Spagna)

Ranking attuale: 168; best ranking: 166

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Ljubicic, 4) Nalbandian, 5) Davydenko, 6) Roddick, 7) Robredo, 8) Baghdatis, 9) Blake, 10) Stepanek

Un nuovo Rafa per il tennis spagnolo? Occhio ai paragoni, che con certi nomi c’è il rischio di scottarsi. Di certo Rafael Jodar Camacho ha stimmate da ottimo giocatore, pur preferendo il veloce alla terra battuta (campione allo US Open junior 2024 e quarti di finale a Wimbledon), come il concittadino Landaluce, con il quale è cresciuto. Di Rafa però c’erano proclami decisamente meno sontuosi e aspettative minori. Una semi oscurità che ha sfruttato per lanciarsi nel 2025: a marzo era n.911 del mondo, ora ha sfondato la top 200 e giocherà le qualificazioni in Australia. Dotato di un gran servizio, solido e pesante da fondo, deve respirare l’aria dei grandi e migliorare da un punto di vista della mobilità sul campo, così da rendere i suoi 190 cm d’altezza un’arma, non un tallone d’Achille. Potrebbe ispirarsi al suo mito Rafa Nadal, in onore del quale (probabilmente) ha eletto il Roland Garros a Slam dei suoi sogni.

Cosa gli manca: una scelta decisa. Jodar è ancora un giocatore universitario, per l’UVA, Università della Virginia. Ha già vinto vari riconoscimenti, ma dovrà prendere una decisione drastica, visto che la vita da professionista non può coesistere con quella da giocatore di college. E a 20 anni, per quanto alcune storie possano indurre a pensare il contrario (vedi Vacherot), si è ad un tempo maturo per compiere un salto. In Spagna se lo augurano.

11. Martin Landaluce

Nato: 08/01/2006 a Madrid (Spagna)

Ranking attuale: 134; best ranking: 110

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Roddick, 4) Hewitt, 5) Nalbandian, 6) Davydenko, 7) Agassi, 8) Coria, 9) Ljubicic, 10) Gaudio

Quando colpisce di dritto, la palla sembra scoppiare. Fa quel rumore che marca la differenza tra un futuro fenomeno e un buon giocatore. Di Martin Landaluce, madrileno, si raccontavano cose che sembravano farlo appartenere alla prima categoria. Ad appena 16 anni già era considerato un erede dei grandi spagnoli…ma non tutti sono talenti precoci. Ex n.1 junior, ha sfiorato la top 100 senza assaggiarla. Gioca meglio sul cemento che sulla terra, e una superficie rossa rapida come quella del 1000 di casa di Madrid potrebbe aiutarlo. Si tratta di un giocatore dal futuro assicurato…sarà interessante capire a che livello. Lui, quantomeno, ha obiettivi e idee chiari: “Sogno di vincere Wimbledon, ma la mia migliore versione arriverà tra 5-10 anni”. Nell’avere la testa sulle spalle, è assolutamente spagnolo.

Cosa gli manca: precocità. Detto che non sia necessariamente una “colpa” o una qualità imprescindibile, di certo fa riflettere che a 20 anni Landaluce abbia due sole ATP e una sola partita a livello Slam. Le aspettative erano altissime, nel periodo di transizione tra il tramonto di Nadal e l’alba di Alcaraz. Lo sono tutt’ora, vista la piccola “crisi” del tennis spagnolo. Potrebbe essere il nome giusto, ma bisognerà attendere.

10. Federico Cinà
Federico Cinà – ATP Challenger Monza 2025 (Foto Francesco Panunzio)

Nato: 30/03/2007 a Palermo (Sicilia)

Ranking attuale: 237; best ranking: 202

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Roddick, 4) Davydenko, 5) Gonzalez, 6) Robredo, 7) Djokovic, 8) Ljubicic, 9) Blake, 10) Haas

La grande speranza del tennis italiano. Figlio d’arte, “Pallino” ha vissuto una vita in questo sport, e ora il suo obiettivo è poter toccare i livelli che Roberta Vinci (allenata dal padre di Federico, Francesco Cinà) ha regalato al tennis italiano. Gioca bene da fondo, ottimo timing sulla palla aiutato da un fisico longilineo, dal punto di vista tennistico sembra possedere tutte le armi, compresa un’ottima palla corta. Seguito dal papà, a tre anni aveva già preso in mano la racchetta: nato e cresciuto nel tennis, si è da subito dimostrato molto precoce. Già protagonista nel circuito con la prima vittoria 1000 a Miami ancora minorenne (tra gli italiani solo Sinner ha saputo fare di meglio), nel 2026 dovrà sfruttare quanto incamerato nel 2025 per fare il salto di qualità. E per cercare di rendere realtà i sogni: “Voglio diventare n.1 al mondo”.

Cosa gli manca: un po’ di serenità in più. Cinà è già sulla bocca di tutti, specie in Italia, in qualità di prossimo portabandiera del tennis italiano ad altissimi livelli, e già lo si paragona a Sinner e Musetti in termini di precocità. Ha ottimi margini, e di certo il tennis sarà la sua vita, ma è fin troppo presto per parlare in questi termini. Dovrà avere l’occasione di giocare, perdere e migliorare con tranquillità e senza aspettative eccessive. In modo che possa davvero essere il prossimo “grande nome italiano”.

9. Ivan Ivanov

9. Ivan Ivanov

Nato: 30/10/2008 a Varna (Bulgaria)

Ranking attuale: 938; best ranking: 795

La top 10 alla sua nascita: 1) Nadal, 2) Federer, 3) Djokovic, 4) Murray, 5) Davydenko, 6) Roddick, 7) Tsonga, 8) del Potro, 9) Simon, 10) Blake

Dal 2000 in poi, a quanti è riuscita la doppietta Wimbledon-US Open a livello junior nello stesso anno? Tre giocatori: Filip Peliwo, Grigor Dimitrov e Ivan Ivanov. Gli ultimi due in comune hanno solo la nazionalità, ma il 17enne di Varna (minorenne ancora per quasi un anno) può puntare a una carriera come quella dell’illustre connazionale. Un tennis di fisico, che si basa su un dritto abbastanza personale ma molto efficace, pochi vezzi e adattabilità a tutte le superfici. Ivanov appare un tennista completo, ha assaggiato un po’ il circuito dei grandi, ma non ancora abbastanza a fondo, come dovrebbe avvenire nel 2026 (ha chiuso l’anno da n.1 junior). Fa parte della Rafa Nadal Academy, legge i libri di Jules Verne e ha dimostrato di gestire benissimo la distanza da casa e la competizione. E la carta di identità così verde lascia gran spazio all’immaginazione.

Cosa gli manca: in primis, esperienza nei Challenger e nei bassifondi del circuito, “mangiare un po’ di polvere”, come si dice in gergo. Ma è una questione dipendente esclusivamente dall’essere un ragazzo molto giovane. Di sicuro dovrà irrobustire un fisico troppo esile per il tennis di oggi e aggiungere peso al rovescio per rendere il suo gioco adatto e funzionale ai livelli che promette.

8. Nicolai Budkov Kjaer
Nicolai Budkov Kjaer – Astana 2025 (foto Challenger Astana)

8. Nicolai Budkov Kjaer

Nato: 01/09/2006 a Oslo (Norvegia)

Ranking attuale: 136; best ranking: 132

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Ljubicic, 4) Nalbandian, 5) Robredo, 6) Davydenko, 7) Blake, 8) Baghdatis, 9) Stepanek, 10) Roddick

L’epoca d’oro del tennis norvegese non si è fermata a Casper Ruud. Budkov Kjaer è imbattuto nelle finali Challenger, quattro vittorie su quattro nel 2025, sia sulla terra che sul cemento. Ex campione junior a Wimbledon, si ispira a Sinner, ha trovato l’ingresso nei primi 150 ed ormai orbita nella zona delle qualificazioni Slam. Nessuna esplosione precoce o eccessivi proclami, ma tanto lavoro e la voglia di emergere. Un po’ come Ruud, che ha gradualmente scalato le gerarchie. Gioca meglio sul cemento, ha la garanzia del sostegno della Federazione norvegese (il padre, suo coach, ne è stato CEO), e ha assaggiato il ritmo di Jannik. Quantomeno in allenamento, a Vienna. “Cahill mi ha detto che ho buon gioco e buon potenziale”, raccontava Nicolai, “mi ha consigliato di preparare prima il mio dritto…potrebbe essere un martello”.

Cosa gli manca: variazioni, una parola che spesso si è accostata a Ruud per sottolinearne il bisogno. Il ragazzo gioca bene, sa stare nello scambio, ma ha a volte difficoltà ad uscirne, avendo anche un fisico possente (1,91 metri per 80 kg), che può renderlo vulnerabile in alcune situazioni. Per assurgere al top, posto che sembra appartenergli, dovrà uscire dagli schemi classici di servizio e dritto, scambi da fondo, e cercare qualche soluzione che metta in difficoltà gli avversari. Rendendolo imprevedibile.

7. Dino Prizmic
Dino Prizmic – ATP Challenger Milano 2025 (foto credits: aspriatenniscup.it)

Nato: 05/08/2005 a Spalato (Croazia)

Ranking attuale: 128; best ranking: 115

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Hewitt, 4) Safin, 5) Roddick, 6) Davydenko, 7) Agassi, 8) Gaudio, 9) Coria, 10) Canas

Australian Open 2024, Novak Djokovic trascinato al quarto set al primo turno, quasi una battaglia. Sulla Rod Laver Arena, la sua arena di caccia prediletta. L’avversario è un 18enne croato, Dino Prizmic, proviene dalle qualificazioni (“mi sembrava di giocare allo specchio“, disse Nole dopo il match). La sua storia, rallentata dagli infortuni, è rinata nel 2025. Un giocatore che sta crescendo gradualmente, con un tennis solido e continuo, molto tattico, ma non eccessivamente esplosivo. Sostenuto da un grande rovescio ha riscalato la montagna, dopo che nel febbraio di quest’anno era precipitato al n.393 del mondo. Chiude vicino ai primi 100 e con due titoli Challenger su cinque finali giocate. E la tenuta mentale è già di quelle che aiutano a piazzare le prime quando conta e a saper distribuire vincenti ed errori (ha anche vinto il Roland Garros junior nel 2023).

Cosa gli manca: tolto il capitolo infortuni, a Prizmic serve più dinamismo. È un giocatore abbastanza alto, ben piazzato, a cui manca forse un vero colpo definitivo e soprattutto la capacità di chiudere con potenza lo scambio. Non per assenza di armi ma per un tipo di gioco ancora un po’ passivo, e un minimo di lavoro da fare sui colpi a rimbalzo. “Ha potenziale da top 10”, aveva detto di lui Darderi dopo averci giocato a Umago. Ci sentiamo di dargli pienamente ragione, 20 anni non sono pochi, ma con un paio di aggiunte e precisazioni potrebbe seguire le orme di illustri predecessori spalatini quali Ivanisevic e Ancic.

6. Juncheng Shang
Jerry Shang – ATP Chengdu 2024 (foto X @atptour)

Nato: 02/02/2005 a Pechino (Cina)

Ranking attuale: 252; best ranking: n.47

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Hewitt, 3) Roddick, 4) Safin, 5) Coria, 6) Moya, 7) Henman, 8) Gaudio, 9) Nalbandian, 10) Agassi

È da così tanto sul circuito principale che ci si è quasi dimenticati che Jerry Shang abbia compiuto 20 anni solo quest’anno. Eppure vanta già una permanenza in top 50 e un titolo in tour, tra l’altro battendo Musetti nel torneo casalingo di Chengdu. Ottimo tennista mancino, a suo agio spiccatamente sul cemento, la grande incognita riguarda il fisico. Troppi infortuni, che ne hanno compromesso la crescita e fatto precipitare la classifica: ora è addirittura fuori dai primi 250, con 202 posti in meno rispetto al 2024. Il talento non si discute, potrebbe tranquillamente diventare il miglior giocatore cinese della storia. Ma dovrà riuscire a completare una stagione senza essere angustiato dal fisico.

Cosa gli manca: tenuta fisica. Si è già ritirato, a neanche 21 anni, otto volte a partita iniziata nel circuito maggiore. Accusando problemi di vario tipo, dalla coscia alla schiena, un po’ più ridondante. Nel 2025 il piede destro è stato la matrice di una stagione che prometteva conferma e lo obbligherà a ripartire quasi da 0 nel 2026. Non proprio una bazzecola; l’augurio è di trovare maggior fortuna per poter giocare, e con ogni probabilità vincere, con stabilità.

5. Alexander Blockx
Alexander Blockx – Coppa Davis 2024 Bologna (Foto Giampiero Sposito/FITP)

Nato: 08/04/2005 ad Anversa (Belgio)

Ranking attuale: 115; best ranking: 101

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Hewitt, 3) Roddick, 4) Safin, 5) Henman, 6) Gaudio, 7) Moya, 8) Nalbandian, 9) Coria, 10) Agassi

Il futuro del tennis belga, ha già esordito in Coppa Davis nel 2024 da 19enne e quasi giocava un brutto scherzo a Berrettini (che si disse “impressionato da questo ragazzo”). Il potenziale di Alexander Blockx è quello da migliori del mondo, e di lui si parla molto meglio di quanto non si facesse di David Goffin alla stessa età. Giocatore aggressivo da fondo, formidabile al servizio e pesante con il dritto, un po’ più acerbo sul rovescio ma i margini sono molto ampi. È arrivato a un passo dalla top 100, indubbiamente ci entrerà nel 2026. Ha una mentalità da giocatore posato, se entra in ritmo dà l’impressione di poter battere chiunque, e sa anche far divertire il pubblico, oltre ad aver già assaggiato la vittoria nel circuito Challenger.

Cosa gli manca: tennis ad alto livello. L’unico neo finora presente nella giovane carriera del belga è l’assenza di partite importanti, come testimonia la mancanza di partecipazione ad uno Slam e solo una vittoria a livello 1000. Ad aprile compirà 21 anni, se vuole ambire a un posto nell’élite del tennis, e i mezzi dal punto di vista di gioco e carattere ci sono tutti, dovrà diventare una faccia abituale nei tornei principali.

4. Justin Engel
Justin Engel – Amburgo 2025 (x @atptour)

Nato: 01/10/2007 a Norimberga (Germania)

Ranking attuale: 185; best ranking: 182

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Djokovic, 4) Davydenko, 5) Roddick, 6) Gonzalez, 7) Blake, 8) Ferrer, 9) Robredo, 10) Berdych

Per me è molto importante la pasta integrale, inoltre mangio porridge ogni giorno”. Niente pane e pochissimo grano, così da preservare un fisico longilineo e perfetto per il tipo di tennis che Engel propone. Il ragazzo è un neomaggiorenne, e ha raggiunto il primo quarto in tour (sull’erba) a soli 17 anni. Parla quattro lingue, grazie anche alla madre ucraina, si fa allenare dal padre e da Philipp Kohlschreiber, ex top 20 che lo aiuta ad aggiungere variazioni al gioco. Tanti record di precocità, è stato il primo 2007 a vincere un match nel circuito ATP e ha concluso (come si era prefissato l’anno precedente) il 2025 tra i primi 200 del mondo. Vincendo una finale con sapore di futuro nel Challenger di Amburgo contro Cinà, mentre Sinner batteva Zverev a Vienna. Ragazzo giovanissimo, colpisce meglio il rovescio del dritto e sa muoversi bene da fondo campo. Nel 2026 va tenuto d’occhio anche a livelli ben più alti. D’altronde ha già vinto almeno un match su tutte le superfici nella stessa stagione. Dal 1990 è il secondo più giovane. Il primo si chiama Rafa Nadal.

Cosa gli manca: esperienza ad alti livelli. Per essere un 18enne ha numeri precoci, ma ha ancora giocato non tantissimo nel circuito maggiore, che dovrà frequentare abitualmente iniziando ad incamerare vittorie di qualità nel prossimo anno. A quel punto si potrà tracciare una linea e capire se la Germania abbia davvero un degno erede di Zverev.

3. Learner Tien
Lerner Tien – Metz 2025 (Foto X @atptour)

Nato: 02/12/2005 a Irvine (USA)

Ranking attuale: 28 (best ranking)

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Roddick, 4) Hewitt, 5) Davydenko, 6) Nalbandian, 7) Agassi, 8) Coria, 9) Ljubicic, 10) Gaudio

La partita più emozionante dell’anno (Roland Garros a parte) ha coinvolto questo ragazzo mancino. Di cui si parla poco, ma intanto è tra i primi 30, ha vinto il primo titolo oltre alle Next Gen Finals, e ha battuto nel match sopracitato Daniil Medvedev al quinto set all’Australian Open. Non male. Ma d’altronde Tien è uno che sa il fatto suo, posato, con un tennis molto tattico e ragionato, più che dinamico e di accelerazioni. Non proprio una caratteristica tipica di ragazzi così giovani. I genitori vengono dal Vietnam e (toh, il destino) si sono conosciuti su un campo da tennis. A fine 2024 si scriveva così di lui: “Non c’è nulla che lo impressioni, nonostante sia molto acerbo e abbia esordito nel tour a 18 anni. Ama stare sotto i riflettori, ma ha anche una grande testa sulle spalle”. Nel 2025 ha reso vere queste voci e si è preso il posto nel tennis che conta. Futuro? Vista anche la presenza di Michael Chang al suo fianco, almeno la top 10.

Cosa gli manca: esplosività. Gioca bene, sa cosa fare, raramente prende la scelta sbagliata, ma a volte osa troppo poco. Una caratteristica che in alcune situazioni può diventare penalizzante. Se saprà aggiungere un tocco di “lucida follia” in più all’arsenale potrà battagliare sui più grandi palcoscenici a lungo. E dovrà accettare che sulla terra rossa si può anche giocare, non sporca solo i calzini.

2. Joao Fonseca
Joao Fonseca – US Open 2025 (foto Dustin Satloff/USTA)

Nato: 21/08/2006 a Rio de Janeiro (Brasile)

Ranking attuale: 24 (best ranking)

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Ljubicic, 4) Nalbandian, 5) Blake, 6) Robredo, 7) Davydenko, 8) Baghdatis, 9) Stepanek, 10) Roddick

Quando colpisce la palla il rumore è diverso”. “Ricorda un piccolo Sinner”. Solo un paio delle frasi usate per descrivere Joao Fonseca, famoso in Brasile e nel mondo a soli 19 anni. Due titoli, su terra e cemento indoor, il 2025 chiuso tra i primi 25, e già scalpi importanti. Prima ancora che ne fosse consapevole era un fenomeno sulla bocca di tutti, uno di quelli che scolpiscono le generazioni. Esplosivo da fondo come pochi, quando può colpire con il dritto di solito è un vincente, o un colpo che apre il campo. Ha dimostrato di saper giocare anche sull’erba e di non aver paura di grandi confronti. Il prossimo step è arrivare in fondo ai tornei importanti. E qui la sensazione è che nei giorni finali di Slam e 1000 diventerà una presenza abituale.

Cosa gli manca: dal punto di vista del gioco, forse un po’ di potenza al servizio. Ma d’altronde la sua arma prediletta non è, e probabilmente mai sarà, la battuta. Dovrà imparare a prendere le scelte giuste in fase di gioco, e non spingere sempre a tutta. Finché lo farà sarà di certo una fonte infinita di highlights, ma per vincere bisogna saper interpretare il momento giusto per accelerare all’interno di una partita.

1. Jakub Mensik
Jakub Mensik – Miami 2025 (foto Miami Open)

Nato: 01/09/2005 a Prostejov (Repubblica Ceca)

Ranking attuale: 19; best ranking: 16

La top 10 alla sua nascita: 1) Federer, 2) Nadal, 3) Roddick, 4) Hewitt, 5) Safin, 6) Davydenko, 7) Agassi, 8) Coria, 9) Gaudio, 10) Puerta

IL talento della nuova generazione. A 18 anni compiuti da qualche mese la prima finale nel circuito, a Doha 2024, battendo Murray e un top 10 come Rublev. A 19 anni il primo Masters 1000 a Miami, con gli scalpi di Fritz e Djokovic (!) tra semifinale e finale. Prodotto tipico della scuola ceca, con una bella tecnica nei colpi da fondo a cui si aggiunge un servizio onestamente devastante. A rete va sgrezzato, ma ricordiamo cosa disse di lui Bublik a Madrid: “Prima il tennis era più facile…come fa uno così a non stare in top 10?”. L’impressione è che questo quesito abbia vita breve, e che Jakub Mensik sia tra i prossimi destinati all’ingresso tra i primi 10. D’altronde chiude in top 20 a 20 anni, avendo già mostrato di saper giocare anche e soprattutto sotto pressione. E in prospettiva sul cemento, superficie con il maggior numero di tornei in tour, sembra poter essere da primi 2-3 del mondo. Sulla tenuta mentale c’è poco da dire: solo in 8, tra cui gente come Nadal e Alcaraz (né Sinner né Djokovic), sono stati capaci di vincere un 1000 ad un’età inferiore ai 19 anni e 250 giorni di lui a Miami. 

Cosa gli manca: il dritto rimane il colpo forse più debole, ed è ancora un po’ incerto nei movimenti da fondo. Dovrà sviluppare meglio il gioco di piedi per poter raggiungere un livello da assoluto protagonista. Rimane ancora troppo dipendente dalla buona resa del servizio. Soprattutto, ma quello è un cruccio dell’età, dovrà impedire all’umore (positivo o negativo che sia) di sopraffarlo.

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